Home Rai 1 Berlusconi fece pressioni su Masi per chiudere Annozero? Inchiesta archiviata. L’ex dg ora chiede 30 milioni di euro di danni

Berlusconi fece pressioni su Masi per chiudere Annozero? Inchiesta archiviata. L’ex dg ora chiede 30 milioni di euro di danni

Qualcuno si sarebbe aspettato un commento da parte di Michele Santoro nel corso del suo monologo di apertura della puntata di ieri sera di Servizio Pubblico. Ed invece il conduttore del talk di La 7 ha scelto di non fare nessun tipo di riferimento. La notizia infatti era nota già ieri: l’inchiesta sulle presunte pressioni

pubblicato 1 Febbraio 2013 aggiornato 3 Settembre 2020 21:54

Qualcuno si sarebbe aspettato un commento da parte di Michele Santoro nel corso del suo monologo di apertura della puntata di ieri sera di Servizio Pubblico. Ed invece il conduttore del talk di La 7 ha scelto di non fare nessun tipo di riferimento. La notizia infatti era nota già ieri: l’inchiesta sulle presunte pressioni esercitate dall’allora Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi nel 2009 per far sospendere il programma di Rai 2 Annozero è stata archiviata. Lo ha deciso il presidente dei gip del tribunale di Roma, Carlo Figliolia, il quale ha accolto la richiesta della Procura: archiviate, così, le posizioni del Cavaliere e quelle dei destinatari delle presunte sollecitazioni: Mauro Masi, ex direttore generale Rai, e Giancarlo Innocenzi, ex commissario dell’Agcom.
Tutti erano indagati per abuso d’ufficio. Secondo quanto si legge nel procedimento di archiviazione Santoro non può ritenersi persona offesa del reato in esame e l’atto, non contenendo alcuna richiesta di investigazioni suppletive, va dichiarato inammissibile.

Se il giornalista campano che mandò vaffan…bicchiere Masi ha scelto la via del silenzio (anche se sul quotidiano Libero si legge un suo virgolettato in cui definisce l’esito dell’inchiesta “scontato”), l’ex dg ha colto l’occasione per annunciare:

Ho incaricato i miei avvocati di intraprendere azione legale contro i protagonisti dell’ingiusta ed immotivata campagna diffamatoria per ottenere un risarcimento dei danni di 30 milioni di euro.

Cifra che sarà – così ha precisato lo stesso Masi – integralmente devoluta in beneficenza all’associazione Lega del filo d’oro.

Per la cronaca rammentiamo che l’inchiesta era nata come costola di una indagine della Procura di Trani sulle carte di credito revolving e nel 2010 era stata trasferita per competenza a Roma.

Rai 1