Dimenticatevi l’aplomb e il savoir-faire di Mario Monti versione Presidente del Consiglio del governo tecnico. Il Professore, ormai, da quando è “salito” in campo, è in piena trance politica e lo potrete notare voi stessi, stasera, a partire dalle ore 23:30 durante la nuova puntata di Porta a Porta, il programma d’approfondimento politico, come di consueto, condotto da Bruno Vespa.
L’appuntamento con l’intervista di Mario Monti conclude il ciclo di puntate che Porta a Porta ha voluto dedicare ai tre principali candidati per le prossime elezioni politiche. Lo scorso 10 gennaio, infatti, come ricorderete, Vespa ha intervistato Silvio Berlusconi, leader del centrodestra, mentre l’11 gennaio, il protagonista della puntata è stato Pierluigi Bersani, candidato del centrosinistra.
Dalle anticipazioni pubblicate dall’Ansa, non c’è da sottolineare nessun momento prettamente “televisivo” o addirittura ludico avvenuto durante la registrazione della puntata: da questo punto di vista, infatti, è doveroso ricordare il “rimprovero” benevolo di Silvio Berlusconi ai danni di Bruno Vespa (“Lei ha preso dalla Gruber…”) e il piatto del comico bolognese Vito creato e cucinato appositamente per Pierluigi Bersani.
Non ci resterà, quindi, che assistere all’inedita, ma neanche tanto, foga agonistica di Mario Monti che, rivolgendosi a uno dei suoi diretti avversari, Silvio Berlusconi, non le ha mandate certo a dire. Queste sono alcune dichiarazioni che potremo ascoltare stasera:
Berlusconi mi ricorda la fiaba del pifferaio magico con i topini che vanno ad annegare in quel fiume. E’ uno che ha già illuso gli italiani tre volte. La prima volta mi sono fatto illudere anch’io.
Il premier dimissionario ne avrà anche per Bersani:
Voglio rassicurare Bersani: non c’è polvere sotto i tappeti. E’ puerile che scarichi le colpe su chi ha governato nell’ultimo anno e perché nessuno dei partiti voleva governare: mi hanno dato un bel piedistallo di impopolarità.
Quello di stasera, quindi, sarà un nuovo appuntamento da non perdere per chi è particolarmente assetato di scontri verbali tipici delle campagne elettorali. Per chi non ne può più, si armi di telecomando ancora per 40 giorni.
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