Papa dimesso tra Rai1, Rete4 e La7 – Vespa ecumenico, Formigli complottista, Del Debbio dice ‘Meglio Wojtyla’
Data per assodata la portata storica delle dimissioni di Papa Benedetto XVI, ognuno le racconta come vuole per portarsi a casa la prima serata. Stasera abbiamo assistito a tre speciali completamente diversi tra loro per linea editoriale, stile narrativo e finalità, che hanno rispecchiato fino in fondo l’anima dei rispettivi editori.Per Porta a porta non
Data per assodata la portata storica delle dimissioni di Papa Benedetto XVI, ognuno le racconta come vuole per portarsi a casa la prima serata. Stasera abbiamo assistito a tre speciali completamente diversi tra loro per linea editoriale, stile narrativo e finalità, che hanno rispecchiato fino in fondo l’anima dei rispettivi editori.
Per Porta a porta non c’è altro modo per parlare della vicenda che diffondendo il Verbo della Chiesa. Così Vespa invita come megafono della sola verità che conta Padre Federico Lombardi, il Portavoce del Vaticano e del Santo Padre.
Insieme alla voce ufficiale di sua Eminenza, le testimonianze di alti prelati e cardinali, oltre che del Presidente Giorgio Napolitano, che si susseguono dietro il titolo altisonante, ma fondamentalmente dogmatico “La grande rinuncia”. Persino colui che potrebbe sembrare il più “radicale” tra tutti, Giuliano Ferrara, si lancia in un proclama dal grande afflato spirituale:
Minghi, D’Agostino, Ferrara e Santanchè: tutti vaticanisti!
“Una decisione sovrana, papocentrica, di un papa infragilito pone le premesse del rilancio della Chiesa attraverso l’elezione di qualcuno che abbia maggior vigore. Oggi l’assedio alla chiesa, il tentativo di riformarla alle regole del mondo contemporaneo, i preti che si sposano, la cultura gay, tutto questo assedio che è diventato feroce e cattivo sulla questione dell’abuso dei minori da parte di minuscole frazioni del clero, tutte queste cose qui hanno messo la Chiesa di Ratzinger sulla difensiva: espiazione, penitenza. Dopo l’esordio di Ratisbona e aver assunto una leadership del meglio dell’identità del mondo moderno, con i principi suoi dell’Illuminismo cristiano, dopo tutto questo si è trovato a combattere con delle ombre. Ha trovato questa soluzione allegra, vitale, per dire che la Chiesa deve continuare”.
Va riconosciuto al giornalista di aver espresso il punto di vista più vivace e coraggioso in un talk show imbalsamato.
Quinta colonna rimpiange quello di prima, come sempre
Cambiando canale su Rete4 c’è Paolo Del Debbio che trascura l’Imu solo per metà puntata, visto che la seconda parte è dedicata come sempre ai rapporti tra crisi economia e campagna elettorale.
Il registro è quello di sempre, il populismo, ma questa volta è applicato al qualunquismo della massa che diventa sconcerto di una comunità credente. Gli rvm che titolano Papa fragile già prendono una posizione, poi confermata dal clima generale. Il senso di Del Debbio è “aridatece Giovanni Paolo II”.
Basti pensare all’intervento di Amedeo Minghi, che è un po’ la risposta “convertita” all’Anna Falchi imprenditrice. Il cantante ha, infatti, ritrovato la fede soprattutto grazie al Papa precedente:
“L’incontro con Giovanni Paolo II è stato significativo, io ero un po’ distratto come cristiano cattolico. Lo ammetto serenamente. Poi c’è stato l’incontro con Papa Wojtyla e questa canzone che abbiamo scritto insieme. Non avrei mai pensato che avrebbe accompagnato la storia del Papa. Questa scoperta di quest’uomo che ho incontrato tante volte con la mia famiglia mi ha fatto capire delle cose importanti, soprattutto il coraggio. Quando ho difficoltà penso a lui. Il papa è il papa, che sia questo o un altro. Per me, romano, er papa è il papa, non si discute. Una cosa importante, poco fa nei vostri titoli c’era scritto Papa Ratzinger fragile. Non credo sia così. E’, invece, un papa molto forte. Credo che lui abbia compiuto il lavoro iniziato con Giovanni Paolo II e che, al termine di questo lavoro, al centro di un mondo così complesso, lui si rende conto da uomo di non poter proseguire. E’ una scelta che ha compiuto l’uomo Ratzinger, secondo me assolutamente sacrosanta”.
Del Debbio è più scettico e impone la sua linea reazionaria:
“Umanamente uno può essere colpito da un padre piuttosto da un altro, credere in tutti e due. Contava in Gesù Cristo, figuriamoci nei papi l’umanità”.
D’altronde bisogna sfruttare gli archivi Mediaset, quindi giù a rispolverare santini e icone tanto care alla nonnina sintonizzate (tra un’amarcord e l’altra si ripropone pure il Quarto segreto di Fatima di un Top Secret di Brachino).
Quinta colonna non vuole essere sacrilega, bensì cavalcare come Pomeriggio cinque lo choc popolare di fronte a quest’avvenimento, rappresentato nientemeno che da Daniela Santanché:
“Siamo pieni di incertezza. Il santo padre è una certezza. Io vorrei continuare ad avere la certezza che sia così. Tutti facciamo un passo indietro. E’ una delle poche certezze che ci rimane. Era sempre con Wojtyla, è sbagliato fare dietrologie. c’è quella così lì, che l’ha visto soffrire fino all’ultimo”.
Alla fine c’è spazio anche per la foto del fulmine che si abbatte su San Pietro, ma Del Debbio ci tiene a dire di non amare la superstizione, sia chiaro.
Piazza Pulita e il Vaticano nel mirino
Su La7 è, ancora, tutta un’altra storia. A Piazza pulita (qui la cronaca dell’intera puntata) si fa complottismo puro stile Codice da vinci, ripescando gli scandali del Vaticano denunciati da Gli intoccabili di Nuzzi e le varie teorie che vogliono la Chiesa sotto attacco. Nel Parterre di Formigli non ci sono propriamente dei vaticanisti, ma un sovversivo puro come Roberto D’Agostino, che rilascia commenti estremi come “La curia romana è una sorta di rissa da bar” o cita Freccero, per cui con questo annuncio il Papa diventa un funzionario e non più un pontefice.
Quel che ho trovato più coraggioso è il servizio dedicato al Papa su Twitter, in cui non ci si è limitati a elogiare la modernità della scelta, ma anche lo scarso consenso sul web tramutato in forte dissenso. Il tutto con dati alla mano. Si mostrano alcuni tweet brutalmente critici, attestando che su 270.000 tweet di risposta al papa 26.000 sono positivi, 22.000 negativi, tra cui 5000 ingiurie e offese. Se il Dalai Lama ha l’87% di risposte positive, il Papa ha il 50% di risposte neutre.
Anche a Piazzapulita resta fermo il link con il panorama elettorale, con tanto di collegamento con il comizio di Beppe Grillo a Mantova. E con la riflessione sulle ripercussioni che le dimissioni del Papa avranno sulle elezioni.
Ancora una volta è il papà di Dagospia a scatenarsi:
“Monti c’ha bisogno di recuperare il suo Centrino. Lui sperava di avere spazio, che gli è stato totalmente eliminato. Berlusconi campa con sparate, bugie a lunga durata, coperte da questa notizia”.
Insomma, tra l’acqua santa di Vespa e quel diavolo di Formigli ci si mette quel parrocchiano perbene, ma nostalgico del bel tempo antico, di Del Debbio. A ciascuno quello che si merita.