Francesco Schettino a Quinta Colonna – L’intervista
Il comandante ritenuto responsabile del naufragio del Costa Concordia intervistato nel programma di Salvo Sottile.
“Non avevo tanta voglia di parlare ma lo faccio per rispetto al pubblico” con queste parole il Comandante Francesco Schettino, ritenuto responsabile del naufragio della Costa Concordia, apre la sua intervista fiume a Quinta Colonna, per la gioia di un pavoneggiatissimo Salvo Sottile. Partiamo subito dal presupposto che io questa intervista non avrei voluto vederla in tv per una serie di motivi. Il più istintivo è che dare (più di) 50.000 euro al (presunto) responsabile della morte di 32 persone mi sembra una follia. Però il rispetto del pubblico viene prima di qualsiasi altra cosa, pare.
Non mi soffermerei sulla ricostruzione dei fatti offerta dal programma (che in ogni caso non ha aggiunto molto più di quanto già si sapesse), ma su un collage di cadute di stile che lasciano basito il telespettatore (o quantomeno me, da telespettatrice). L’intervista a Schettino è stata realizzata da Ilaria Cavo in una casa che non è la dimora del Comandante, ma quella di un suo “amico fidato”. Di spalle al “protagonista”, come già si vedeva nel promo, spicca il modellino di un veliero affiancato da un cimiteriale vaso di fiori. La casualità.
Una parola la spenderei anche sulla gestione dell’intervista da parte di Ilaria Cavo: sicuramente preparata (come non perde occasione di ricordare), la giornalista indugia davvero troppo su particolari morbosi e irrilevanti. Esempio ne sia il passaggio dell’intervista in cui la Cavo chiede a Schettino di Dayana, la bimba di 5 anni che ha perso la vita nel naufragio.
Quinta colonna – intervista a Francesco Schettino
Cavo: Allora, parliamo di Dayana
Schettino: Non me la sento
Cavo: Perchè?
Schettino: Perchè ancora non riesco a farmene una ragione.
Cavo: Perchè?
Secondo voi perchè? Forse perchè stiamo parlando della morte di una bimba di cinque anni? Dallo studio la giornalista insiste:
Gli ho chiesto sei volte di parlarmi di Dayana, ma non mi ha voluto dire nulla.
Detto ciò rimangono le parole di Schettino. Il comandante parla della differenza tra incidente e crimine, e del suo progetto di diventare surfista notturno per rivivere i momenti della tragedia e superare il trauma. Il tutto condito dal ripetersi della frase slogan della serata: “Colpa dell’inchino o colpa di Schettino?”.
Sottile ci aveva già garantito un approfondimento sulla tragedia della Costa Concordia e di positivo c’è che la diretta non è stata nè un processo di beatificazione, nè una gogna mediatica. Come c’era da aspettarsi, nessuno ne è uscito vincitore. Nemmeno il telespettatore.