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Olimpiadi 2012, Maurizio Compagnoni a Tvblog: “Solo su Sky tutte le gare senza interruzioni”

Maurizio Compagnoni alle Olimpiadi di Londra 2012 commenterà l’atletica per Sky. E a Tvblog dice: “Gli spettatori non perderanno nemmeno un secondo di gara”

pubblicato 23 Luglio 2012 aggiornato 4 Settembre 2020 03:13

Maurizio Compagnoni sarà la voce di Sky per l’atletica alle Olimpiadi di Londra 2012. Insieme con lui, ci saranno Nicola Roggero, Fiona May, Stefano Mei e Stefano Baldini.
Maurizio, già arrivato a Londra?

“Sì, sono partito proprio oggi anche se le gare di atletica non inizieranno subito: nei primi giorni mi occuperò anche delle telecronache di calcio”.

Come ti stai preparando?

“Beh diciamo che l’atletica è il mio secondo sport dopo il calcio, quindi una certa esperienza c’è. Per undici anni ho fatto telecronache dei Grand Prix di atletica, con una novantina di meeting in giro per l’Europa. Come mi preparo? Leggendo, informandomi continuamente. Anche perché l’atletica è uno sport così vasto che c’è sempre bisogno di aggiornarsi, ci sono sempre talenti nuovi, provenienti da ogni parte del mondo. Quindi l’obiettivo è cercare di sapere tutto”.

La tua esperienza nel campo è notevole.

“Sì, anche se commentare un’Olimpiade è molto diverso rispetto a un meeting. In un meeting è tutto concentrato in due ore, hai un evento dietro l’altro, sei quasi in apnea. Alle Olimpiadi cambiano i tempi, si allungano molto (soprattutto durante le batterie del mattino) ed è importante essere bravi a tenere alta l’attenzione dello spettatore anche quando non ci sono finali o gare emozionanti”.


Come si fa?

“Raccontando storie, facendo riferimenti al passato, pescando nella memoria. Per esempio, durante una batteria dei 5mila metri potrebbe essere interessante spiegare ai ragazzi di quindici o sedici anni che cos’era il mezzofondo italiano negli anni Ottanta. Insomma, pescare nel passato per capire il presente, magari anche interagendo con gli spettatori. Di idee ne abbiamo, ne parleremo con Giovanni Bruno nel primo briefing londinese”.

Secondo te quali saranno le competizioni che attireranno maggiormente l’attenzione degli spettatori?

“Per quel che riguarda l’atletica, naturalmente la finale dei cento metri, che è un po’ il simbolo dell’Olimpiade. A proposito degli altri sport, invece, penso che le gare in cui abbiamo importanti possibilità di medaglia (mi viene in mente il nuoto, con la Pellegrini ma anche Scozzoli) saranno le più seguite. Senza dimenticare gli sport di squadra, come la pallavolo e la pallanuoto. La medaglia d’oro ottenuta dal Settebello a Barcellona ’92 è una scarica di adrenalina che non ho ancora dimenticato”.

Voi avrete dodici canali dedicati, molti dei quali in esclusiva per una sola disciplina. Non c’è il rischio che sia troppo? O che ci siano troppi tempi morti da coprire?

“No, io credo che la nostra sia una scelta giustissima. Da spettatore mi incavolavo quando durante le Olimpiadi del passato vedevo sulla Rai una gara, mentre io volevo vederne un’altra. Non che fosse colpa della Rai, sia chiaro, ma con un solo canale è obbligatorio fare delle scelte. Così, qualsiasi cosa scegli, finisci per scontentare qualcuno. Mi viene in mente l’Olimpiade di Sidney, con la semifinale di pallavolo tra Italia e Serbia e la gara di Fiona May nel salto in lungo in contemporanea”.

Non sarà la tua prima esperienza olimpica, giusto?

“No, ho già fatto Atlanta ’96 e Sidney 2000, ma come inviato di Telepiù. Essendo giornalista di una televisione non right holder, però, c’erano tantissime difficoltà, limitazioni per accedere ai siti olimpici, mille ostacoli. Ora che siamo noi i proprietari dei diritti, sarà molto diverso”.

Maurizio, non c’è il rischio che nelle gare di velocità (mi viene in mente quella della Pellegrini nel nuoto) i telespettatori di Sky cambino canale e guardino la Rai per non subire i pochi secondi di ritardo del satellite? Per evitare di sentire i vicini di casa esultare, insomma, mentre uno sta guardando gli ultimi secondi della gara.

“Ci può stare… Mmm, non lo so, mi hai spiazzato con questa domanda. In effetti sì, in qualche condominio potrebbe succedere. Però credo che questo ritardo si avverta di più nel calcio, per esempio”.

Beh, a proposito di calcio: durante i calci di rigore della finale dei Mondiali del 2006, avete notato una tendenza di questo tipo (cioè telespettatori che hanno guardato Raiuno invece di Sky)?

“Sinceramente non lo so, perché io dopo aver commentato la finale del terzo/quarto posto ero subito partito per le vacanze e avevo guardato la finale mentre ero in ferie, e poi sono ritornato dopo un mese, per cui non so se in redazione era stata notata questa cosa. Tra l’altro io sono anche un appassionato di questo tipo di dati, flussi di ascolti, fasce Auditel e così via. In effetti sarebbe interessante vedere se ai tempi tra supplementari e rigori ci sia stato uno split”.

Concludendo, quali sono le tue aspettative personali e professionali per Londra 2012?

“Semplicemente, cercare di coprire l’evento nella maniera più interessante possibile. Spero che i nostri commenti saranno apprezzati, anche se è evidente che la nostra marcia in più rispetto alla Rai sarà proprio la possibilità di far vedere ai nostri spettatori tutto lo spettacolo, dal primo all’ultimo secondo. Perché alla fine lo spettatore di un’Olimpiade vuole vedere tutto”.

E dalle telecronache di atletica cosa dovremo aspettarci?

“Tanti commentatori esperti (Baldini, May e Mei), e se ne aggiungeranno altri per le competizioni su strada. E poi studi, integrazioni con telecamere personalizzate e interazione con il pubblico. E ogni istante delle gare, senza interruzioni”.