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Intervista Incrociata: Botta e risposta fra Carlo Freccero e Luca Tiraboschi

TvBlog ha chiesto al direttore di Rai4 Carlo Freccero di intervistare il direttore di Italia1 Luca Tiraboschi e a Luca Tiraboschi di intervistare Carlo Freccero, dando seguito al nostro format “Intervista Incrociata”, ecco il resoconto di questa chiacchierata

di Hit
pubblicato 4 Dicembre 2012 aggiornato 21 Gennaio 2021 16:37

    Intervista Incrociata

    TvBlog oggi vi vuole proporre qualcosa di più rispetto ad un semplice botta e risposta nella nostra rubrica “Intervista Incrociata”. Vi proponiamo un viaggio davvero all’interno dei meccanismi, spesso e volentieri sconosciuti al grande pubblico della nostra televisione. Un viaggio che va a scoprire e carpire degli elementi, anche esclusivi, su quello che sono i veri tasselli che governano la nostra televisione. Attraverso anche dei racconti inediti oltre che personali dei due protagonisti dell’Intervista Incrociata di oggi, possiamo arrivare a capire qualcosa di più di questo mondo, che ogni giorno cari lettori, qua su TvBlog, tentiamo di raccontarvi. Ma ecco che vi presento gli ospiti ed allo stesso tempo padroni di casa della nostra rubrica: Carlo Freccero, non ha bisogno certo di presentazioni, è l’attuale direttore di Rai4, ex direttore di Rai2 e di Italia1 e proprio quest’ultimo incarico menzionato fa da elemento comune con il suo partner di oggi, parliamo di Luca Tiraboschi, attuale direttore della rete cadetta Mediaset. Spazio dunque a questo bel botta e risposta, partendo come sempre in ordine alfabetico con le domande di Carlo Freccero a Luca Tiraboschi.

Freccero: Caro direttore ti parlo con molta franchezza, Berlusconi sta lasciando la politica (almeno sembra) per cui credo che il problema del conflitto di interessi sia terminato. Ti chiedo quindi, quale programma d’informazione e di approfondimento vorresti fare sulla tua rete. Per esempio modello Gabanelli, modello Santoro o quale altro modello?

Tiraboschi: Informazione e approfondimento sono argomenti che non si collocano ai primissimi posti del ranking delle preferenze del nostro target di riferimento, ciò nonostante siamo sempre stati attenti a non abdicare relativamente a queste tematiche. L’eccellente lavoro svolto da Studio Aperto (e da tutte le sue emanazioni) in questi anni ha portato il nostro tg ad essere un vero punto di riferimento per le giovani generazioni (fa tre milioni di ascoltatori alle 12.30!). Se, però, tu intendi riferirti esclusivamente all’approfondimento “politico”, allora ti confermo che mi piacerebbe ospitare un prodotto con queste caratteristiche. Ne ho parlato più volte in Azienda ed è stato anche fatto qualche buon esperimento in passato, penso, per esempio a L’Incudine o a L’Alieno…il riferimento che ho in mente è il programma di Radio24 La Zanzara. Credo che l’adattamento televisivo di questo modello possa essere molto funzionale per noi. Vedremo…ah, sei proprio sicuro che Berlusconi stia lasciando la politica?

Freccero: Quando io lavoravo a Mediaset e c’era un conduttore, un personaggio che noi ritenevamo “nostro” anche se era iniziato su un’altra rete gli facevamo una corte spietata. Perché non pensate di portare “I soliti idioti” su Italia1, che io ritengo fondamentali per la tua rete ?

Tiraboschi: Capisco cosa vuoi dire. Tuttavia, oggi, è cambiato molto e le dinamiche decisionali non possono non tenere conto di questi cambiamenti. Mediaset vanta un “parco artisti” di livello e, con i tempi che viviamo, mi parrebbe poco virtuoso andarne a cercare altri chissà dove. Il caso che tu citi, quello de “I solidi idioti”, in effetti, fa letteratura un po’ a se’. Anche a me piacciono molto e, sicuramente, anche i fan di Italiauno gradirebbero la loro presenza sulla Rete. Dal momento, però, che a noi tocca anche l’oscuro compito di non urtare troppo le varie suscettibilità dei molti organismi pronti alla critica purchè sia, ti confesso che il taglio editoriale del prodotto in questione è, probabilmente, troppo, diciamo così, “sopra le righe” per una realtà tanto in vista come la nostra, mentre risulta più coerente a una dimensione più nascosta come quella di Mtv.

Freccero: Non ti sembra caro direttore che voi non utilizzate al meglio il vostro grande magazzino, che nel tempo è diventato uno dei più forniti della televisione italiana. Ad esempio, perché programmare “Fringe” al pomeriggio alle ore 15?


Tiraboschi: Beh, in effetti, potresti avere ragione. Forse non nel caso specifico di Fringe la cui forza relativa non consente ormai emissioni in fasce orarie più competitive del dt, ma va detto che, negli anni, il contenuto “serie tv” si è un po’ svuotato di potenziale e le cause sono, a mio parere, piuttosto facili da circoscrivere. Mi riferisco all’uso compulsivo da parte di praticamente tutte le emittenti, agli accordi “a pacchetto” con le Major, al ritardo con cui le reti generaliste free possono avere accesso agli episodi, alla consunzione derivante dagli usi illeciti e, anche questo va considerato, al non sempre felice approvvigionamento di sceneggiature forti. Detto questo, poi, bisogna aggiungere pure le così dette “ottimizzazioni” che portano il contento “telefilm” a smarrire specificità e caratterizzazione editoriale. Insomma un bel problema che, per molti aspetti, assomiglia a quello dei cartoni animati.

Freccero: Perché non avete mai pensato di produrre una situation comedy tipo Boris? Oppure di pensare ad un programma di satira forte, che fa parlare, che fa discutere ?

Tiraboschi: Sulle sitcom “autoprodotte” possiamo vantare primogeniture di qualità da sempre. Cito Camera Cafè, ma gli esempi che ti potrei fare sono davvero molti. Oggi, anche qui, la congiuntura ci ha portato a soprassedere temporaneamente. Torneremo senz’altro, in un futuro spero non troppo lontano, a produrre in casa le nostre sitcom e Boris potrebbe rappresentare un buon stimolo a cui dare seguito. Stesso discorso per il programma di satira, di cui anch’io sento la mancanza. Ti confesso che, a proposito di quest’ultimo argomento, un tavolo di lavoro è stato già approntato. Stiamo esaminando diverse ipotesi e confido di riuscire a rintracciare la traiettoria più efficace. Ovviamente confido anche in una ripresa economica almeno parziale, così da poter consentire a qualcuna delle molte idee che giacciono nel cassetto di trovare la luce.

Freccero: Non ti sembra che il coordinamento palinsesto tarpi le ali alla creatività del direttore di rete?

Tiraboschi: All’interno di aziende delle dimensioni di Mediaset (e quindi anche di Rai) con un’offerta tanto variegata da dover essere distribuita su un numero elevato di canali, la presenza di un organismo che faccia un po’ da arbitro tra le molte istanze è necessaria. Le conflittualità sono all’ordine del giorno e qualcuno che, alla fine, dirima i contenziosi deve pur esserci. Inoltre, il tempo degli eccessivi personalismi e, lo dico un po’ rozzamente per amore della sintesi, dei “direttori fenomeni” (veri o presunti) è preistoria televisiva. Ora è il tempo dei manager la cui creatività deve andare a braccetto con la tecnica di programmazione e il rigore nel rispettare le linee editoriali. Ovviamente: chi più, chi meno. Una leggerezza che spesso viene commesso dai media nella valutazione e nel giudizio dell’operato di tutti noi è quello di confondere la creatività con la stravaganza. Non sono esattamente la stessa cosa, non credi?

    Scambio di ruoli
    E’ venuto ora il momento di invertire i ruoli, con Luca Tiraboschi nelle vesti di intervistatore e Carlo Freccero in quelle di intervistato, via dunque con la prima domanda.

Tiraboschi: Caro Direttore, l’occasione offertaci da Tvblog mi spinge a soddisfare alcune curiosità che, altrimenti, sarebbero rimaste in embrione. Le domande che ho pensato per te, forse, potranno sembrarti provocatorie, ma tu sei un Maestro in questo campo per cui sono certo che non me ne vorrai e che, invece, saprai apprezzare la mia franchezza… Veniamo alla prima domanda

Non hai mai riflettuto relativamente al fatto che, a sessantacinque anni suonati, sia un po’ grottesco atteggiarsi ancora da “guru”? Voglio dire: non ti è mai balenata l’idea che sia arrivato il tempo di lasciare il campo di battaglia?

Freccero: Faccio una premessa. Ti ringrazio molto per le domande e spero che questa sia l’occasione per poter parlare liberamente e sinceramente.

Mi sorprende un po’ caro Luca che tu mi vedi come un “guru”. In verità se io ora sono qui a parlare con te è proprio perché non mi sento un guru. Io sono uno studente fuori corso, uno che continua a studiare, continua ad interessarsi, continua in qualche modo ad essere quello che è sempre stato: una persona che cerca sempre di imparare qualcosa, rimanendo sempre aggiornata. Mi spiace che tu mi veda come un guru, perché così tradisci un grande complesso d’inferiorità. Ti invito a non averlo, perché occorre sempre in qualche modo essere dialettici e polemici. Devo confessarti una cosa, mi prenderai per pazzo, ma mai come adesso sono veramente felice e mi sento di avere vent’anni. Ci sono molti segnali che annunciano dei cambiamenti: la fine di Berlusconi politico, la rottamazione ed intendo del fatto che ci si vuole liberare di tutto quello che in questi anni si era affermato. La fine del liberismo: non si può più essere liberisti si diventa in qualche modo ridicoli, mi viene in mente il caso emblematico di Taranto. Si capisce che stanno finendo gli anni ’80 e ’90, ci saranno anni di cambiamento totale. Io mi sento come quando diceva Andy Warhol “Rimani fedele a te stesso e tornerai di moda”, la nostra generazione del ’68 tornerà di moda. Se siamo rimasti fedele a noi stessi, avremo modo di avere un ruolo molto importante, perché noi di quella generazione, siamo fatti per rompere e fare resistenza al potere. Ti dico anche che a livello lavorativo, mi sento lucido, freddo, tranquillo, sopporto le angherie, le so accettare, le so rivoltare facendole diventare un qualcosa di positivo. Parlando di Rai, dopo che mi hanno messo da parte per 5 anni, ho fatto un Raisat superbo che ha creato problemi facendo addirittura litigare Rai e Sky. Quindi mi hanno collocato in un appartamento con 8 persone che ho scelto io, tutti giovani, competenti, bravi ed intelligenti e con loro ho fatto Rai4 che è diventato un piccolo gioiello delle reti digitali. Ho sempre voluto essere in prima linea, mi piace sporcarmi le mani ogni giorno, non sono un direttore da scrivania. Mi sembra oggi di essere all’inizio della mia carriera, quando con Berlusconi giorno e notte si lavorava e si creava qualcosa di nuovo. Io ora sono a Rai4 invece di essere, per esempio a Rai1, oppure a Raifiction. Credo di avere tutte le qualità per svolgere compiti molto importanti, ma non importa, accetto tutto e nel mio piccolo faccio tutto al meglio e m’impegno a Rai4 come se fossi a Canale5. Con la stessa passione, la stessa curiosità, la stessa intensità. Guardo sempre tutto senza risentimento, ma con una grande curiosità. Ho sessantacinque anni, ma tu sai benissimo non è l’età che conta ma conta la competenza, l’intelligenza. Per fare televisione occorre essere: competenti, attenti, curiosi e lavorare 24 ore su 24. Mentre vedo che voi a Mediaset vi siete un po’ adagiati nel lusso e nella ricchezza. Tu sei bello e giovane, io sono brutto e vecchio, non avere paura di me. Tieni presente che sono vivo come ero vivo nei primi anni a Fininvest e lavoravo con Berlusconi fino alle 3 di notte, con un intensità ed un entusiasmo incredibile. Mi spiace che tu mi vedi come guru, sono semplicemente un entusiasta del mio lavoro che fra poco dovrà lasciare, dopo però che avrò scritto un libro sulla televisione in cui racconterò tutte le angherie che ho subito in questi anni e te ne voglio raccontare una. Era l’estate del 2001, stavo preparando un documentario sul G8, sapevo che Berlusconi aveva vinto e che la mia storia in Rai era finita, ma fino all’ultimo ho sempre lavorato. Ero in un ristorante romano in cui stavo discutendo proprio di questo nuovo programma, si avvicina al mio tavolo Marcello Dell’Utri, che con me è sempre stato falsamente cortese; mi saluta, io sapevo benissimo che erano solamente saluti formali. Dopo mezz’ora arriva il ristoratore si avvicina e mi dice che Dell’Utri gli aveva detto “E’ inutile che Freccero progetta nuovi programmi, tanto lui fra qualche mese non sarà più a Rai2”. Io non mi scompongo, tanto sapevo benissimo che tutto stava finendo. Poi per cinque anni ho subìto la censura di Berlusconi, che devo dirti più che politica con me è stata solo televisiva, a Berlusconi dava fastidio l’audience che io facevo con Rai2. Nei cinque anni di esilio ho studiato, lavorato, continuando in qualche modo ad aggiornarmi, tanto è vero che poi ho fatto Raisat e Rai4 sapendo già di cosa mi stavo per occupare. Oggi mi sento pronto per altre avventure, mi sento pronto ad entrare nel campo di battaglia che sarà nei prossimi anni straordinario, pieno di avvenimenti e pieno di cambiamenti. Sento che siamo alla vigilia di qualcosa di nuovo.

Tiraboschi: Cosa significa, oggi, fare la televisione per i “giovani” in un contesto come quello Rai, così fortemente condizionato dalla politica e così poco dalla competenza?

Freccero: Mai come adesso è possibile fare una televisione per i giovani in Rai. Per i consiglieri di amministrazione, in cui c’è ancora una maggioranza di centro destra, dove per esempio c’è ancora Verro, amico intimo di Dell’Utri, che mai voterebbe me per una rete generalista o dove c’è un altro personaggio come Rositani che mi può vedere solamente come il diavolo, il digitale è un territorio lontano. Voglio dire che mentre la televisione generalista è ancora fortemente condizionata dalla politica, in quella digitale non c’è ancora questo forte condizionamento e la prova è che sono qui a fare Rai4. Nella televisione digitale si possono fare cose che nella televisione generalista non si possono fare. La sfida per fare oggi una TV per un audience “attiva” è possibile grazie al digitale, se non ci fosse stata questa tipologia di televisione io ora sarei stato sicuramente licenziato. E’ vero che non posso produrre come nelle generaliste, ma annuncio a te e a TvBlog, che seguo e stimo moltissimo, che sto preparando un programma di satira politica con il teatro Valle. Non so se andrà in porto, ma credo di potercela fare. Pensa che io ho il budget per funzionamento e produzione di 700.000 euro, però ho ricavato un gruzzolo di 150.000 euro per fare un varietà comico-satirico che vorrei trasmettere alla fine di febbraio del prossimo anno. In quell’occasione spero di dimostrare quanto sia importante la satira politica. Ti do un consiglio Luca, tieniti stretto il gruppo di lavoro delle Iene, proteggili ed in qualche modo esaltali. Questo gruppo di lavoro sarà importante nei prossimi mesi. Lascia perdere tutti quei programmi alla Giacobbo che ogni tanto ti piace fare e pure tutti quei programmi di parapsicologia o di orrore, dammi retta.

Tiraboschi: In cuor tuo, quando ti trovi a riflettere in una logica introspettiva, ti è capitato mai di trovarti a considerare di essere stato (o di essere ancora) sopravvalutato?

Freccero: Non spetta a me dirlo, però ti posso raccontare il mio curriculum. Ho lavorato all’estero, ho fatto La Cinq ed ad un certo punto, se ti ricordi, l’unico italiano che i francesi hanno conosciuto in quell’occasione sono stato io, Berlusconi mi ha lasciato in Francia da solo. Quando ho lasciato La Cinq, poi è fallita. Poi, quando è finito il mio tempo ad Italia1 e tu sai perché è finito: perché Berlusconi doveva scendere in campo, ero accusato di fare una Italia1 disordinata con Funari, Mosca, Ferrara, i francesi mi hanno chiamato a France Television (la televisione pubblica francese, ndr). Dovevo occuparmi dell’armonizzazione dell’offerta di France 2 e France 3, oltre che dei programmi per i giovani a France 2. Io non so se sono sopravvalutato, so solamente che il mio curriculum dimostra una storia che parla da sola. Credo invece di essere stato penalizzato in Rai, perché dopo la mia Rai2 mi hanno chiuso in un ufficio e ancora adesso con la mia Rai4 riesco a dare in qualche modo fastidio alla vostra potenza di fuoco. Lascio a te ed ai lettori di TvBlog il giudizio, anche se ti devo dire che di questa cosa me ne frego, perché quello che mi interessa è essere sempre in prima linea sporcandomi le mani. Ti dirò poi una cosa molto bella: ancora adesso molta gente con cui non lavoro più mi chiede consigli, sono per esempio complice di Santoro, lo dico perché lo stesso Santoro lo dice, ma anche di molti altri personaggi che tu non puoi immaginare. Questo vorrà dire forse qualcosa.

Tiraboschi: Quale ragione c’è dietro alla scelta che La7 ha compiuto quando è stato il momento di avvicendare l’eroico Tombolini? Perché è stato scelto l’ex direttore di Rai3 (P.Ruffini) e non invece un altro ex prestigioso, cioè tu?

Freccero: Anche qui ti voglio raccontare una cosa. Nel giugno del 2010 io ho trattato il mio arrivo a La7. Ho incontrato Franco Bernabè, ho incontrato più volte e cenato a casa di Giovanni Stella, arrivando ad un punto in cui sembrava tutto fatto, avevamo anche parlato di soldi. Improvvisamente non se n’è fatto più niente, non solo, Stella non si è fatto più sentire, in modo indegno dico io. Potrei citare luogo, giorno e persone presenti a quella cena perché io mi segno tutto. Sicuramente qualche potere forte è intervenuto, non so se sia stato Confalonieri, o sia stato Berlusconi, o il fatto comunque che qualcuno si sia opposto. Io ho un ipotesi: forse non avevo chiesto l’autorizzazione a Berlusconi, oppure è stato qualcuno all’interno del gruppo di La7 che forse aveva paura che io in qualche modo avrei potuto oscurare la loro fama, il loro ruolo. Quindi i poteri forti, chiamiamoli Berlusconi, massoni, chiesa, opus dei o come preferisci, non hanno voluto il mio approdo a La7.

Tiraboschi: Non pensi fosse molto più facile incidere nelle scelte e nelle decisioni al tempo in cui tu ti occupavi di Rai2 (o di Italia 1) rispetto a oggi?

Freccero: Su questo si, concordo con te. Ecco perché forse ti sembro un “guru”, infatti non mi accontento di questo recinto ma cerco di intervenire e criticare attraverso altri media. E’ chiaro che se avessi fra le mani una rete generalista sarei molto più concentrato nel mio lavoro di direzione. Inciderei attraverso i programmi, attraverso un linea editoriale forte. Per esempio nella fiction americana c’è un potere di forte critica della società e questa è una cosa meravigliosa e che io trasmetto spesso e volentieri nella mia Rai4. Certo la mia rete è rivolta ad una fetta di pubblico ristretta rispetto alle grandi rete generaliste, quindi non posso incidere molto nel sociale ed ecco che tento di incidere con i miei interventi pubblici, con le mie critiche, con le mie dichiarazioni, con le mie lezioni all’università. Aggiungo inoltre, visto che tu lavori a Mediaset, che scrivo per una rivista della tua azienda, cioè “Link”, perché poi stimo moltissimo persone che lavorano a Mediaset. Potrei fare molti nomi, ma è forse meglio che non lo faccio perché poi rischierebbero di essere penalizzate. Dunque, visto che nella mia pratica professionale incido poco, cerco di fare un po’ di teoria, aprire qualche dibattito, cerco in qualche modo di partecipare a questo cambiamento in corso. Credimi, siamo solo all’inizio di una fase interessantissima. Purtroppo è vero, come dici ho un’età, ma mai come ora devo dirti che mi sento come un vent’enne. Sono un po’ come Berlusconi che dice che ha 74 anni ma ne dimostra 44, bene, facciamo la proporzione, io ne ho 65 ma ne dimostro 25.

    Un grazie davvero sentito al direttore Freccero ed al direttore Tiraboschi, per la generosità con cui si sono resi protagonisti di questa Intervista Incrociata ed in bocca al lupo ad entrambi.

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