Report: Tremonti non risponde, Di Pietro invia i documenti sbagliati
L’ultima punta del programma condotto da Milena Gabanelli coinvolge l’ex ministro dell’Economia. Che davanti alle telecamera scappa, salvo replicare a distanza dopo la messa in onda del programma.
Dopo il caso di Antonio Di Pietro, Report torna a far discutere per l’inchiesta La banca degli amici andata in onda domenica scorsa. Coinvolti questa volta sono Giulio Tremonti e il suo braccio destro, il parlamentare del Pdl Marco Milanese, il quale ha pensato bene di definire l’inchiesta in questione con parole quali “zelo giornalistico-inquisitore” e di bollare il servizio come “impreciso“.
L’ultima puntata del programma condotto da Milena Gabanelli era dedicata a Massimo Ponzellini, ex presidente della Bpm, arrestato sei mesi fa e indagato per finanziamento alle imprese in cambio di mazzette, il quale aveva rapporti non soltanto con l’ex ministro dell’Economia, ma anche con il Vaticano e con l’attuale ministro dell’Economia Vittorio Grilli.
Tremonti, direttamente interpellato dal reporter Sigfrido Ranucci, non aveva voluto rispondere alle domande, salvo decidere di replicare all’inchiesta, qualche ora dopo la messa in onda di Report, con una dichiarazione diffusa alla stampa:
Non ho mai rubato un euro o ricevuto alcun beneficio indebito. Per fare il ministro, come dovuto, ho rinunziato ai miei redditi professionali
Intanto i guai per Antonio Di Pietro (che nelle scorse settimane aveva denunciato una “scientifica opera di killeraggio politico” nei suoi confronti) non paiono essere finiti. Infatti Elio Lannutti, senatore in rotta con il presidente del partito di cui fa parte, ha denunciato tramite Report il fatto di non essere mai riuscito a prendere visione dei conti bancari dell’IdV, nonostante le numerose richieste avanzate.
Di Pietro ha risposto che tutti i documenti sono disponibili online; peccato però che, come la Gabanelli ha ribattuto, la richiesta di accesso (formulata già a inizio ottobre) non riguardasse il semplice rendiconto generale delle spese, ma le movimentazioni bancarie del gruppo parlamentare.
Soluzione? Di Pietro, che imputa a Lannutti l’errore nella richiesta, annuncia che tutti i conti saranno messi al più presto in Rete. Dicesi operazione trasparenza. In ritardo.