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Rai e Sindacati: alla ricerca di un accordo

Dal 1° all’8 marzo, qualcosa cambia. La Rai dice di essersi accodata alle richieste dei sindacati, ma alcune OO.SS. rigettano l’ipotesi d’accordo. Come finirà?

pubblicato 9 Marzo 2012 aggiornato 4 Settembre 2020 06:24


Ci sono parecchie questioni che il cda Rai dovrebbe provare a risolvere prima della scadenza naturale del suo mandato. Fra di esse, oltre alla generale situazione del servizio pubblico, anche la trattativa per il Contratto di Lavoro.

In merito, c’è una lunga nota diramata dai vertici di Viale Mazzini a proposito della concertazione per il rinnovo del Contratto di Lavoro Quadri, Impiegati, Operai del Gruppo Rai. Secondo quanto si legge,

la trattativa ha evidenziato una articolata diversità di posizione tra le Parti rispetto all’ipotesi di accordo che era stata faticosamente delineata nella mattinata del 1 marzo con il contributo di tutte le Organizzazioni Sindacali.

Cosa diceva l’accordo? Secondo la Rai

«conteneva importanti garanzie sul piano dell’occupazione e della stabilizzazione dei precari, sull’accesso al lavoro, sulla valorizzazione delle competenze, sul mantenimento del perimetro produttivo e sulla riduzione del ricorso agli appalti, e prevedeva il riconoscimento di una somma di 2 mila euro una tantum (mille per il personale con contratto a termine), del 75% del Premio di Produzione 2011 (pari ad ulteriori 1.180 euro) e l’aumento dei minimi stipendiali di 85 euro distinto in due tranche. Prevedeva anche – coerentemente con quanto stabilito nel documento di Impegno Programmatico sottoscritto da tutte le OO.SS. in occasione del precedente rinnovo del 2009 – alcune misure volte a razionalizzare le componenti variabili della struttura retributiva in un’ottica di alleggerimento della dinamica del costo del lavoro e di più equa redistribuzione delle risorse economiche disponibili».

Precisando di aver prestato molta attenzione alla questione degli appalti esterni da ridurre, la Rai scrive anche di cercare di affrontare la crisi di mercato

«attraverso una attenta ottimizzazione di tutti i costi esterni che ha permesso di mantenere la leadership di mercato al gruppo Rai e di poter circoscrivere alla razionalizzazione degli istituti contrattuali e all’alleggerimento della dinamica retributiva gli impatti richiesti per il contenimento del costo del lavoro sul conto economico dell’Azienda per i prossimi anni. Tali misure sul costo del lavoro, come noto alle OO.SS., rappresentano il presupposto indispensabile per poter mitigare le altrimenti inderogabili misure previste dal Piano Industriale 2010-2012 e dal Piano di Risanamento varati all’unanimità dal Consiglio di Amministrazione».

Tuttavia, qualcosa evidentemente non quadra.

Perché, nella nota, si legge anche che:

«Nonostante l’impegno e l’elevata qualità dell’interlocuzione sono emerse all’interno di alcune delle Sigle sindacali difformità di vedute rispetto all’ipotesi d’accordo che era stata delineata e che – nei suoi contenuti economici complessivi – rappresenta il punto di equilibrio più avanzato, oltre il quale rischierebbero di essere rimessi in discussione gli attuali assetti contrattuali che disciplinano i rapporti di lavoro all’interno del Gruppo Rai».

Viale Mazzini resta comunque fiducioso:

«L’Azienda comunque auspica ancora che si possa pervenire positivamente ad una valutazione conclusiva del negoziato ferme restando le compatibilità economiche rappresentate alle OO.SS. e conferma la propria disponibilità in tal senso – dovendosi comunque tener conto della ristrettezza dei tempi a disposizione – prima di riprendere la dovuta implementazione delle misure approvate».

Come andrà a finire la vicenda? La soluzione dovrebbe arrivare a breve, in un modo o nell’altro.

Foto | © TM News

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