Rudy Zerbi e Max Novaresi lasciano Twitter. E il vecchio detto “Do not feed the troll”?
Dipartita dei vip dal social network. Ma per colpa di chi?
Non c’è niente da fare, bisogna cominciare ad attrezzarsi per fare dei coccodrilli (quei pezzi commemorativi che – almeno, tempo fa andava così – i quotidiani tengono pronti per l’eventuale dipartita di personaggi famosi e piuttosto avanti con gli anni). Ma dei coccodrilli social. In questo caso, i soggetti dovrebbero essere diversi: personaggi dello star system italiano che, ad un certo punto, si stancano della loro interazione da social network, non giocano più e se ne vanno.
Dopo Fiorello, è la volta di Rudy Zerbi e Max Novaresi sulla cui socia-dipartita ha scritto Novella Twittina (che poi ha pubblicato anche lo screenshot che apre il post). Stando alla ricostruzione dei fatti, la doppia defezione sarebbe dovuta a una serie di insulti che sono stati riservati ai due sul social network.
Max Novaresi ha anche risposto al blog (dove venivano riportati alcuni esempi di insulti, e dove si scherzava sull’amicizia-social fra Novaresi e la Panicucci):
«Se puo’ consolarti..non ho chiuso l’account per gli “insulti” che hai riportato..ma per ben altre cose che mi hanno fatto pensare che quello che era un bel gioco poteva diventare un qualcosa di diverso, Non cerco compimenti e adoro le critiche….ma nella vita, da persone che conosco e ne ho sempre prese…ma se qualcuno mi vuole spaccare la faccia se mi incontra e io non ne conosco il perchè…o un altro mi dice stai attento se giri per Roma..bwh..qui non mi offendo. mi preoccupo e lascio a malincuore un qualcosa che mi ha divertito. La critica, l’insulto incomprensibile non lo capisco, ma lo accetto. Altre cose, no. Non ne vale la pena. Con stima Max Novaresi. P.s. Non frequento feste e non sono mai stato a Porto Cervo. Federica è una mia amica come tanti amici ho…ma nella vita reale.
Grazie per l’attenzione. Max»
Ci sarebbero, dunque, minacce serie alla base di queste decisioni. E’ chiaro che scrivere certe cose su un social network non sia affatto elegante. Però ci sono altre riflessioni da fare, in merito: lo star system italiano, forse, non è ancora pronto a una fruizione attiva da parte del pubblico. Un pubblico che, sui social network, non assiste e basta, non vuole applaudire lo spettacolo “senza se e senza ma”, ma anzi commenta, critica – magari anche duramente. Poi, magari, arriva anche il troll che insulta e minaccia. Il troll non è affatto una figura mitologica né un persecutore di esclusivo appannaggio dei vip, ma una tipologia di utente che infesta da sempre la rete con toni apocalittici, manifestazioni di odio, insulti insistiti e reiterati. Capita anche nei commenti di TvBlog, come in quelli di qualsiasi “luogo” virtuale dove si possa commentare liberamente, da quando esiste il web. Figurarsi se non capita su un social network.
Valerio Staffelli, Salvo Sottile, Luca Dondoni e Lucio Presta, come scrivevamo ieri, commentano la decisione di Zerby così.
Come vedete, Presta parla anche di “gesto” da seguire.
Ma perché mai? La soluzione è semplice ed è racchiusa in un vecchio detto ben noto in rete: «Do not feed the troll» (per dettagli, Wikipedia può venire in soccorso). Non c’è bisogno di andarsene, basta usare la rete consapevolmente. E se per caso qualcuno esagera sul serio e c’è ragione di temere veramente, be’, c’è la polizia postale. Dopodiché, chi vuol lasciare, lasci pure. Ma, per favore, non si dia la colpa alla rete per questo.