Cda Rai, addio alle spese di rappresentanza aziendale
Nel corso dell’ultimo Cda prima della pausa estiva, i consiglieri Rai hanno deciso di rinunciare definitivamente alle spese di rappresentanza
Proseguono i colpi di forbice in casa Rai. A una settimana di distanza dall’auto-riduzione dello stipendio messa in atto dal presidente Anna Maria Tarantola, ieri, nell’ultima seduta del Consiglio di Amministrazione prima della pausa estiva, i membri del Cda (che a loro volta hanno dovuto far fronte a un taglio del compenso di più di 30mila euro) hanno ufficialmente rinunciato alle spese di rappresentanza aziendale.
Un altro segnale positivo, nel clima di spending review che caratterizza l’Italia di queste settimane, da parte dei consiglieri della tv di Stato.
Sempre nel corso del Cda di ieri è stato letto il parere (positivo) dell’Avvocatura di Stato a proposito della legittimità delle deleghe di Anna Maria Tarantola, su cui aveva espresso più di un dubbio il Pdl (secondo il consigliere Verro, in particolare, le nuove deleghe avrebbero potuto modificare “la volontà del Parlamento e snaturare la figura del presidente del servizio pubblico”, rendendolo un “vero e proprio commissario del governo”). L’Avvocatura di Stato, invece, ha ammesso l’allargamento delle deleghe per Tarantola, che così ha pieno potere di nominare tutte le strutture non editoriali (e cioè legali, finanziarie e amministrative) senza passare obbligatoriamente dal Cda, e di firmare in autonomia tutti i contratti fino a dieci milioni di euro (alzato il limite precedente, che era di due milioni e mezzo).
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Insomma, le prime azioni di questo Consiglio di amministrazione pare siano orientate nella giusta direzione: saranno solo fuochi fatui, o finalmente la Rai può contare su una governance adeguata? Dopo l’estate, ne sapremo sicuramente di più.