Oscar Giannino come Frank Jr. Abagnale. E la tv che ci casca. E lo celebra ancora
L’ex leader di Fermare il Declino, pescato a mentire sui suoi titoli di studio, ospite di Daria Bignardi.
Parliamoci chiaro: senza la televisione, Oscar Giannino non esisterebbe, come personaggio. Me lo ricordo da anni, ospite in tv, presentato come professore. Mi ricordo nettamente quell’aura di competenza che gli veniva attribuita, non si capiva bene in base a cosa. Forse in base a quelle due lauree o a quel master che non esistevano.
Il soggetto ricorda Frank Jr. Abagnale, personaggio interpretato da Leonardo Di Caprio nel bel Catch Me If You Can: un “falsario”. Falsario della realtà e della (sua) storia.
Ecco la biografia del personaggio, così come la si trova su Topmanagementforum.
Torinese, 50 anni. Giornalista professionista. Editorialista per Panorama, Il Messaggero, Il Mattino, Il Gazzettino. Direttore del sito www.chicago-blog.it.
Direttore del mensile di trasporti Capo Horn.
Dal 29 giugno 2009 è conduttore della trasmissione quotidiana LA VERSIONE DI OSCAR su Radio24.È stato direttore di LiberoMercato da aprile 2007 a marzo 2009. In precedenza vicedirettore del quotidiano Finanza&Mercati, vicedirettore del quotidiano IL RIFORMISTA (2003), responsabile Economia e Finanza de IL FOGLIO quotidiano (1999), vicedirettore di LIBERAL settimanale (1997), caporedattore di LIBERAL mensile (1995).
Ha conseguito lauree in giurisprudenza ed economia. In seguito, Degree: Corporate Finance; Public Finance; alla Chicago Booth Business School, Chicago University.
Gli ultimi saggi che ha pubblicato sono: Sicurezza: le nuove frontiere (Franco Angeli, 2005), Contro le tasse (Mondadori 2007), Il rebus Marchionne (Libero ed., 2008).
Una biografia che va rivista, alla luce delle recenti rivelazioni sul fatto che Giannino non solo non ha un master a Chicago. Ma non ha nemmeno le due lauree. E’ significativo pensare che probabilmente se non avesse mentito e millantato, tutte queste collaborazioni elencate probabilmente non ci sarebbero state. E non lo avremmo visto così tante volte a pontificare di politica e giustizia ed economia in televisione.
Nessuno ha mai controllato se i titoli fossero veri.
E Giannino ha campato allegramente, mentendo a tutti: al suo pubblico, a chi lo invitava nelle trasmissioni, a chi chiedeva pareri.
Sia chiaro: qui non è che si pensi che la laurea sia un elemento fondamentale per fare carriera o per avere un ruolo qualsiasi.
Qui si pensa, però, che sia importante dire la verità. E, no, non c’è niente di dadaista, come adesso Giannino dice a Le Invasioni Barbariche, ospite di Daria Bignardi.
Non c’è niente di dadaista nel prendere in giro gli altri in maniera prolungata, nel costruirsi una credibilità. Nel millantare.
Eppure c’è un’altra questione da considerare: ovvero, la facilità con cui, per anni e anni, Giannino ha ingannato tutti, senza che nessuno si prendesse davvero la briga di controllare.
Per la verità, qualcuno c’era: i wikipediani, che ci provavano, inutilmente.
La televisione, comunque, quella scatolina che lo ha reso famoso, questa sera (nella materializzazione offerta dalle invasioni barbariche) lo celebra ancora, ospitandolo, invece di archiviare questa brutta pagina – l’ennesima – della nostra italietta e di questa terribile campagna elettorale come un brutto incidente. Daria Bignardi gli fa ancora le domande leggere, con il tono da risolini che ha usato anche con Mario Monti. E Oscar Giannino parla ancora. Di coerenze altrui. Come se uno che ha mentito per anni potesse permettersi di parlar di coerenza.
Solo che è la tv che glie lo consente. E allora, va a finire che ha ragione lui.