Pomeriggio Cinque: “Sanremo aggancia tragedie, la Bruni difende terroristi comunisti”. D’Urso: “Luciana, io da 5 anni mi occupo di violenza sulle donne”
La D’Urso se le è inventate tutte per gettare veleno sul Festival.
Non ci sono parole per commentare la vergognosa macchina del fango contro Sanremo 2013 messa in campo a Pomeriggio Cinque. Una Canale5, che pur si è arresa in prima serata tutta la settimana, ha gettato ogni tipo di discredito su una delle edizioni più apprezzate e vincenti degli ultimi anni.
La D’Urso ha sfruttato tre filoni anti-Festival: il fatto che porti sfiga, il fatto che sulla violenza sulle donne la Littizzetto è venuta dopo di lei e il fatto che Carla Bruni non alzi un dito contro “quelli che mangiano i bambini”.
Andiamo con ordine. L’inviato Federico Pini da Sanremo allude a un Festival maledetto, roba che neanche ai tempi di Mia Martini:
“Siamo abituati a raccontare un Sanremo più ameno, legato alla cronaca leggera. Sembra che questo Sanremo stia agganciando notizie di cronaca nera”.
A dargli corda il giornalista di Novella 2000 Carlo Mondonico:
“E’ stato così, dalle dimissioni del Papa poi è stato un susseguirsi di notizie tragiche, quella del figlio di Franco dei Ricchi e poveri (intanto scorrono le immagini mai viste del ragazzo, ndr) la più pesante sicuramente ma anche quella di Pistorius”.
Va bene parlare di scherzi del destino e coincidenze sfortunate, ma che questo Sanremo porti iella è il colmo. Ma non finisce qui, perché la D’Urso ha sì mostrato il bel momento di Lucianina contro la violenza sulle donne, ma rivendicando il suo primato sull’argomento:
Ovviamente…. Due milioni.. 548mila … Esattamente….. Tanti tanti … Al pomeriggio….Grazie davvero….
— Barbara d’Urso (@carmelitadurso) 15 febbraio 2013
Barbara D\’Urso mostra le foto del figlio morto di Franco Gatti
“Voi sapete che ieri c’è stato il flashmob in tutto il mondo. Io ieri ho iniziato la trasmissione così col dito alzato (tutto il pubblico di soldatini alza il dito, ndr), tutti quanti l’abbiamo fatto. Sapete che è una mia battaglia personale, sono cinque anni che dico alla donne che l’uomo che picchia una donna non la ama. Ieri sera guardavo il tanto contestato Festival di Sanremo e ho amato moltissimo la Littizzetto”
Ma contestato da chi? E, soprattutto, qualcuno le dica che il sentimento e l’onestà intellettuale di Luciana che l’ha fatto una volta è superiore milioni di volta al suo approccio populista di ogni giorno.
Il momento più imbarazzante è stato quando Barbarella ha accusato gli autori di aver censurato lo “stron*o” di Luciana all’uomo che picchia le donne (che invece era rimasto intatto nell’rvm), dicendo di volerlo gridare più coraggiosamente lei stessa. Anziché dirlo lei, però, lo ha fatto gridare al suo pubblico.
La campagna anti-Festival non è finita qui. La D’Urso, infatti, ha proseguito il filone anti-Carla Bruni, rea di aver negato a Pomeriggio Cinque i diritti delle immagini sanremesi.
Così la conduttrice è fiera che oggi sia stata ripresa da tutti i giornali per aver segnalato l’embargo. E non si ferma qui. In collegamento telefonico ha, infatti, Adriano Sabbadin figlio di Lino, ucciso dai proletari armati per il Comunismo. Le aveva lui per primo, spontaneamente (?), mandato una mail, ma ora ci tiene a ringraziarla in diretta per il sostegno al suo caso:
“Io offeso dalla presentazione della Bruni al Festival di Sanremo. Non è che io non la volessi. Avrei preferito rendesse omaggio ai nostri morti, ai nostri cari. La sua presenza mi ha fatto veramente male e mi ha toccato”.
Ma che ha fatto mai di tanto offensivo la Bruni, quando ha solo cantato? La D’Urso gli dà man forte:
“C’è chi ha ucciso vostri parenti. Chiedevate che lei ne facesse menzione. Poteva ricordare che quel terrorista che è ancora lì in Brasile ha ucciso dei vostri parenti”.
Ah, cioè pur di gettar veleno sulla Bruni si fa il processo alle cose che non ha detto sul palco dell’Ariston. Vale a dire l’annoso caso dell’estradizione di Cesare Battisti, a cui pure il nome di Carlà è stato accostato in passato (con una smentita della sua intercessione proprio a Che tempo che fa), ma non a Sanremo.
Peccato che lo strillone di Pomeriggio Cinque sia fuorviante, visto che la Bruni non ha mai difeso i terroristi a Sanremo. Questa polemica campata in aria è una mistificazione giornalistica come poche, ennesimo mezzuccio per contrastare un Festival di successo che sembra minacciare l’ideologia Mediaset.