Home Festival di Sanremo Sanremo 2013, con Luciana Littizzetto e Fabio Fazio ‘Cose mai viste’… (video)

Sanremo 2013, con Luciana Littizzetto e Fabio Fazio ‘Cose mai viste’… (video)

Le cose mai viste di Fabio Fazio e Luciana Littizzetto a Sanremo 2013.

pubblicato 17 Febbraio 2013 aggiornato 3 Settembre 2020 21:20

Sanremo 2013 Fazio e Littizzetto, storia di una coppia

Sanremo 2013 Fazio e Littizzetto, storia di una coppiaSanremo 2013 Fazio e Littizzetto, storia di una coppiaSanremo 2013 Fazio e Littizzetto, storia di una coppiaSanremo 2013 Fazio e Littizzetto, storia di una coppia

Sanremo 2013 è stato il Festival di Fazio e Littizzetto, sotto tutti i punti di vista: dopo un inizio reso difficile dalla contestazione a Crozza, i due hanno supportato in ogni modo il racconto delle serate è andato avanti non senza difficoltà, tra meteoriti, mal di schiena (come quello che ha colpito il M° Barenboim), mal di denti (che ha lasciato a casa Verdone atteso nella Giuria di Qualità) e altre situazioni ben più tragiche che hanno velato questa edizione.

Il loro sodalizio è ormai ‘leggenda’, tra Gianni e Pinotto, Stanlio e Ollio, Cip e Ciop, ma studiano ancora da Sandra e Raimondo, ma lì è un po’ più dura, anche se la formula ‘cane e gatto per contratto’ viene applicata e l’insieme è unito da amicizia e complicità. E a vedere Fabio e Luciana abbracciati a bordo palco alla fine di tutto – come due teneri ‘amanti’ che si godono una serenata al chiar di luna – il pensiero ai Vianello corre. E la Balti messa in un angolo a far tappezzeria col mazzo di fiori in mano vale più di mille monologhi sull’autostima.

Mentre l’Italia intera si domanda se ci sia del tenero tra loro, i due fanno un primo bilancio di questa esperienza, lontano dall’Auditel e dai pregiudizi e in attesa di farne uno anche stasera tornando a casa, a Che Tempo che Fa. Per raccontare il loro Sanremo hanno messo su con gli autori un dialogo che ha ricordato ‘vagamente’ la formula del Vado via/Resto qui di Vieni via con me. Titolo? Per non cadere nel solito ‘ho visto cose che voi umani…’ si è puntato su un ‘Cose mai viste’. Ma davvero certe cose all’Ariston non si erano mai viste? E quale pensate sia stata la vera novità di questa edizione?
Intanto partiamo dalle Cose mai viste di Fazio e Littizzetto:

L: Ho visto Fabio Fazio sveglio dopo le nove e mezza di sera
F: Ho visto Luciana Littizzetto vestita da donna
L: Ho sentito il coro dell’Arena di Verona cantare il Va’ pensiero e ho capito che essere italiani non è poi così male
F: Ho visto una Première Dame accompagnare alla chitarra la Prèmiere Nan
L: Ho capito che dire una cosa a Sanremo non è come dirne una a Bordighera
F: Ho visto delle donne bellissime
L: Ho visto che le hai viste
F: Ho visto Top Model e Tap Model
L: E io ho visto Rocco Siffredi…. vestito
F: Ho sentito qui Roberto Giacobbo dire che non c’era da preoccuparsi, nessun meterorite in arrivo (e infatti ci fa lo speciale Voyager, ndr)
L: Ho visto l’armata Cutugno occupare l’Ariston agli ordini di Toto Cutugno
F: Ho visto gente che urlava per impedire a Crozza di imitare Bersani
L: Ho visto il maestro Vessicchio col Vinavil che si riattaccava la barba
F: Ho visto Stefano Bollani suonare Papaveri e Papere come se fosse La Quinta di Beethoven
L: e io ho visto Maria Nazionale portare la quinta, ma non di Beethoven
F: Ho visto la Bar, al bar, che voleva un caffè
L: Io ho visto Fabio al Caffè che voleva la Bar
F: Io ho visto qui Albano fare le flessioni per baciare questo palco
L: Non ho mai visto te fare flessioni in tutta la tua vita
F: Ho visto Austin Power dire di essere visto come Caterina Caselli nel ’66
L: Ho sentito che c’è un orchestrale lassù che cerca il modo di scendere da lì da cinque giorni e non lo trova
F: Ho visto stasera la farfalla più grande del mondo
L: Ho visto due balenghi cantare ‘dudududadada’ …

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e i due ricantano, questa volta Siamo la coppia più ‘balenga’ del mondo.

E voi cosa avete visto in questo Festival che non avevate mai visto all’Ariston?

Personalmente più che ‘vedere’, a Sanremo 2013 ho ‘sentito’ cose nuove, come le due canzoni per artista (è stata questa davvero a mio avviso la rivoluzione copernicana, che ha ‘messo al centro la musica’ riempiendo di senso il tempo e il racconto del Festival della Musica Italiana) o i colloquialismi di Luciana Littizzetto (che ha disseminato nelle cinque serate tette e culi, aprendo con la ‘cacca’ dei cavalli che hanno trainato la sua carrozza da principessa). Perfetta sintesi dell’alto e del basso, vero, qualche se stonatura in questo uso l’ho avvertita, riconoscendo una certa ‘sacralità’ vecchio stampo all’evento, ma poi prevale la competenza su tutti i registri (linguistici e artistici) che hanno dimostrato tutti su quel palco. Il guaio è se uno sa dire solo ‘tette e culo’ e nella tv italiana non mancano. Qui il repertorio è stato scorso dall’aulico al greve.

La liturgia in sé, invece, per me è ormai ‘svecchiata’ da tempo: ogni anno si grida allo ‘svecchiamento’ del Festival, come se uscissimo ancora dai Festival di Baudo, quelli sì una messa cantata. Il punto di riferimento, per stampa e immaginario collettivo resta lui, non c’è niente da fare. Eppure nel mezzo ci sono stati i Festival di Bonolis, i tinelli della Clerici, il Gramsci di Luca e Paolo con Morandi, volendo anche la ‘foca’ a poco prezzo di Papaleo, Belen e Morandi. Eppure si va sempre lì, al Baudo Nazionale.

Tante cose già sentite, invece, nelle polemiche sui talent: sebbene Amici sia alla 12 edizione, X Factor alla sesta e siano cambiati radicalmente i consumi musicali e tv (più volte, peraltro) negli ultimi 15 anni si continua a far polemica sui talenti da talent che non rappresentano ‘la musica italiana’. Un altro totem, come il Festival di Baudo.

Cose mai viste, invece, i tanti sorrisi nel backstage, sul palco, negli uffici degli autori; mai viste le anticipazioni, le foto, i tweet di un direttore di RaiUno e del conduttore che hanno aperto le porte dell’Ariston e hanno messo da parte quell’atteggiamento da Fort Knox che ha sempre appesantito i Festival, ma che evidentemente dava da parlare a qualcuno.

Ecco, qui c’è tutta la leggerezza del Festival di Fazio, Littizzetto e Leone: nasce nel backstage e arriva sul palco (quasi) con spontaneità. Non è una novità proprio assoluta, visto che anche i primi due Sanremo targati Fazio ebbero questa cifra (anche se con un budget diverso e in un’altra era tv), oggi forse accentuata dalla ‘spending review’ che ha asciugato orpelli inutili, costosi e controproducenti, come i superospiti internazionali. Questa volta gli artisti (non personaggi, attenzione) hanno proposto la loro arte, hanno fatto quello che sanno fare e sono andati via.

Ecco, in un Festival essenziale non poteva che vincere L’Essenziale, no? E se posso trarre una personale morale della favola è che ciascuno deve fare quello che sa fare: è stato un mantra prima del festival, soprattutto per la Littizzetto, ed è stata forse la chiave vincente di questa narrazione, più della ‘contaminazione’ (non proprio originale) tra alto e basso. E questa misura, forse, ancora non si era mai vista.

Ma tanto torna Baudo, no? Ha detto che torna….

Sanremo 2013 Fazio e Littizzetto, storia di una coppia

Sanremo 2013 Fazio e Littizzetto, storia di una coppia
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