Rai, Antonio Marano: “Contento di aver creduto nei canali tematici e di aver innovato con Pechino Express”
Il vicedirettore della Rai al Prix Italia di Torino ha parlato di innovazione in tv. E per farlo ha citato il reality show che la scorsa settimana ha debuttato su Rai2.
Via la ‘brutta e sporca‘ Isola dei famosi, dentro la sobria ed elegante Raffaella Carrà. Ma nel segno dell’innovazione targata Pechino Express. E’ tutta qui la Rai del 2013, di cui vi abbiamo già raccontato molto nelle scorse settimane: dal ritorno del caschetto biondo al sabato sera di Rai1, al sempre più probabile stop per il reality show portato in Italia da Simona Ventura. Che il nuovo corso di Viale Mazzini, guidato dalla coppia Luigi Gubitosi e Anna Maria Tarantola fosse basato su parole come etica, risparmio e serietà non è certamente una notizia dell’ultim’ora. Tuttavia oggi torniamo a scriverne in seguito ad alcune dichiarazioni rilasciate da Antonio Marano nel corso di Prix Italia, il concorso internazionale della Rai a Torino. Il vicedirettore generale della tv pubblica infatti ha parlato di innovazione, a 360 gradi. Non prima, però, di aver rivendicato la saggezza della scelta compiuta dalla Rai – a detta di Marano stesso – di puntare molto sui canali tematici:
Se non avessimo creduto nei canali tematici ora la Rai avrebbe uno share complessivo del 35 per cento, invece siamo ancora al 40. E sono contento che nonostante i forti tagli, il budget di queste reti sarà salvato.
Ecco, poi, l’innovazione:
L’innovazione deve allargarsi anche alle reti generaliste, sia provando format nuovi come Pechino Express con Emanuele Filiberto, sia realizzando fiction di respiro internazionale, che siano cioè vendibili all’estero, dunque più corte e dedicate a temi più global.
In verità altre parole di Marano, di cui abbiamo dato conto su Blogapuntate, sono suonate come un vero e proprio attacco frontale (condivisibile?) al modello produttivo nazionale delle fiction. Altro tema di cui si è occupato il vice dg (ex deputato leghista) è stato, infine, quello della riduzione dei telegiornali:
Io guardo al modello europeo che prevede una struttura più snella e industriale. Il nostro è invece un modello politico, che ha avuto anche un ruolo positivo nel Paese, ma oggi non più proponibile. Ai nuovi vertici stabilire il da farsi.
Foto | TM News