Michele Serra e la tv delle putt@#ate
Sull’Amaca di oggi, Michele Serra se la prende con la tv che mostra le puttanate dei politici.
Michele Serra scrive sull’Amaca:
«C’è una tipologia di trasmissioni tivù e radio che funziona così: si piazza una telecamera e/o un microfono sotto il naso di un personaggio pubblico (meglio se un politico) nella speranza che dica una puttanata. Poi la si manda in onda come un trofeo. Il giorno dopo tutti i giornali, su quella puttanata, aprono un accanito dibattito, mettendo le ali tanto alla puttanata quanto alla trasmissione che l’ha diffusa».
Poi chiosa in questo modo:
«Il difficile sarebbe usare telecamera e microfono per scovare chi dice cose intelligenti, utili o – addiritura – belle. Ma si farebbe molta fatica (toccherebbe lavorare) e il giorno dopo quasi nessun giornale se ne preoccuperebbe».
Nel pezzo, il giornalista cita anche un esempio, di fatto, facendo esattamente quel che biasima, ma tant’è, sarà funzionale al ragionamento, evidentemente.
Quel che non è chiaro, però, è quale sia la ragione per stigmatizzare un certo tipo di trasmissioni.
Se mai il problema è che diventi “notizia” quel che dichiarano i politici (spesso la dichiarazione soppianta i fatti). O che certe puttanate (cit.) meno evidenti e più subdole non siano stigmatizzate dai giornalisti stessi. Ma perché non si dovrebbe far notare l’impreparazione, spesso l’inettitudine o comunque l’inadeguatezza di chi dovrebbe ricoprire ruoli pubblici.
Piuttosto, il fatto è che certe esternazioni (per dire, Serra cita una nota donna della politica che ha paragonato una nota igienista mentale – un lapsus del sottoscritto. Trattasi, ovviamente, di igienista dentale. Consentitemi di mantenerlo così, perché il refuso ha evidentemente del freudiano – ad un’ex Presidente della Camera), ormai, fanno parte della spettacolarizzazione della politica e non vengono stigmatizzate ma aiutano a dipingere gli autori come delle simpatiche canaglie.