Mentre gli ascolti del sabato sera fanno impazzire tutti in un rinnovato celodurismo da share di massa (con improbabili confronti fra chi raccolga il pubblico migliore), qualcuno si gode la sua nicchia.
Si tratta di Alberto Angela, che si concede a un’intervista di Paolo Scotti sul Giornale.
Si parte dagli ascolti anche qui, ovviamente. Quel 9-10% che Angela si porta a casa con Ulisse il sabato sera, una collocazione improba con le ammiraglie a farsi la guerra. Angela fa l’elogio del suo pubblico:
«Un pubblico che […] dopo un’intera settimana di grattacapi e affanni, ha ancora voglia di far lavorare il cervello. Lo spettatore tipo di Ulisse […] vanta una cultura media, appartiene ad entrambi i sessi. Ultimamente credo aumentino i “convertiti”: quelli che abbandonano, cioè, gli altri programmi, soprattutto gli assidui dello zapping. Che capitando su Ulisse si fanno attrarre dalla varietà dei temi trattati e dall’eleganza della fattura».
Naturale che il “papà” di una “creatura” ne sia fiero. Ma la semplicità con cui Ulisse si tiene i suoi affezionati (e forse ne conquista altri), senza far troppo rumore e senza sbandierare ai quattro venti numeri di ogni genere dovrebbe far riflettere.
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