Lena Dunham e Jon Hamm nel video-promo dell’app del The New Yorker

Lena Dunham, prima della scorsa primavera, ai più era una sconosciuta. La 26enne figlia d’arte (i suoi genitori sono una fotografa ed un pittore) era nello show business già da tempo, ed aveva già collezionato qualche successo, in particolare con “Tiny Furniture”, un film indipendente semi-autobiografico, dove recitavano gran parte dei suoi amici.

Poi è arrivata la Hbo, ed il successo di “Girls”, la comedy che la vede protagonista, produttrice, regista ed autrice, che si è guadagnata quattro nomination agli Emmy Awards. La Dunham, che la si apprezzi o no (lo stesso “Girls” ha ottenuto critiche contrastanti), è indubbiamente una delle attrici ed autrici da tenere d’occhio.

Se n’è accorto anche “The New Yorker”, lo storico periodico americano che, in un’ottica di rinnovamento verso un pubblico attento ai nuovi media, ha da un paio d’anni lanciato una versione per iPad ed iPhone. Proprio la app per quest’ultimo ha ricevuto di recente un’importante restyling, che l’editore ha deciso di promuovere sfruttando la creatività e popolarità della Dunham.

Ecco che, allora, all’autrice è stato chiesto di girare un corto per spiegare ai meno esperti come funziona l’applicazione del settimanale su iPhone. La Dunham si è messa al lavoro, ed il risultato è stato un video di cinque minuti nel quale, oltre a lei ed Alex Karpovsky, compare Jon Hamm, ormai costretto a viaggiare nel tempo (e che già, inconsapevolmente, aveva partecipato ad un’operazione simile, per la timeline di Facebook).

Ad Hamm, abituato agli ambienti di “Mad Men”, è stato chiesto di interpretare il conduttore di un talk show degli anni Settanta, in cui l’ospite del giorno è proprio la Dunham, nei panni di un’attrice piuttosto svogliata. I due introducono un video nel video, ambientato ai giorni nostri, dove sempre la Dunham (non si può dire che manchi di voglia di stare davanti alla telecamera) interpreta una redattrice del “The New Yorker”, decisa a spiegare ad un assistente (Karpovsky) la nuova app.

Un corto semplice, divertente, che rivela come gli attori americani possano essere non solo versatili e disponibili verso esperimenti di questo genere (due anni fa, per la versione su iPad, venne chiamato Jason Schwartzman), ma anche capaci di realizzare un prodotto godibile e che non faccia storcere il naso per l’evidente scopo commerciale in pochi minuti.