Sanremo 2013, Luciana Littizzetto: “Se fai Sanremo devi accettare il meccanismo, sennò non ci vai”
Luciana Littizzetto ai microfoni de L’Arena: Se scegli di fare Sanremo poi non puoi rifiutarti di seguire i suoi meccanismi. Passi per i tacchi e la scala da scendere, ma come la mettiamo con i monologhi?
Luciana Littizzetto è stata intercettata dall’inviata de L’Arena per le strade di Torino, sotto precisa indicazione di Massimo Giletti che continua a ‘inseguire’ i protagonisti di Sanremo 2013. Dopo Fabio Fazio tocca a Lucianina eludere domande sul Festival, che verrà presentato ufficialmente il prossimo 4 febbraio e che aprirà i battenti il 12. Non che le domande siano particolarmente ‘fastidiose’: si parla soprattutto di abiti, di tacchi e di scale (confermate nella scenografia) da scendere come impone la tradizione.
“Avevo chiesto una scala mobile, ma non è arrivata perché costa troppo e noi siamo al risparmio. Quindi ci sarà la scala che dovrò scendere perché è tradizione. D’altronde se tu scegli di far Sanremo devi stare nel meccanismo di Sanremo, non puoi rifiutarlo, sennò non ci vai”.
E questo varrà anche per i monologhi?
“Sono contenta di andare a Sanremo. Non so cosa succederà… spero sia una trasmissione divertente, allegra, spensierata e che ci si diverta anche noi, che è la prima cosa”
E’ questo il primo auspicio di una sorridente Luciana Littizzetto intervistata per le strade di Torino da un’inviata di Massimo Giletti, che con Lucianina condivide le origini torinesi e la fede bianconera.
Di che si parla con la Littizzetto. Beh, si parte dai ‘batticuori’ e dallo ‘shopping’. La domanda sorge spontanea: bacerà Fazio come baciò Baudo alla sua ultima apparizione festivaliera?
“Fazio l’ho già baciato e devo dire che era meglio Pippo Baudo. Chissà, magari torna Pippo Baudo… Ma spero che ci sia qualche maschio. Se vuol venire Massimo, volentieri, anche se è innamorato ancora della Clerici, ma come seconda scelta…”
Ma la Littizzetto, in qualità di superstar di Sanremo canterà e ballerà come le altre?
“Ballerò? Lo escludo categoricamente. Cantare? Male. Farò quello che sono io. Tutte le altre hanno cantato e ballato? Eh sì, con risultati discutibili. E io mi inserirò su quella scia, con risultati discutibili”.
Il vero ‘giallo’ di questo Sanremo, per ora scivolato verso il debutto senza grandi scandali, riguarda i suoi monologhi. Di che parlerà?
“Non lo so di cosa parlerò. Di politica non si può parlare per la Par Condicio, di Chiesa non ne parliamo proprio, di sesso, per carità, siamo in prima serata. Darò la ricetta del coniglio alle olive, non so. Non posso dire Cavaliere e Monti e neanche ‘Che due maroni’, pensa come sono messa.
Ma ancora devo scrivere, non so cosa dirò. Il bello di Sanremo è anche l’attualità, prendi quello che è successo in quei giorni là, quindi saranno scritte anche in quei giorni, magari improvvisate sul palco”.
Altra domanda: la Littizzetto ha paura di Sanremo?
“Sì, stanotte mi sono svegliata alle 3 e mezza con la paura, ma poi mi sono riaddormentata. Sanremo alla fine è un bel gioco, è impegnativo, ma è un gioco”.
Alla fine l’analogia che non ti aspetti:
“Alla fine Sanremo è un po’ come il parto: lì per lì ne parlan tutti, ma poi te lo dimentichi. E l’anno dopo non ti ricordi più niente di quello precedente. Quindi bisogna prenderlo anche un po’ così…”.
Così, come? Chiamiamo in causa le mamme: l’ansia magari si dimentica, sostituita dalla gioia, il dolore un po’ meno e poi resta sempre qualcosa a ricordarti quel momento. Ecco, forse non conviene paragonare Sanremo a un parto: non sempre è indolore e di certo ha eterne conseguenze… In bocca al lupo.