Un’altra vita, su Rai 5 le storie di chi ha cambiato lavoro per passione. L’altra faccia dei choosy….
Su Rai 5 al via Un’altra vita, sei puntate per raccontare chi ha deciso di cambiare lavoro e modo di vivere restando in Italia. Una scelta due volte più coraggiosa, raccontata da Simone Perotti, ogni giovedì in prima serata a partire da stasera, Giovedì 25 ottobre.
Rai 5 offre sempre qualche chicca: da stasera, giovedì 25 ottobre, e per le prossime settimane, troviamo in prime time Un’altra vita, programma a base di storie vere di chi ha avuto il coraggio di fare quello che la gran parte di noi sogna ma che per mille motivi – dalla pigrizia alla scarsità di mezzi, dalla famiglia alla paura – sa che non farà mai: mollare tutto per seguire le proprie passioni.
No, non si tratta di un ciclo melò sugli amori impossibili diventati realtà, ma di un programma in sei puntate che ci racconta di gente normale che ha fatto scelte difficili, abbandonando posti di lavoro ‘sicuri’, remunerativi, magari anche di prestigio per zappare la terra, addestrare cani, filare la lana. Ma quanto sarà ‘choosy‘ tutto questo? Magari ce lo spiega Gino Strada, ospite della prima puntata in onda stasera, alle 21.05 su Rai 5.
Ciasuna delle sei puntate è costruita intorno a un tema che ‘catalizza’ le storie di quanti sono riusciti a cambiare prospettiva sulla propria esistenza, abbandonando la via ‘vecchia’ per seguire quella delle proprie aspirazioni.
Si parte col ‘Coraggio‘, raccontato da Gino Strada, chirurgo specializzato in traumatologia e chirurgia d’urgenza che ha lasciato ‘moenia’ ed ‘extra-moenia’ per fondare Emergency, associazione che nei suoi quasi venti anni di attività ha assistito milioni di pazienti in zone di guerra. Si prosegue con il ‘Lavoro‘, rappresentato dal regista, montatore, poeta, scrittore Silvano Agosti, quindi è la volta di Massimo Fini e il ‘Denaro‘, per arrivare alla ‘Solitudine‘ di Padre Natale Brescianini, alla ‘Manualità‘ di Pinuccio Sciola e al ‘Sogno‘ di Oscar Farinetti, fondatore di Eataly e già proprietario di UniEuro, perfetta chiosa per un programma che apre i battenti in un momento decisamente non semplice per l’occupazione europea e reso ancora più caldo in Italia da alcune incaute, magari inopportune, dichiarazioni di qualche ministro.
A guidarci in questo viaggio color verde bile (scommettiamo che l’invidia ci roderà a ogni storia narrata?) c’è uno che di ‘vite svoltate’ se ne intende: parliamo di Simone Perotti, che ha messo da parte i suoi 19 anni da manager vissuti sul filo dello stress per fare lo skipper e ora anche lo scrittore, visto che ha raccontato la sua storia in un libro, ‘Adesso basta’.
“Da manager di successo per diciannove anni, ho scelto di fare lo skipper e lo scrittore: le mie passioni da sempre. Ho mollato soldi, carriera e potere, ma anche le interminabili code in automobile e la fretta di chi non vuole arrivare tardi in ufficio. Adesso mi sento libero”
dice Perotti con la consapevolezza di chi sa di aver fatto la cosa giusta. Ma Un’altra vita non vuole essere un ‘inno’ alla fuga, all’intraprendenza, al rischio fine a se stesso, almeno stando a quanto ha dichiarato il conduttore (e autore del programma con Nicola Alvau):
“Per il programma non abbiamo preso in considerazione le persone che hanno lasciato l’Italia per ricostruirsi un futuro altrove. Abbiamo cercato, invece, di coinvolgere chi ha cambiato completamente la propria vita: il lavoro, il luogo dove abitava, il proprio modo di pensare. Perché è più difficile rimanere nel nostro Paese, soprattutto in questo momento. Rivedere bisogni e ambizioni e pensare che per essere felici possa bastare anche un pranzo al sacco, perché la felicità non la si trova solamente cambiando un posto, ma cambiando il proprio modo di vedere le cose. Bisogna, infatti intraprendere un cammino interiore che ci porti a realizzare il cambiamento, un’altra vita. Molte volte il mettersi in discussione come persona è associato solamente a una migliore condizione economica. Ma non è così. Anche se non si parla più dei sogni, delle emozioni che da questi scaturiscono e di quel “fil rouge” del cambiamento che è la fiducia e l’amore verso noi stessi”.
Troppo ecumenico? Mah! Di certo il programma si annuncia interessante e, come dicevamo prima, ‘portatore sano di invidia’. Come si dice in questi casi, se il programma salverà almeno uno di noi da una vita infelice, monotona, grigia e senz’anima potrà dire di aver centrato i suoi obiettivi. Oltre l’Auditel c’è di più…
Però abbiamo una curiosità: il regista si chiama Charlie Tango, nome evidentemente d’arte (o no?). Che si tratti di un severo direttore di banca sull’orlo di ‘un’altra vita’, un manager deciso a intraprendere la carriera di regista tv, ma che non è riuscito ancora a fare ‘coming out’ con colleghi e amici? (Si scherza, eh! Ma la curiosità c’è)