Fiorello, Twitter e “la verità” – Quando un “artista” esce di scena, di solito saluta il suo pubblico
Ultimo atto della “dipartita” social di Fiorello.
Non c’è due senza tre: bisognava mettere il punto alla questione Fiorello e Twitter: ci perdoneranno i detrattori senza pietà di tutto ciò che riguarda Twitter, capiranno, invece, tutti coloro che hanno apprezzato la modalità con cui abbiamo seguito la vicenda. Una modalità che si discosta di molto dall’atteggiamento dei media tradizionali, con il nostro finto-coccodrillo e la creazione dell’hashtag #freeFiorello (palesemente ironica, anche se non tutti l’hanno colta) che poco dopo diventava, per tutti i media, il cappello sotto cui il “popolo della rete” si raccoglieva per commentare la dipartita-social di Fiorello. Non era affatto così, ma pazienza (e per chi pensa che TvBlog abbia voluto “farsi pubblicità”, niente paura: nessuno ci ha citati. Ed è perfetto così). Nella gallery potete vedere un po’ di screenshot dall’Ansa (che era arrivata 18 ore dopo la “notizia”), dal Corriere, da Repubblica: tutti si sono occupati della “notizia”.
Finché è arrivato Federico Taddia, autore di #ilpiùgrandespettacolodopoilweekend, che, su La Stampa ha scritto “la verità” sull’evento (mi chiedo da un bel po’ se un giornalista possa scrivere di questioni cui è direttamente legato su un giornale. O se, addirittura, un giornale possa scrivere di eventi cui è direttamente legato: pensiamo ai giornali le cui firme vanno ad Amici, ma anche al Fatto quotidiano che scrive di Servizio Pubblico di cui è co-editore. Personalmente, quando mi è capitato di avere legami diretti con cose di cui avrei dovuto anche scrivere, ho lasciato l’incombenza ad altri per evitare qualsiasi forma – anche involontaria – di condizionamento del pensiero).
La verità, dicevamo. Taddia ha spiegato che Fiorello gli ha fatto una telefonata, gli ha chiesto come si facesse a uscire da Twitter e poi se ne fosse semplicemente andato. Così, senza motivi dietrologici, questioni di marketing, nulla. Ora – a parte il fatto che anche per Taddia, twitteromane, c’era il “popolo della rete” su #freeFiorello, e va be’ – mettiamo che sia andata veramente così: che semplicemente Fiorello si sia stancato e abbia deciso di smettere.
Ebbene, un personaggio pubblico, un’artista che, sul web, ha costruito un vero e proprio format alternativo (ne parlammo proprio qui su TvBlog, sottolineando l’abilità di Fiorello nell’uso di Twitter), quantomeno avrebbe dovuto salutare.
No, non è affatto un’osservazione da fan tradito (per carità), né colma di banalità: è semplicemente un’osservazione che riguarda lo showbiz. Si saluta quando finisce un programma in tv. Si saluta quando finisce un programma radiofonico. Si saluta pure quando finisce un format su Twitter. Con buona pace di chi tira in ballo la categoria della “libertà” – povera libertà, quanto viene tirata in ballo a sproposito – per motivare qualsiasi decisione.
Di solito, l’artista, quando esce di scena, saluta il suo pubblico. Perché questo erano i followers di Fiorello su Twitter: il suo pubblico. La libertà non c’entra nulla.
Tutta la vicenda Fiorello-Twitter e #freeFiorello su Storify.