Area paradiso, il film-tv figlio di Zelig e Colorado. Abatantuono “defilato” funziona
Area paradiso, che segna l’esordio alla regia di Diego Abatantuono, mostra la stessa comicità di Zelig e Colorado, con i suoi limiti
L’operazione “Area paradiso”, il film-tv in onda su Canale 5, non si sarebbe mai potuta fare se non ci fossero stati programmi come “Zelig” o “Colorado”: non solo il cast trova i suoi personaggi più forti negli attori provenienti dai due cabaret (Ale & Franz, Gianluca Fubelli, Rosalia Porcaro), ma la stessa sceneggiatura risente di un certo tipo di comicità da “scantinato”.
Un film per famiglie, aveva detto Diego Abatantuono, anche alla regia, con Armando Trivellini. “Area paradiso” sicuramente conquista i bambini che il venerdì aspettano con ansia “Zelig”, grazie ai personaggi sopra le righe ed ad alcune situazioni telefonate ed immediate (a carico specialmente di Ale & Franz), mentre i più grandi che si aspettavano di vedere una commedia all’italiana saranno rimasti un po’ delusi.
Il film, che comunque scorre senza troppi intoppi, pecca di prevedibilità, con scene pensate più per una sit-com che per un lungometraggio, ed interpretazioni non impegnative che non lasciano il segno (fatta eccezione per gli attori sopra citati, a cui vanno le scene più dinamiche). A proposito di interpretazioni, una nota a parte merita Abatantuono.
Area Paradiso
L’attore, che nella sua carriera ci ha abituato a numerose interpretazioni eccessivamente cariche (e diventate il suo cavallo di battaglia), questa volta sceglie un basso profilo, con il personaggio di Furio, amante del Grill dove lavora e terrorizzato all’idea di uscire dall’habitat che si è costruito. Un personaggio, insomma, che non colpisce ma che serve ad unire tutte le vicende degli altri protagonisti, senza mai essere in primo piano.
“Area paradiso”, nato come film-tv, potrebbe diventare una serie tv: la base c’è, a patto che il pubblico non pretenda una storia complessa e dialoghi elaborati. Vale a dire: se la serie tv si dovesse mostrare così troppo semplice, forse è il caso di lavorarci meglio o di pensare ad altre operazioni.