CHI HA VISTO PATRIZIA BELLI?
Non la vedrò più circolare con il suo cane, nelle strade adiacenti a casa mia. Le ultime volte aveva un volto triste ma riusciva a sorridere. Forse, adesso che il giornale pubblica il suo necrologio, quella tristezza illuminata dal pronto sorriso era un segnale. Conobbi Patrizia quando lavoravamo nel cinema. Poi l’ho incontrata in tv,
Non la vedrò più circolare con il suo cane, nelle strade adiacenti a casa mia. Le ultime volte aveva un volto triste ma riusciva a sorridere. Forse, adesso che il giornale pubblica il suo necrologio, quella tristezza illuminata dal pronto sorriso era un segnale.
Conobbi Patrizia quando lavoravamo nel cinema. Poi l’ho incontrata in tv, alla Rai, impegnata soprattutto su Rai3, la rete per cui diresse una trasmissione da ricordare “Và pensiero” dei lontani anni 80, prima che Bossi & C sequestrassero quella musica italianissima per le loro fantasie localistiche, con tanto di ampolle e insulti al tricolore.
Patrizia è poi stata una colonna di “Chi l’ha visto?”. Forse solo un nome letto in fretta mentre scorrono i titoli come accade spesso in tv oggi, una tv in cui i conduttori e le soubrette diventano automaticamente gli autori, senza discussioni, senza discernere, senza capire, senza che il pubblico capisca.
Patrizia era brava, lo dicono i suoi colleghi e lo dico anch’io perchè la conoscevo bene anche attraverso scambi e confronti di opinione.
Muore nel tempo delle televisioni abbarbicate agli ascolti, sempre meno occupati o preoccupati della qualità, sempre più legate mani e piedi (ma soprattutto la testa) ai partiti al potere, che sono i “produttori” più esigenti (di manipolazione e consenso) e i meno attenti a chi lavora, ai contenuti, alle capacità.
Zitto e mosca, dicono questi protettori baciati solo dall’inferno delle amicizie di partito e di lobbies.
Anche i migliori dei politici, ovvero gli addetti ai lavoro che hanno posti di comando, rischiano di essere sempre più fagocitati da una situazione troppo a lungo deteriorata.
Per molti di loro vale forse l’interrogativo: “Chi l’ha visto?”, dato che legano troppo spesso l’asino dove vuole il cattivo padrone.
Mi unisco al saluto commosso che di Patrizia hanno dato sul giornale i suoi colleghi , compresi quelli di “Elisir”, un suo altro programma: Michele Mirabella, Aldo Piro e credo tutti gli altri del programma che lei continuava a dirigere, coordinare.
L’efficacia di questo programma e degli altri la si deve di certo anche ad una figura ora invisibile che io continuerò a ricordare, e a “vedere”.
Italo Moscati