Il Testimone su Mtv dal 4 marzo. Pif: “Credo che questa sia la tv più vera”
Da lunedì 4 marzo torna su Mtv (canale 8 DTT) alle 22.50 la nuova stagione de Il Testimone con Pif
Il palinsesto di Mtv si sta vivacizzando in questo 2013. Oltre all’avvento di Mario – Una serie di Maccio Capotonda che partirà proprio domani e l’arrivo a fine marzo del programma di Caterina Guzzanti, è ai blocchi di partenza anche la nuova stagione de Il Testimone con Pif che tornerà sul canale 8 del digitale terrestre da lunedì 4 marzo alle 22.50.
Durante la conferenza stampa di oggi per il lancio del programma, Pif ha parlato a lungo dei temi scelti (“in collaborazione con una redazione sempre più ampia”) per le sedici puntate che si snoderanno nel corso della nuova stagione: dall’arte contemporanea a Padre Pio passando per Fabri Fibra, il mondo dei transessuali, il pizzo e i grandi chef. Non mancherà anche una tappa dedicata al percorso dell’Islanda dal default alla rinascita senza dimenticare un approfondimento sui corsi motivazionali a cui Pif deciderà, ironicamente, di prendere parte.
Il conduttore (che, a quanto dice, vorrebbe essere chiamato vj “ma i vj non esistono più e allora se proprio mi si deve etichettare, diciamo che sulla carta d’identità ho fatto scrivere autore”) rivela che l’unico atteggiamento possibile per lui sia quello dell’uomo medio, di chi non ne sa niente ma che, armato della propria curiosità, vuole indagare per scoprire il più possibile sul tema in esame. Questo stile gli ha permesso di realizzare un programma interessante, finora. Ma quest’anno c’è una novità che si chiama Auditel. Come si pone in merito alla questione?
Ma perché deve esserci l’Auditel? Io stavo così bene senza! Quando mi chiedevano “Com’è andata?” io potevo rispondere: “Mah, in metro mi hanno riconosciuto in tre e mi han fermato per fare due chiacchiere, quindi credo bene. In questo modo potevo anche farmi un’idea sul target del mio programma: una volta mi ha fermato una vecchina in farmacia per farmi i complimenti: mi aveva visto a Emmetivvù e gli ero piaciuto molto.
Battute a parte, Pif racconta anche le difficoltà del suo lavoro e, soprattutto, spiega il suo modo di affrontarle:
Se non scatta l’empatia tra l’intervistato e me, la puntata non esce bene. Non farò mai il nome ma in questa stagione è successo con un personaggio e infatti quella tappa del programma non andrà in onda. Io cerco di porre le domande che penso che tutti vorrebbero fare anche se può essere imbarazzante trovarsi davanti al Direttore della Biennale D’Arte Massimiliano Gioni e dirgli: “Vabbè, ma quest’opera qui la potrei fare anche io!”. Se capitano gaffe o errori da un certo punto di vista è anche meglio: quando, nella scorsa stagione, mi si è rotta la cassetta durante l’intervista a Matteo Renzi, gliel’ho detto e lui ha continuato a prendermi in giro bonariamente per tutta la chiacchierata. Chiunque altro avrebbe interrotto la registrazione per portare a casa un prodotto “fatto bene”, ma così siamo entrati in empatia ed è stato anche meglio. Credo che questa sia la tv più vera.
E per rendere il tutto ancora più “vero”, anche quest’anno Pif guarderà le puntate in videochat attraverso Twitcam e le commenterà insieme ai telespettatori fino a trenta minuti dopo la fine di ogni appuntamento. Tra le tappe più curiose della nuova stagione, spicca sicuramente quella a San Giovanni Rotondo per indagare sulla venerazione per Padre Pio facendo un vero e proprio pellegrinaggio con tanto di arrivo su un pullman di fedeli. A Pif però sarebbe piaciuto poter fare di più:
Alla religione avrei voluto dedicare una serie intera. Avrei tantissime domande da fare, domande che, sono certo, vorrebbero porre moltissime altre persone. Una su tutte: “Perché quando le cose vanno bene è merito di Dio e quando vanno male Lui non c’entra nulla?