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Euro 2012: la regia creativa fa indignare i tedeschi

Mancano poche ore alla finalissima Italia – Spagna di Euro 2012, il paese si fermerà, la gente affollerà le piazze per mettersi di fronte alla tv (o ai maxi-schermi) e assisteranno ad un evento che, comunque vada a finire, resterà nella storia collettiva di tutti gli amanti del calcio: un gruppo di individui di ogni

pubblicato 1 Luglio 2012 aggiornato 4 Settembre 2020 03:45

Mancano poche ore alla finalissima Italia – Spagna di Euro 2012, il paese si fermerà, la gente affollerà le piazze per mettersi di fronte alla tv (o ai maxi-schermi) e assisteranno ad un evento che, comunque vada a finire, resterà nella storia collettiva di tutti gli amanti del calcio: un gruppo di individui di ogni sesso ed età che in occasione di Europei e Mondiali coincide con un buon 70% della popolazione italiana.

La regia di una partita di calcio ha un ruolo fondamentale, così come la telecronaca, forse anche di più tenendo conto dei decibel che accompagneranno la visione di Italia – Spagna. La Uefa ha deciso di applicare una regia che aspira ad essere “cinematografica”: replay in slow-motion, ma anche il montaggio. Un evento live con l’inserimento di immagini riprese in altri momenti, una finezza, ma che rischia di far arrabbiare qualcuno, soprattutto quelli che perdono.

La Sueddeutsche Zeitung ha sottolineato come l’immagine di una tifosa tedesca con il volto rigato da una lacrima mandata in onda quando l’Italia è andata in vantaggio 2 a 0 nel primo tempo della semifinale grazie a Mario Balotelli fosse in realtà stata ripresa durante l’esecuzione dell’inno nazionale (quello tedesco, naturalmente). La polemica nasce dal fatto che lo spettatore non poteva immaginare si trattasse di una riproposizione, il fotogramma aveva un significato, ma piazzato in quel momento e decontestualizzato ne acquisiva un altro. L’idea di una regia con questo tipo di licenze, nonostante riprenda un evento live, è interessante, ma con elementi di soggettività che finiscono per urtare la suscettibilità di qualcuno, soprattutto degli sconfitti di turno.