Quelli che il calcio, Abatantuono contro Luca Giurato: “Anche se un mio film fa cagare non lo vai in giro a dire”
C’è maretta di lunga data tra l’attore e il giornalista. La Cabello disperata!
UPDATE: Abatantuono è tornato qualche minuto dopo sulla querelle, facendo anche peggio. Il suo pensiero racchiude quello dei famosi sul diritto di critica, che si confonde con quello di lesa maestà oltre che di ipocriti convenevoli tra celebrities:
“Sono intervenuto perché quando mi ha criticato io ero in promozione. E’ come se lui da critico musicale va dagli Skunk Anansie e dice fai cagare. Nel 51 faceva il Luzzatto Fegiz. Magari un mio film fa cagare, ma non lo vai in giro a dire. Lo dico perché se no al pubblico a casa sembra che io sia aggressivo”.
Peccato che lo stesso Abatantuono avesse infierito ancora due secondi prima:
“Sulla panchina del Milan ci vedrei bene Giurato visto che è tuttologo”
Quando c’è maretta tra celebrità da tempi immemori e i due si ritrovano per caso in tv (?) la rissa è assicurata. Oggi Victoria Cabello è riuscita a scongiurare il peggio a Quelli che il calcio, con tanto di “calmi, se no qui finisce in tragedia”.
Protagonisti del ring, che mancava alla domenica pomeriggio dai tempi di Paola Perego, Diego Abatantuono e Luca Giurato. Il primo, in collegamento, ha iniziato da subito a sfottere il giornalista in studio, dandogli del terzo pugile (con Vicky c’erano già i campioni Roberto Cammarelle e Clemente Russo).
Poi lo stesso Abatantuono ha parodiato una telecronaca della Formula 1 in inglese, pronunciando all’improvviso il nome di Giurato. Quest’ultimo ha reagito agli sfottò rinunciando alla sua consueta bonomia e svelando, con fare rancoroso, la lontana origine dello scazzo tra lui e il collega:
“Vedo che il signor Abatantuono ha la memoria molto lunga, ancora non perdona il giudizio negativo su quel film. Si rassegni, quel film era una boiata”.
Giurato aveva stroncato qualche anno fa un film dell’attore, I mostri oggi, proprio a Quelli che il calcio, forte di aver cominciato come critico cinematografico, agli inizi della sua carriera giornalistica (già ripercorsa in un’intervista della Cabello), a Paese sera). La vicenda era finita anche a Striscia la notizia. Peccato che Abatantuono abbia risposto al giornalista per le rime, sfruttando velatamente il punto debole delle sue papere:
Quelli che il calcio: rissa tra Giurato e Abatantuono (foto)
“Che lavoro fa Giurato? Giornalista dove? dove scrive? I giornalisti lavorano in un giornale”.
La Cabello è intervenuta cercando di spiegare al pubblico, senza messe misure, la ragione del battibecco:
“Giurato aveva fatto una recensione un filo critica di un film di Diego. Da lì si odiano”.
L’attore ha ribattuto:
“Non è da lì. Da dopo. Da quando mi sono chiesto cosa faceva Giurato. Non sapevo facesse il critico. E che ha fatto dal ’61 a oggi? Non ho capito ancora oggi che faccia di mestiere. Ma sarebbe inutile domandarselo dal punto di vista della qualità”.
La Cabello ha cercato di venire in aiuto di Giurato, ricordando che su Paese sera, come critico, ha scritto anche Dario Argento.
Per il resto l’irrompere inatteso di acredine e frecciatine ha acceso il ritmo di una puntata monotona e anche un po’ caotica, per via di qualche problema tecnico di troppo (non partiva la base dei Florida e si è dovuta annunciare la pubblicità).
Quelli che hanno perso i diritti – è una mia sensazione – non hanno saputo sopperire con una buona dose di inventiva, continuando ad aggrapparsi al calcio come riempitivo. Il vero handicap della Cabello sta nel continuare a fidarsi, forse per l’amicizia che li lega, del Trio Medusa, artefice di siparietti satirici spiccioli e inconsistenti (il loro toga party era da idoneità al livello elementary dei comici).
Tra qualche compiacimento alternativo di troppo e l’orgasmo di Vicky per la rimpatriata con gli Skunk Anansie, che le ricordano la sua vecchia Mtv, quest’edizione sembra aver bisogno di altro tempo per ricarburare.
Per ora, delle imitazioni cult dell’anno scorso (gli stessi Renzi e Minetti, al secondo passaggio, già stancano) e di quell’ironia un po’ iconica non c’è traccia. Speriamo che la Cabello non abbia di nuovo bisogno delle immersioni natalizie per svegliarsi.