Referendum contro la Casta, un’iniziativa (discutibile) che non vedrete in tv
Referendum anticasta per il taglio degli stipendi dei parlamentari, un’iniziativa che non arriverà mai in tv.
“Referendum contro la Casta“, “Tagliare gli stipendi d’oro” dei parlamentari, tutte parole d’ordine della cosiddetta antipolitica che tanto piacciono, soprattutto su internet dove basta un like su Facebook per sentirsi “parte del movimento”. L’iniziativa di un partitino “inesistente”, Unione Popolare, nato dalla diaspora di qualche sconosciuto ex UDC, sta prendendo piede in rete ed in tv difficilmente approderà. Si tratta di un complotto dei poteri forti oppure semplicemente i promotori della raccolta firme sono ben felici di accreditarsi come osteggiati dai media e guadagnare facili consensi?
L’idea è semplice. La consultazione referendaria si propone di cancellare la diaria dei parlamentari 3.503,11 euro al mese che, insieme a voci più corpose, vanno a costituire lo stipendio dei nostri onorevoli. Via due righe dalla legge 1261 del 1965 e il problema è risolto. La casta viene punita, noi risparmiamo tanti soldi pubblici (una 50ina di milioni di euro l’anno, il fatturato della Fascino di Maria De Filippi, più o meno un centoquarantesimo della spending review del governo Monti) e siamo tutti contenti.
Peccato che il Referendum dovrebbe prima raggiungere le 500 mila firme, pur essendo promosso da un movimento composto da un centinaio di persone e da nessuno dei partiti tradizionali, nemmeno quelli anticasta come il Movimento 5 Stelle di Grillo, passare al vaglio della Consulta (auguri) e poi raggiungere il quorum (essendo abrogativo il 50%+1 degli aventi diritto al voto, roba che non capita da diverso tempo nel nostro paese – se si esclude la felice eccezione su questioni come nucleare e acqua pubblica che hanno generato un’enorme mobilitazione – ). Il tutto ci costa più o meno 400 milioni di euro, quindi spendiamo in una volta sola il presunto risparmio ottenibile in 8 anni. Un vero affare.
Il Referendum contro la Casta non arriverà in Tv? Speriamo, siamo sufficientemente fregnoni da andargli dietro. C’è da sperare che gli Italiani raccolgano firme per “salvare maicol della nominesciòn!…il grande fratello è imbordande!” (cit.).