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Prix Italia 2012, tra i vincitori solo una menzione speciale per l’Italia, a Quello che (non) ho

Tra i vincitori del Prix Italia 2012, molti stranieri. Unica menzione speciale per l’Italia a Quello che (non) ho

pubblicato 23 Settembre 2012 aggiornato 4 Settembre 2020 01:38

C’è solo un programma italiano a spiccare tra i protagonisti del “Prix Italia 2012”, il concorso internazionale per la radio, televisione e web giunto alla 64esima edizione e che si è tenuto la scorsa settimana a Torino. Si tratta di “Quello che (non) ho”, andato in onda la scorsa primavera su La 7, che ha ricevuto una menzione speciale per le “performing arts”.

A vincere, però, sono state le produzioni del Nord Europa, con l’eccezione della Svizzera, con la rete Sgr Ssr che ha vinto nella sezione “Documentari di attualità” grazie a “Volo Speciale” di Fernand Melgar, sulla vita degli immigrati irregolari.

La tedesca Zdf ha vinto nelle rappresentazioni artistiche con “Pina”, girato da Wim Wenders, che ha raccontato la vita della coreografa Pina Bausch. La giuria ha spiegato che “la collaborazione tra il regista e la compagnia di danza ha permesso a Wenders di trasmettere con naturalezza e semplicità lo straordinario rapporto di familiarità e affetto della compagnia”.

Per i documentari di musica e arte ha vinto “Anton Corbijn inside out” di Klaartje Quirijns, in onda su Npo (Olanda), secondo la giuria “intimo ritratto non solo del grande fotografo Anton Corbijn, ma all’uomo, profondamente introverso. La regista ha curato in modo particolare lo stile delle riprese in modo da stabilire una corrispondenza con il lavoro di Corbijn e un’intima connessione tra la sua personalità e la sua arte”.

Nella sezione film tv e miniserie ancora una vittoria tedesca, con “L’ultima bella giornata” di Johannes Fabrick, per Ard, storia di un suicidio all’interno di una famiglia. Per le serie tv, vince “Nei guai” di Magdalena Lazarkiewicz di Tvp (Polonia), descritto come “la cruda descrizione della solitudine di un musicista di strada tossicodipendente e della sua relazione autodistruttiva con la madre, ma è anche uno straordinario lavoro artistico”.Per i documentari culturali vince “Crede di essere il migliore” di Maria Kuhlberg per Svt (Svezia), ambientato all’interno di una famiglia in difficoltà.

All’estero vanno anche i premi speciali: quello degli studenti alla serie “Clara va a morire” di Arte France, il premio speciale Expo 2015 al documentario “Immondizia a tavola” di Ard, che vince anche il premio “Coppa del presidente della Repubblica” con “Souteigai–Beyond Imagination. Japan and the Threefold Catastrophe”.

La Danimarca vince il premio speciale per le serie con “Governo”, di Dr, mentre il premio “Signis” va a “La famiglia di Nicky” di Ctv-Ceska Televize della Repubblica Ceca.

L’Italia, che ospita l’evento, esce quindi a bocca asciutta. Sintomo di una mancanza di idee e che, quando le idee ci sono, non riescono a colpire nè il pubblico nè la critica, prendendo direzioni sempre più lontane dal resto del panorama televisivo europeo, interessato ad approfondire tematiche sociali che da noi trovano poco spazio.