L’IMPOSTORE: Oscar Giannino e il suo pubblico
Alla Stazione Termini, Roma, arriva Oscar Giannino con alcuni accompagnatori. Porta un cappelluccio e la sua solita faccia da clown colto, nascosta la pelata;occhiali e irsutismi di vario genere, tenuti insieme dal sego del regio esercito piemontese preunitario. Lo guardo, si ferma, subito si fanno intorno gli ammiratori. Lo strattonano persino per attrarre la sua
Alla Stazione Termini, Roma, arriva Oscar Giannino con alcuni accompagnatori. Porta un cappelluccio e la sua solita faccia da clown colto, nascosta la pelata;occhiali e irsutismi di vario genere, tenuti insieme dal sego del regio esercito piemontese preunitario.
Lo guardo, si ferma, subito si fanno intorno gli ammiratori. Lo strattonano persino per attrarre la sua attenzione. Si fermano belle ragazze, ragazzi dai volti insignificanti,qualche ferroviere, mendicanti che lo ascoltano incantati. Ma cosa sta dicendo?
Il cordone degli astanti è tale che non mi giungono parole ma i ritmi squillanti che Oscar che sparge a piena gola alla radio, alla tv, ai comizi, ai suoi fans e a quelli che intendeva conquistare e che forse, dopo le rivelazioni, non so se riuscirà nell’intento.
Le rivelazioni le conosciamo: niente master, niente due lauree. Oscar è un autodidatta, peraltro preparato, sagace, carismatico se è riuscito a crearsi fama e credito che adesso possono sfumare perchè lui ha mentito.
Ha mentito? Qualche settimana fa, parlando proprio di Oscar e delle sue originalità di vario tipo, ho detto che ricordava Marianini, uno degli ospiti di Mike Bongiorno del lontano “Lascia o raddoppia”.
Marianini era, o faceva il dandy con accurati e antiquati vestiti, irsutismi ben confezionati, eloquio da madrigale?
Oscar è un dandy? O sono entrambi due “impostori”, il primo mai scoperto, il secondo messo nudo?
La mia risposta è una sola. L’IMPOSTORE è una figura centrale della vita pubblica italiana. La storia del nostro Paese ce lo dimostra. Anche quando non c’era la tv ma c’era la radio o il cine.
L’IMPOSTORE nasce perchè sa dire bugie a se stesso (sono talmente bravo e spudorato che posso permettermi tutto) e confida che le sue bugie prendono valore, diventano verità, per la maschera vera o verbale che “indossano”.
Esempio, Mussolini era un grande comunicatore (grandi schermi, microfoni, piazze e balconi), e aveva la capacità di calarsi nei ruoli prescelti e renderli irresistibili. IMPOSTORE/ DITTATORE.
Oscar non ha osato tanto ma è stato a lungo in grado di imporsi, credendo in se stesso e nelle sue bugie, e credendo di potere imporre le bugie e la sua scanzonata verve. Un IMPOSTORE/ PREMIER, aspirante PREMIER.
Non è più tempo, spero, di DITTATORI ma aumenta il numero degli IMPOSTORI, una fascinazione non solo italiana, certo, ma che le tv, le radio, i media incoraggiano.
Vitamine di bugie, bugie elargite e bugie che si guardano senza scandalo, quasi con simpatia. L’IMPOSTORE è IL GIOCATORE per eccellenza in un Paese che verso di loro sente deferenza, specie se ha l’abilità di predere tutti in giro, convinto di farcela.
Le bugie del resto abitano in noi e cerchiano di continuo QUALCUNO CHE CE LE RACCONTI. Lo smercio delle Vitamine è al trionfo.
E se crolla la BUGIA? Non importa. Avanti un altro.
Italo Moscati