Tv Talk, la prima puntata live su TvBlog: Tognazzi e Zapelli su Il caso Tortora “Poco spazio per i nomi dei giudici”
La prima puntata di Tv Blog, tra l’informazione tv e la fiction Usa alle prese con le adozioni gay.
La prima puntata di Tv Talk si è aperta con l’informazione e si chiude con un approfondimento dedicato a Reality di Matteo Garrone, ma la risposta della Zapelli all’accusa di omertà sui nomi dei giudici inquirenti del processo Tortora merita a nostro avviso una standing ovation. Ma come si fa a dire che non c’è stato ‘lo spazio narrativo’ per fare tre, sei, nove nomi e cognomi (ma fossero stati anche 100 i magistrati coinvolti), mentre si snocciolano quelli dei testimoni, della compagna praticamente ‘segreta’ di Tortora, di chiunque si sia avvicinato a quella storia, ma non di chi ha innescato uno dei casi più assurdi della malagiustizia italiana. Ma neanche nella coda della fiction, dove invece è stato citato il pentimento di Gambescia, hanno avuto ‘spazio’ i nomi dei giudici… La risposta merita il suo spazio:
“Perché il linguaggio della fiction è purtroppo un linguaggio massimalista, che implica delle semplificazioni. Non c’era lo spazio narrativo per i nomi. All’epoca del processo Tortora c’era un differenziazione altissima dei magistrati della fase inquirente. I due magistrati che interrogano Barra non sono gli stessi due magistrati che rinviano a giudizio Enzo Tortora. E il magistrato che accusa Enzo Tortora al processo è un quinto magistrato. Quindi noi, a livello di racconto, questi magistrati noi li abbiamo trattati come delle funzioni, più che come dei personaggi. Non avevamo lo spazio narrativo per dare quel chiaroscuro, che avrebbe potuto anche restituire giustizia alla complessità del loro ruolo”.
Ci consoliamo con Teresa Mannino, che non solo ha inaugurato la nuova annata della ‘liason’ Tv Talk- TvBlog rispondendo alla domanda di un nostro lettore, ma ha anche detto cosa ne sarà di Zelig 2013. Peccato per il ‘troppo’ (secondo me) tempo concesso all’inchiesta sullo stato dell’informazione tv (alla fine le polemiche, i temi, le questioni e i programmi son sempre gli stessi) che ha ridotto al lumicino sia l’interessante spunto su consumo Tv e Web, sia lo spazio per The New Normal, anche se alla fine non si riesce mai a fare una discussione onesta, non ipocrita, davvero ‘tecnico-scientifica’ sui temi e le formule della serialità USA.
Il caso Tortora: Ricky Tognazzi e Monica Zapelli rispondono a Silvia Tortora
16.35 Ma il fatto che le figlie si siano scagliate contro fiction ha ‘fatto male’ al Tognazzi regista e attore principale?
“Mi è dispiaciuto tantissimo, tantissimo perché penso che la loro collaborazione sarebbe stata preziosa. MI è dispiaciuto tanto anche perché se razionalmente, secondo me, hanno torto, da un punto di vista emotivo e sentimentale ne comprendo fortemente le ragioni. (…) E poi c’è una terza cosa che vorrei aggiungere: mi è dispiaciuto molto perché questa ostilità nei confronti del progetto ha in qualche modo creato delle autocensure… avendole avute affianco forse saremmo stati più coraggiosi”.
16.32 E’ Monica Zapelli, sceneggiatrice con De Cataldo e Simona Izzo, a rispondere alle obiezioni sollevate da Silvia Tortora sull’assenza nella fiction dei nomi dei giudici inquirenti, quelli che hanno portato avanti le accuse a Tortora. Bernardini le fa una domanda diretta: Perché non li avete fatti questi nomi?
“Perché il linguaggio della fiction è purtroppo un linguaggio massimalista, che implica delle semplificazioni. Non c’era lo spazio narrativo per i nomi.
All’epoca del processo Tortora c’era un differenziazione altissima dei magistrati della fase inquirente. I due magistrati che interrogano Barra non sono gli stessi due magistrati che rinviano a giudizio Enzo Tortora. E il magistrato che accusa Enzo Tortora al processo è un quinto magistrato. Quindi noi, a livello di racconto, questi magistrati noi li abbiamo trattati come delle funzioni, più che come dei personaggi. Non avevamo lo spazio narrativo per dare quel chiaroscuro, che avrebbe potuto anche restituire giustizia alla complessità del loro ruolo”.
E Tognazzi aggiunge: “Non ci sono neanche i nomi dei magistrati che lo hanno assolto“. “Esatto” gli fa eco la Zapelli. “In tutto sono 9 i giudici, tra quelli inquirenti e quelli …. quindi diciamo che per semplificazione…“, dice Tognazzi, cui si sovrappone la Zapelli: “Abbiamo tagliato anche un avvocato, l’avvocato Coppola e a me dispiace perché ha avuto un ruolo bellissimo al processo proprio perché tre avvocati era difficile metterli in scena“.
Non avevamo lo spazio? Lo spazio è una scelta, ogni scelta ha uno spazio…
16.30 Ma veniamo a Il caso Tortora. Il primo a intervenire è il regista e protagonista principale, Ricky Tognazzi:
“Dopo tanti anni di silenzio ci aspettavamo delle reazioni, un dibattito, ecco. Siamo orgogliosi di essere riusciti a fare questo, insomma. Il rischio che questa storia cadesse nell’oblio era forte, quindi abbiamo deciso, insieme alla Rai e ai Lucisano, di portare fino in fondo questa operazione”.
16.27 Dopo la finestra su The Apprentice e l’omaggio alle parodie di Nicole Minetti e Matteo Renzi, personaggi ‘tv’ dell’anno, si torna a Teresa Mannino, che in realtà di tempo per vedere la tv ne ha poco. Si affonda su Mannino, con le curve di ascolto: e vediamo l’interazione tra tv e web. Una serie di grafici illustrano l’andamento del rapporto tra telespettatori e web. Il 28,7% guarda la tv e si collega a Internet, il 21% commenta su Facebook. Altri consumi ormai.
Tv Talk, la prima puntata live su TvBlog: finestra su The Apprentice
16.25 La debolezza del programma potrebbe essere nel ‘boss’: manca un boss alla Trump. Ma il confronto con l’originale è inutile: in quanti l’hanno visto? Non si riesce a focalizzarlo nel contesto italiano? E per misurare il successo del fenomeno in Italia si valutano le app del programma, ben due.
16.24 Un giovane analista descrive Briatore come ‘la Mara Maionchi’ del programma: non si può sentire, ma di certo lei sì che farebbe vedere i sorci verdi ai concorrenti.
16.23 Ci mette il carico anche Simonelli, che punta il dito sul programma, nato ‘vecchio’ sul piano socio-economico:
“Qui si parla di un modello di organizzazione del lavoro, modello che si è molto affermato, che è stato molto utilizzato, ma che ha prodotto 50 milioni di disoccupati in Europa. Ma è una follia! E’ come se in Romania ci fosse protagonista il manager di Ceacescu”.
Con tutto il rispetto per il professor Simonelli, noi finora in The Apprentice abbiamo visto l’assoluta incapacità dei concorrenti a gestire situazioni che la celebre casalinga di Voghera farebbe a occhi chiusi e con la mano sinistra. Più che la celebrazione di un modello ‘organizzativo’ (quale poi?), noi ci vediamo la sconfitta del sistema universitario italiano. Questi escono da master e facoltà senza saper calcolare l’Iva: se fossero andati in giro con le mamme a fare la spesa forse avrebbero imparato di più.
16.22 Il prof. Doglio contesta la scelta del Boss:
“A me Briatore sembra un eccellente Caporale di Giornata. Non è un imprenditore, al massimo un manager che peraltro è stato cacciato da tutti quelli per i quali ha lavorato… fantastico! Io sarò ‘fuori’, ma anche lui”.
16.21 La clip su The Apprentice non poteva che concludersi con il pezzo sulle ‘capre’, l’ormai celeberrimo “Siete 10 capre, senza offesa per le capre”.
16.20 Lorenzo Mieli, della Freemantle Media, dichiara sempre nell’intervista realizzata nel programma che The Apprentice è arrivato in Italia 10 anni dopo il debutto Usa perché solo ora sono maturi i tempi: fino a qualche tempo fa in prime time c’erano solo reality in studio, in diretta, che duravano tre ore e quindi non c’era spazio per un programma come questo.Uhm, non è che hanno aspettato che il reality tradizionale tirasse le cuoia dopo averlo spremuto fino all’inverosimile? Una tendenza che, come si nota, sembra avviata quest’anno in tv anche grazie l’arrivo di Pechino Express.
16.18 Spazio a The Apprentice: “Premiamo la meritocrazia” dice Briatore, intervistato da Tv Talk che aggiunge:
“Mi ha affascinato potermi confrontare con i ragazzi di oggi…”.
“Noi premiamo la meritocrazia: non è mai piacevole mandare a casa qualcuno. Qui, purtroppo, c’è da fare delle scelte…”.
Vabbè…
Tv Talk, la prima puntata live su TvBlog: focus on Teresa Mannino
16.09 “Se stasera sono qui è perché non vogliamo fare satira, non vogliamo fare interviste, ma non abbiamo capito ancora cosa vogliamo fare. E’ un po’ un contenitore stile radio“, racconta la Mannino, che svela anche i retroscena sulla scelta di Jessica (“Bravissima, un gran talento”) a introdurre lo show. L’antropologa Zambotti eletta scoperta dell’anno. Ma per le domande e soprattutto le risposte che Teresa Mannino ha dato ai lettori di TvBlog vi rimandiamo al nostro post dedicato.
16.06 La consolano: è vero che non raggiunge l’obiettivo di rete e che non è seguita da Sognanti e dai maschi Preculturali, ma è apprezzata dalle Frizzanti e dalle Doppio Ruolo… 800.000 persone di media col 3/4%. E Simonelli, che si classifica ‘Maschio Preculturale’ ricorda che al mercoledì ci sono le partite.
16.05 “Io sono venuta qui per capire come si fa a fare il 4% su La7“: brava Mannino, gioca dì’anticipo.
16.03 La sua presenza è gradita per mostrare una serie di grafici sull’andamento degli ascolti delle generaliste e delle tematiche.
15.57 Per introdurre Teresa Mannino, spazio al ‘blobbone’ di tv Talk. Arriva anche Doglio: il trittico accademico è completo.
Tv Talk, la prima puntata live su TvBlog: il caso The New Normal
15.55 Eccheppalle. Ma perché non si può parlare di cose drammatiche in tono leggero? Perché?! Sembra di trovarsi davanti ai monaci de Il Nome della Rosa, pronti a uccidere pur di nascondere la ‘commedia’. Tanto seriamente non se ne parla perché sono temi troppo ‘profondi’ e difficili per la Tv … insomma non bisogna parlarne e basta.
15.53 Ahi ahi ahi, lo screenshot rivela un errore da matita blu nel sottotitolo. Bacchettata a chi l’ha realizzata e una paginetta di “Qual è”.
15.50 “Questa è una stagione piena di gay e lesbo nei programmi scripted negli USA“, ci dice Salvadori dagli States. Beh, vivaddio, almeno lì.
15.44 E si passa a un altro bel tema, per noi ben più interessante dell’informazione in tv (che alla fine è sempre la stessa). Si parla di The New Normal, con Paola Concia e il prof. Armando Fumagalli della Cattolica, con il prof. Bellavita. Una serie anche leggera, che ha tra gli autori Ryan Murphy, il papà di Glee, che affronta un tema di quelli ‘tosti, la ricerca da parte di due gay di una madre surrogata per avere finalmente un figlio. “Temo (ironico) che sia d’accordo col tema dell’adozione di bambini da parte dei gay” dice Bernardini alla Concia: eh beh…
Tv Talk, la prima puntata live: la Piazza’ in tv, must di stagione
15.41 Il ‘trappolone’ per Del Debbio continua: arriva la parodia di Gene Gnocchi, Eugenio del Dubbio, alle prese con Prodi. Una chicca del 2005 di “quelli che” (“No, era Secondo Voi”, risponde Del Debbio”). La differenza da quei tempi è che Prodi non c’è più, dice Del Debbio. Neanche Silvio…
15.35 Ancora informazione, passando però al dibattito Obama-Romney, seguito da 58 mln di telespettatori, con 10.300.000 di tweet. La vittoria di Romney dettata dall’uso dello split-screen, con Mitt che cercava lo scontro e Barack che cercava il pubblico a casa.
15.34 Del Debbio sta lì sul pizzo della sedia pronto a scattare, direbbe Camilleri: timidezza, sindrome di Calimero o pura consapevolezza di essere ‘er mejo’?.
15.33 “Quante volte ho visto Report e ho pensato ‘Domani scoppia un casino’ e quante volte il giorno dopo non è successo niente“. Già Vianello, quanto hai ragione.
15.30 Vespa: “In seconda serata siamo sempre più soli ora che anche Matrix non c’è più: vedremo canale 5 con cosa lo sostituirà, ma il problema sono le ‘altre’ le 192 reti che tolgono pubblico alle generaliste“. Di tutte le pillole sullo stato dell’informazione in tv abbiamo colto quella del papà di Porta a Porta. L’elefante ha paura del topolino? Ma le DTT free sono davvero un ‘topolino’.
15.26 Dal 10 al 26%: il picco di Fiorito a Porta a Porta il 26 settembre segnala la consacrazione tv di Batman.
15.25 E va bene mettersi dalla parte del pubblico, ma a volte le domande di Bernardini sono un ‘tantinello’, diciamo ‘fastidiosamente’ ingenuotte: “Ma non è che poi i politici vi usano?“…
15.21 La storia della Polverini in tv: a tenerla a battesimo sul piccolo schermo è stato Giovanni Floris, nel gennaio 2007 – allora segretario dell’Ugl, che l’ha invitata quel’anno 8 volte, altre otto l’anno dopo, quindi 5 volte nel 2010 e 2011 fino al canto del cigno nel 2012. “Pensa un po’, la Polverini: è venuta a Ballarò quando non era nessuno e torna a Ballarò ora che non è più nessuno” la precisa sintesi di Crozza all’indomani delle dimissioni del Governatore del Lazio. Tutto per domandarsi: “I politici li crea la tv?”. E fin quando vanno invitati gli stessi politici? Ci sembra di capire che fin quando hanno qualcosa da dire…
15.18 Messa in scena, disvelamento, esposizione delle prove: i talk per gli indagati sono un riscaldamento in vista della difesa in Aula? La messa a punto della strategia difensiva? A me, personalmente, sembrano un’offesa all’intelligenza del telespettatore (chissà se parlano della telefonata della mamma di Fiorito a Barbara d’Urso?).
15.15 E si entra nel merito del Fiorito Tv Show: una sintesi del Batman Tour prima di Regina Coeli. I pezzi migliori? Vedere la Santanché e l’avvocato Taormina che rimbrottano la tv. E Bernardini ha gioco facile nel notare che anche gli avvocati in tv sono sempre gli stessi: “Taormina è lo stesso del caso Cogne…”.
15.10 E si entra nella narrativa della ‘piazza’: il cittadino comune e indignato selezionato via ‘casting’ per essere il ‘simbolo’ di qualcosa aiuta l’identificazione, dà un senso a una narrazione o ‘fa’ banalmente populismo. Del Debbio scatta in difesa, cercando di buttarla in ‘faziosità cripto-comunista’: “Ma perché, un operaio è più qualificato di un portiere? Mi vien da piangere“. E si solleva l’annosa questione: ma non è che Del Debbio accende la miccia e aspetta che scoppi la bomba senza fare informazione, per il solo gusto di far populismo? Se ne discute in studio, eh…
15.09 Ahia, si cade nella curva degli ascolti: la piazza aiuta? Beh, non sempre, dipende dal pubblico rappresentato e dal pubblico ‘ideale’. E fin qui…
15.06 La migliore analisi? Quella di Vianello (sempre molto lucido): “Il talk si stava chiudendo troppo in sé stesso, stava diventando salottiero. Ora ha aperto le finestre“. Ed dà lo spunto perfetto a Bernardini: “Del Debbio con quinta Colonna mostra la ‘pancia’ del Paese…“. Già, e proprio Bernardini oggi si interrogava su tutta questa ‘pancia’ in tv, nella società, nella politica italiana.
15.05 “Questi (in piazza, ndr) non sono esagitati, che vanno lì a urlare. E’ la crisi che li esaspera, non la tv“: parola di Del Debbio.
15.04 “Terribile” gestire una piazza, dice Sortino, che si trova davanti spunti e persone che ‘sfuggono’ e che è difficile riacchiappare.
14.55 E’ appena partita la nuova stagione di Tv Talk: subito al via con l’informazione tv e un parterre di ospiti che vede in studio Paolo Del Debbio da Quinta colonna, Alessandro Sortino, inviato e autore di Piazzapulita, e Andrea Vianello, da Agorà. Del Debbio quasi sembra in imbarazzo. E si parte con le ‘piazze in tv’, uno dei piatti forti a quanto pare di questo primo scorcio di stagione di talk show: dopo un florilegio del meglio di questo primo mese di Autunno caldo in tv, via col commento. Ma secondo voi come sono usate le piazze, meglio se indignate, in tv?
Tv Talk, la prima puntata live su Tv Blog
La prima puntata di Tv Talk (qui l’intervista a Bernardini), come anticipato già questa mattina, vede un menu molto denso. A parte il via a base di informazione, spazio a Il Caso Tortora, con Ricky Tognazzi a commentare la sua fiction, a Teresa Mannino, che risponderà alle vistre domande, e alla serialità USA.