Rai: fiscalizzare il canone, fuori i partiti. Proposta verso la privatizzazione?
Proposta di Raffaele Bonanni per risolvere la situazione dell’evasione del balzello. Ma così pagherebbe anche chi non ha la tv.
La proposta viene da Raffaele Bonanni, ma non è certo di quelle originali, anche se declinata in maniera diversa da quanto si è già sentito fino ad oggi. Lo sloga è il solito: basta con il canone Rai. A fronte di un’evasione di circa 500 milioni di euro per gli abbonamenti tradizionali e di 900 per gli abonamenti speciali, è evidente che il meccanismo di tassazione non funzioni. E allora? E allora ecco la proposta del leader della Cisl:
«La strada più diretta è quella di fiscalizzare il canone, garantendo il livello adeguato di risorse economiche».
Se vi state chiedendo cosa significhi fiscalizzare il canone Rai, chiariamo subito un dubbio: non significa affatto che il canone non ci sarebbe più. Significa semplicemente che sarebbe pagato insieme a tutte le altre tasse. Quindi lo pagherebbe anche chi non ha la tv – chissà se Bonanni, con la sua proposta ha pensato anche a questo?
Bonanni, poi, durante lo strano vertice da triplice alleanza (Maurizio Gasparri per il Pdl, Maurizio Gentiloni per il Pd, Rodolfo De Laurentiis per l’Udc, cioè tre persone che sulla carta non dovrebbero aver olto da condividere ma che nell’era del governo tecnico, invece, possono andare a braccetto), ha sottolineato ancora come la governance del servizio pubblico sia da rivedere. E su questo, clamorosamente, ha incassato l’accordo di tutti. Anche di Maurizio Gasparri, che pure ha ironizzato sulle forzature del governo tecnico. Fuori i partiti. Canone fiscalizzato. Ammesso e non concesso che ci si arrivi e che sia davvero la soluzione migliore, è il primo passo verso la privatizzazione della Rai?
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