Morto Arnaldo Bagnasco autore regista ed ex dirigente Rai
E’ morto ieri nella sua casa di Chiusa Pesio (Cuneo) Arnaldo Bagnasco
E’ morto ieri nella sua casa di Chiusa Pesio (Cuneo) all’età di 75 anni l’autore, regista di televisione e di teatro Arnaldo Bagnasco, dopo una malattia a seguito di un trapianto di rene andato male, era nato il 1936 a Dernice in provincia di Alessandria. Proprio nei giorni scorsi durante la conversazione che abbiamo avuto con Renzo Arbore, avevamo parlato di uno dei primi programmi che ideò per la televisione pubblica, quel Match condotto da Alberto Arbasino, un programma che nasceva da un’idea dello stesso Bagnasco ed il cui tratto distintivo già allora era ben definito. Su come dovesse muoversi la Rai nel panorama televisivo Bagnasco aveva le idee molto chiare :
“La crisi del servizio pubblico avviene quando il palinsesto Rai smette di essere fondato sulla creatività che si rinnova, frutto delle risorse umane interne all’azienda e si converte ai format, ovvero si mette ad acquistare prodotti fatti da altri, all’esterno da Endemol o roba simile. Da quel momento l’omologazione delle due entità televisive diventa totale”
Bagnasco cominciò la sua carriera artistica come attore al teatro universitario, passando poi al teatro Stabile di Genova e successivamente nella compagnia di Tino Buazzelli. Ha lavorato come aiuto regista di Bernardo Bertolucci e dopo aver vinto un concorso (allora si facevano!) entrò in Rai dove fu fra gli sceneggiatori di Eneide (1971), I Nicotera (1972), Le cinque stagioni (1976), La vita di Mussolini e Ligabue (1977). Proprio nel 1977 ideò Match per la Rete 2 di Massimo Fichera. Nel 1987 arrivò a Rai2 chiamato dall’allora capostruttura Giovanni Minoli per condurre Mixer cultura, un programma che si distinse per la forte “dialettica”. Poi passò a Rai3 dove fu il capostruttura di programmi come “Aspettando Grillo, Mina, Battisti..”, “Porca miseria”, “Chi l’ha visto”, “Harem”, “Processi sommari” ed il contestato varietà con Alba Parietti “La piscina”. Tornò poi a Rai2 con il programma dedicato ai libri “Punto e a capo”, “Misteri” e “Tenera è la notte”.
Bagnasco fu protagonista della florida stagione fra gli anni cinquanta e sessanta, quando a Genova nasceva la canzone d’autore con Gino Paoli, Fabrizio De Andrè, Luigi Tenco, Umberto Bindi e muovevano i primi passi gente come Paolo Villaggio, Enzo Tortora e Carmelo Bene, mentre lui iniziava la sua carriera come attore. Sulle radici e sul fatto che prima o poi si torna da dove si è partiti Bagnasco amava dire :
“Anche lo spettacolo deve ritrovare i legami con le proprie origini. Mi piace immaginarlo come una sequenza dei “Vitelloni” di Federico Fellini: tutti i provinciali attratti come falene dal sogno romano, all’improvviso sentono una forza che li richiama in senso opposto. E tornano per ripartire dalle proprie radici”
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