Beppe Fiorello prova a Volare, ma ci riesce solo cantando (e con Cirilli-Villa i conti non tornano)
In Volare – La grande storia di Domenico Modugno Beppe Fiorello s’immedesima nel Modugno cantante, ma non riesce a farsi dimenticare come attore
Fare una fiction su Domenico Modugno vuol dire puntare al cuore di quell’Italia che ha sognato per anni (e che ancora sogna) grazie ad un talento riconosciuto in tutto il mondo. Una sfida di quelle rare e difficili, con le quali un attore può essere consacrato e giocarsi la carriera.
La tensione del ruolo che gli è stato affidato si vede sulle espressioni di Beppe Fiorello, chiamato alla sua prova del nove con “Volare”, in onda su Raiuno. Supportato da una buona sceneggiatura e da un buon ritmo -cosa rara per una fiction italiana-, l’attore ce l’ha messa tutta: lo ha detto nelle interviste, lo ha sottolineato Franca Gandolfi, moglie del cantante scomparso, ci è stato ricordato giusto quella decina di volte a Sanremo.
L’impegno di Fiorello, però, sembra superare le intenzioni di voler raccontare il Modugno onesto che ci si aspettava. Sia chiaro, confrontarsi con un ruolo di questo tipo non sarebbe stato facile per nessuno, e se Fiorello dalla sua ha la capacità di buttarsi a capofitto in ogni sua progetto trasmettendo la sua passione al pubblico, d’altro canto quando si è trattato di fare Modugno è successo l’inevitabile, il peggior incubo per un attore: non riuscire a far dimenticare il proprio volto.
Volare-La grande storia di Domenico Modugno
A vedere “Volare” non si capisce se si tratta della storia di Fiorello o di Modugno: la somiglianza tra i celebre attore e cantante ed il suo interprete non facilita le cose, e l’identificazione non riesce, almeno visivamente. L’operazione ha avuto invece un successo maggiore per quanto riguarda la parte musicale, con un Fiorello capace di interpretare i successi di Modugno senza storpiarli.
Tolta l’attenzione sul protagonista, è da evidenziare come “Volare” abbia cercato di raccontare gli anni del dopoguerra attraverso il filtro del neorealismo prima e del boom economico poi, con la strada e le difficoltà di arrivare a fine giornata a dare la spinta al racconto, che si perde nel momento in cui la storia prosegue e si sofferma sui primi successi di Modugno, passando per un ritorno nell terra natale troppo lungo.
“Volare” è un’operazione riuscita? Per un mito come Domenico Modugno ci si sarebbe aspettato un maggiore rispetto nei dettagli, e non solo nella cura musicale e di alcune sottotrame. La carenza di questa stessa attenzione nei confronti della cornice alla storia principale è invece un punto debole e neanche troppo nascosto per una fiction che potrebbe interessare molto anche gli altri Paesi ed essere distribuita con successo. Ma se riesci a far passare Fiorello-Modugno e Michele Placido-De Sica, come glielo vai a spiegare Gabriele Cirilli nei panni di Claudio Villa?