Frizzi cerca la luce nella selva oscura dei commenti velenosi
Il conduttore al Messaggero cerca di difendere il proprio lavoro. E promette di andare avanti, anche se una seconda puntata non gli conviene.
Fabrizio Frizzi interviene sul flop di Per tutta la vita? e quasi non si capacita. Non tanto del flop, chiaramente, ma non perché se lo aspettasse. No, è altro che lo turba. Sul flop, al Messaggero, il conduttore la butta sul fatalismo:
«Si lavora, si fa il meglio che si può, poi può succedere che un programma non sia apprezzato».
Quel può succedere lascia interdetti ma dimostra che, evidentemente, ci si credesse sul serio, che si potesse ripescare un formato così anacronistico dal baule dei ricordi, riproporlo senza grandi stravolgimenti e fare bene.
«Io sono un diligente “soldato” dell’azienda e lo sono stato anche in questo caso, in questo momento il programma sembrava essere utile all’azienda e l’ho fatto. Si era ritenuto che il format, un successo del passato, aggiornato potesse avere successo anche oggi. La platea però è stata troppo ristretta»
E quindi pazienza, giusto? Ma di cos’è che Frizzi non si capacita proprio?
Dei commenti cattivi. Leggere per credere:
«Quando si fa si può anche sbagliare però vedo commenti molto cattivi, molto velenosi sembra che si aspetti la scivolata per tirare fuori il bastone da dietro la schiena. Io sarà alla mia trecentocinquantesima prima serata e so bene che ci sono trionfi e scivolate».
E’ davvero un’ossessione, quella dei commenti cattivi e velenosi, per chi fa tv. E varrà la pena di approfondire il tema, perché il discorso è semplice: i commenti ci sono sempre stati. Forse arrivavano meno ai destinatari.
Quanto alla seconda puntata, chiesta da Mazza per ammortizzare i costi e riorganizzare il palinsesto, Frizzi è interdetto:
« A me converrebbe non farla una seconda puntata, sono abituato ad ammettere quando le cose non vanno, ma ho capito che all’azienda serve una seconda puntata e quindi cercheremo di farla: non faccio il prezioso, anche se altri, in questa situazione lo farebbero».
Su questo non si può che dargli ragione. Tuttavia, il punto è un altro. Perché accettare a monte? Ecco, di questo, della decisione di rispolverare un programma del passato in questo modo, francamente non riesco a capacitarmi.