Home Ma dove sono finiti gli ascolti a La7? Troppa politicizzazione fa male?

Ma dove sono finiti gli ascolti a La7? Troppa politicizzazione fa male?

Crollano negli ascolti tutti (o quasi) i programmi della rete di Telecom Italia Media, premiata invece per la qualità

di share
pubblicato 28 Febbraio 2012 aggiornato 4 Settembre 2020 22:59


Sembrava che questa stagione dovesse essere quella del grande salto per La7 e in effetti la partenza autunnale, grazie soprattutto all’incredibile risultato di Italialand con Maurizio Crozza (11%), faceva presagire un anno al rialzo. Invece, in coincidenza della caduta del Governo Berlusconi e l’insediamento del sobrio Mario Monti, sembra che anche quel pubblico anti-Cav che aveva fatto la fortuna della rete amministrata da Giovanni Stella, sia migrato altrove.

Va detto che La7 punta sulla qualità e su questo non c’è nulla da eccepire: quasi tutti i suoi programmi sono incentrati sulla qualità e sul rispetto del pubblico. Però, è anche una rete commerciale e una serie di crolli non certo previsti non sono certo una bella avvisaglia per la concessionaria pubblicitaria di Urbano Cairo. Crolli generalizzati, dall’intrattenimento all’informazione, tanto che salvo rare eccezioni, gli unici programmi che superano il 3-4% sono talvolta dei telefilm come lo storico “Ispettore Barnaby“, dei film o talk show come “Piazzapulita” o “Le invasioni barbariche“.

Tanto per cominciare, per la serie si stava meglio quando si stava peggio, la direzione di Lillo Tombolini (vuoi per capacità sue, vuoi per fortuna) andava meglio di quella di Paolo Ruffini. E finora, tutte o quasi le “novità” proposte dall’ex direttore di Rai3 sono state fallimentari. Basti pensare a “The Show must go off” condotto da Serena Dandini che al sabato tocca poco meno del 3% o il contenitore domenicale che, prima con Piroso e ora con la Raznovich, non arriva neppure al 2%. Mammamia che domenica! avranno esclamato a La7 dopo i primi dati, tanto che il segmento del giorno di festa della Dandini è stato sostituito da un telefilm e Camila, partita alle 17:00 è stata anticipata alle 14:00 ottenendo grossomodo lo stesso mediocre ascolto. Ma non sono certo solo questi i soli risultati preoccupanti: come scriveva qualche giorno fa Marco Castoro su Italia Oggi, neppure la visibilità del Festival di Sanremo è riuscita a dare linfa al dato di G’Day di Geppi Cucciari che è rimasto oscillante tra il 2 e il 3% arrivando talvolta a 700mila tsp. Non si può certo parlare di un grande successo e questo mentre si attende la “promozione” da lunedì prossimo alle 19:00 in diretta concorrenza con il Tg3 e i quiz di RaiUno e Canale 5, che si preannuncia assai rischiosa.

L'Infedele
E poi ancora I Menu di Benedetta con Benedetta Parodi sulla soglia del 3% (che verrà spostata a far da traino alla Cucciari mentre la collocazione attuale verrà coperta da repliche) o il programma di Vissani Ti ci porto io che a malapena tocca il 2%. Anche programmi storici come L’Infedele, che aveva goduto di grandi ascolti (al 6%) parlando di Veline o di Silvio Berlusconi e il suo Bunga Bunga, ieri ha fatto il 3% giocandosela al ribasso con il film di Rai 3; o il bel programma di inchieste Gli Intoccabili, da quando è stato spostato in prima serata, è crollato; e poi Formigli che alterna con Piazzapulita ascolti buoni con altri pessimi, penalizzato dalla concorrenza del suo ‘maestro’ Santoro. Persino Enrico Mentana con il Tg La7, da quando Berlusconi non è più Presidente del Consiglio, pur ottenendo ascolti nettamente sopra la media di rete, non tocca più il 10% e ha contribuito a far risalire negli ascolti il Tg1 (che ha lo stesso target).

Le Invasioni Barbariche
Al momento da questa diminutio di share si salva Daria Bignardi che con Le Invasioni Barbariche anche se in flessione mantiene circa un 4% di share, ma la situazione in vista delle novità in arrivo suscita qualche preoccupazione. Posto che la Dandini è chiaramente penalizzata al sabato contro Italia’s Got Talent e Ballando con le Stelle, la domanda è se un programma fatto per la seconda serata possa funzionare in prima (e questo discorso andrebbe fatto anche per Chiambretti). Secondo il parere del sottoscritto poco cambierebbe se fosse trasmesso in altro giorno perchè, per l’appunto, trattasi di programma studiato e strutturato per una seconda serata e non ha la caratterizzazione e la forza di quelli del prime time.

Si tratta insomma, di una situazione allarmante ma intendiamoci, non irrecuperabile. A breve partirà il nuovo programma di Sabina Guzzanti che magari non toccherà i numeri di Crozza ma certo si prevede possa andare meglio della Dandini, e più avanti, a maggio, l’attesissima seconda edizione di Vieni via con me con Fazio e Saviano. Dunque le possibilità di tornare a crescere negli ascolti ci sono tutte, e tra qualche mese forse staremo qui a dire che abbiamo esagerato con gli allarmismi. Certo, il consiglio che ci sentiamo di dare al neo-direttore ex Rai è di rendere La7 una rete più ecumenica e non troppo caratterizzata politicamente come è stata finora. Perchè quella parte, come si vede, nel momento in cui non vede più un nemico contro il quale andare, sparisce o migra in altri lidi.

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