Home Simona Ventura Cielo che gol, la Ventura si dà alla teologia: “Ho bisogno di trattare le religioni da cittadina”

Cielo che gol, la Ventura si dà alla teologia: “Ho bisogno di trattare le religioni da cittadina”

Il programma flop della domenica pomeriggio di Sky tenta l’ultima spiaggia: l’impegno sociale contro le diversità.

pubblicato 27 Gennaio 2013 aggiornato 3 Settembre 2020 22:03

Brava, Simona Ventura. Ora potrà giocarsi la carta del “siamo stati coraggiosi affrontando temi alti”. La puntata di Cielo che gol di oggi è stata contraddistinta, per tutta la prima parte, da dichiarazioni sulla difensiva di Super Simo.

La conduttrice ha prima difeso il taglio calcistico del suo programma:

“Abbiamo una rappresentanza degli amatori per chi ama il calcio veramente. So che il calcio è una passione vera che ti fa sentire parte integrante del gruppo. Questo è il motivo per cui uno la domenica si fa un mazzo insieme, per stare insieme con l’arte pallonara vera”.

Poi ha sdoganato la svolta tematica del programma, che dopo essere partito con le interviste a Nicole Minetti prima e a Topo Gigio poi, già dalla scorsa settimana (ospitando la coppia gay Vecchioni e compagna, oggi a Domenica in), ha cominciato a virare sull’impegno sociale. Che è poi quello che voleva fare in un format con Giampiero Solari, di cui si sono perse le tracce.

Perché è questo il vero motivo per cui la Ventura conduce Cielo che gol, pur fondato sui diritti del campionato:

“Molti di voi mi chiedono sempre più spesso il perché io abbia scelto di venire a Cielo, dopo anni di tv generalista, successi ad esempio come X Factor su Sky. Io voglio spiegarlo oggi. Avevo proprio un bisogno personale di trattare determinati argomenti, come persona, come cittadina. Avevo bisogno di capire perché penso che la conoscenza cancelli l’ignoranza. E’ per questo che in questa trasmissione che parla di calcio e non solo, di intrattenimento, avevo bisogno di trattare determinati argomenti come per esempio le religioni, la diversità. Degli argomenti che, probabilmente, solo su Cielo potete trovare”.

A questo punto arriva la novità clamorosa: Simona Ventura, colei che ha votato la prima parte della sua carriera a Dolce e Gabbana, Lele Mora e Antonio Marano, ora dà lezioni di teologia sul digitale con luci soffuse e sottofondo ayurvedico.

Cielo che gol tra Maometto e Venditti domenica 27 gennaio 2013



Suo ospite è, infatti, l’Imam della Moschea di Segrate, per commentare prima di tutto una notizia di cronaca: il vicesindaco di Bernareggio, comune lombardo, ha invitato le donne a non sposare degli uomini musulmani.

La Ventura vuole capire “perché la religione è ancora motivo di discriminazione”. E inaugura la sua carriera di Cuccarini per tutte le religioni con queste pregnante domanda:

“Intanto io ho una cosa ho scoperto, di musulmani, cristiani ed ebrei che non sanno tante volte di avere in comune lo stesso Dio. Ho scoperto che Gesù e la Vergine Maria sono due figure importantissime della religione Islamica. Perché anziché sottolineare le parti in comune si sottolineano le differenze?”.

Almeno le domande lette dalla scaletta sono di senso compiuto. Il problema sono le risposte che la Ventura dà all’Imam, tipo la seguente che riproduciamo senza filtri:

“Quindi diciamo, lei dice, è una commistione. Ehm, si pensa che sia l’Islam, non è l’Islam, ma diciamo anche come dire sono dei valori tribali di questi popoli”.

Subito dopo la Ventura chiede all’Imam della posizione islamica verso la donna e l’inquadratura vira subito sulle cosce in bella vista delle sue compagne di viaggio. Sì, perché la Ventura ha le sue Amiche della domenica, come Lorella Landi ha quelle del Sabato. Le stesse la aiuteranno, poco più avanti, a intervistare Antonello Venditti.

Nella giornata della Memoria è anche partita la pubblicità progresso con tanto di “per non dimenticare”, con tutte le diversità interpellate (ebrei, disabili, omosessuali, testimoni di Geova).

Qualcosa mi dice che Sky non ci comunicherà i dati d’ascolto anche domani. Con la differenza che qualcuno, stavolta, potrà dire “abbiamo osato”.

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