Home Serie Tv Scandal, su Foxlife la serie tv che conferma il punto di vista (ir)reale di Shonda Rhimes

Scandal, su Foxlife la serie tv che conferma il punto di vista (ir)reale di Shonda Rhimes

Su Foxlife (canale 114 di Sky) Scandal, la nuova serie tv di Shonda Rhimes con protagonista un avvocato alle prese con la gestione delle crisi di politici e personaggi pubblici

pubblicato 13 Novembre 2012 aggiornato 4 Settembre 2020 00:17

Shonda Rhimes si è resa conto che per quanto riguarda i medical drama ha detto quello che aveva da dire. Quindi, in cerca di una nuova serie tv, e dopo il flop di “Off the map”, la creatrice di “Grey’s anatomy” e “Private practice” ha deciso di cambiare totalmente genere con “Scandal”, in onda da questa sera alle 21:55 su Foxlife (canale 114 di Sky).

Cambia tutto, ma in fondo non cambia nulla: perchè nelle vicende che vedono protagonista Olivia Pope (Kerry Washington), capace di risolvere ogni tipo di scandalo che coinvolge esponenti politici e non solo, c’è tutto quel mondo di reale/irreale che la Rhimes ci ha abituato a conoscere nelle serie che l’hanno portata al successo.

“Scandal” è ambientato a Washington, dove Olivia, lasciato il suo incarico di consulente della comunicazione del Presidente Grant (Tony Goldwyn) decide di aprire uno studio tutto suo, dove con il suo staff si dà alla risoluzione delle crisi che coinvolgono personaggi ricchi e di spicco nell’alta società, le cui malefatte potrebbero mettere a rischio le loro attività e le persone che le circondano.

Scandal



Per risolvere i casi che deve affrontare, Olivia si fa aiutare da un gruppo di giovani esperti e volenterosi: Harrison (Columbus Short) è un avvocato che sa usare il suo fascino con chi potrebbe tornargli utile; Abby (Darby Stanchfield, April in “Jericho”) è un’investigatrice dal passato difficile; Huck (Guillermo Diaz) è l’esperto informatico; Stephen (Henry Ian Cusick, Desmond in “Lost”) è un avvocato civilista molto amico della protagonista; mentre Quinn (Katie Lowes) è l’ultima arrivata, che ha sempre desiderato di poter lavorare con un pezzo grosso come Olivia e che ora deve dimostrare di meritare questa opportunità.

Il team dovrà risolvere, in ogni puntata, un caso legato ad un scandalo: dall’omicidio della moglie di un soldato che tutti dipingono come un eroe, al tentativo di fuga della moglie di un dittatore, passando per l’aggressione di una donna da parte di un giovane ricco ma sbandato. In mezzo, tanti dubbi etici e morali, sui quali però può solo esprimersi Olivia, l’unica che può davvero decidere se accettare un caso o no.

Dietro al suo carattere forte e determinato, che l’hanno resa un’icona di fronte ai suoi colleghi, Olivia è però una donne debole e ferita sentimentalmente, che ha lasciato il suo incarico precedente per non incappare lei stessa in uno di quei scandali di cui, ora, si occupa. Esperta di comunicazione, le sue mosse tendono tutte a sfuggire all’occhio dei media ed a cercare di risolvere il tutto prima che la notizia sia diffusa.

C’è da dire che “Scandal” ha tutti gli elementi tipici degli show della Rhimes: dialoghi serrati, a metà tra le comedy ed il drama; personaggi forti, caratterizzati da grande senso di responsabilità ed ambizione; e storie capaci di andare oltre il mero aspetto tecnico della gestione di una crisi, raccontando gli stati d’animo dei personaggi.

Eppure, in questa miscela di eroi e casi umani, qualcosa non torna: la protagonista, una sintesi tra l’insicura Meredith delle prime stagioni di”Grey’s anatomy” e la sua collega, l’arrogante ma talentuosa Cristina, fatica a conquistare l’affetto del pubblico, tanto glaciale nelle sue decisioni quanto umana nell’apprendere alcune notizie, al punto da renderla poco credibile.

Ma ad essere poco credibile, in realtà, è tutta la serie: la Rhimes si ritrova a dover gestire tanti caratteri diversi senza riuscire a trovare il giusto equilibrio tra di loro, proponendo una serie d’ispirazione attuale (non a caso per la protagonista l’autrice si ispira a Judy Smith, consulente della comunicazione alla Casa Bianca quando era presidente George H. W. Bush e produttrice della serie) che però manca di realismo.

Gli scandali raccontati possono intrigare, così come incuriosisce la trama orizzontale che vede al centro la stessa protagonista, ma i sette episodi della prima stagione di “Scandal” evidenziano una confusione a livello creativo che porta la serie ad essere gradevole, ma non eccezionale.

Errori a cui la Rhimes sembra cercare un rimedio nella seconda stagione dello show, ora in onda sulla Abc, grazie ad un maggior numero di episodi su cui sviluppare le dinamiche dei personaggi, tra i quali, però, non ne rivedremo uno.



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