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Nomine AgCom trasparenti. Prossimo passo, il cda Rai?

Slittano le scelte per il rinnovo dei vertici dell’autority e del garante della privacy. Una scelta che risponde a principi democratici e civili.

pubblicato 23 Maggio 2012 aggiornato 4 Settembre 2020 04:35


La richiesta di trasparenza sulle nomine dei nuovi vertici dell’AgCom era stata proposta da tempo dall’Open Media Coalition, e aveva avuto un buon riscontro mediatico. Al centro della campagna, una richiesta molto semplice. Quella cioè di modificare la pratica, ormai consolidata, di nomine al buio nei ruoli chiave (come le autorità indipendenti, appunto) e di effettuare le nomine in maniera trasparente, sulla base di curricula palesi e del merito.

Dopo un tira e molla, la conferenza dei capigruppo di Montecitorio (contraria la sola Lega Nord) ha deciso di rinviare sia le nomine dell’Autorità Garante per le Comunicazioni sia quelle del garante per la privacy. Un segnale importante – per quanto dovrebbe essere semplicemente una prassi normale, in un paese civile e democratico. Tant’è, in Italia prevalevano sempre le logiche politiche — commentato con soddisfazione dall’Open Media Coalition:

«È una vittoria della società civile, un passo nella giusta direzione da parte del Parlamento, la decisione appena assunta dalla Conferenza dei Capigruppo della Camera dei Deputati di rinviare al 6 giugno prossimo le votazioni per le nomine dei membri dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom) e del Garante Privacy già fissate per domani. Il rinvio è motivato dalla riconosciuta esigenza di raccogliere – entro il primo giugno – i curricula dei candidati e di inviarli ai parlamentari in modo che possano conoscere e valutare comparativamente le professionalità e le competenze dei candidati a ricoprire così delicate funzioni di garanzia per la vita democratica.
Per la prima volta nella storia italiana, il sistema dei partiti ha rinunciato a nomine al buio, senza candidature ufficiali, accettando il principio della trasparenza e competenza nei processi decisionali.

Un risultato insperato solo poche settimane fa, quando, decine di associazioni, riunite da Open Media Coalition hanno lanciato la campagna nazionale: Vogliamotrasparenza.
Una domanda di trasparenza nelle nomine delle Authority che ha via via registrato un numero sempre crescente di adesioni – anche bipartisan – di numerosi parlamentari della Repubblica».

Ora però c’è un altro nodo da sciogliere sul quale si chiede trasparenza: le nomine per il nuovo cda Rai. E’ ovvio che anche su questo evento fondamentale si concentrino le richieste di Open Media Coalition. E’ possibile auspicare anche qui, una volta per tutte, che le nomine del consiglio d’amministrazione del servizio pubblico televisivo si basino sulla competenza, sulle conoscenze, sulle effettive capacità dei prescelti, e non su logiche partitiche? Staremo a vedere.