Avanti un altro, finisce la seconda stagione: Bonolis mattatore assoluto, mini-mondo cult
Ultima puntata stagionale del game show di Canale 5. Il resoconto.
Paolo Bonolis saluta il pubblico di Canale 5 (ma è solo un arrivederci perché tornerà presto al timone del nuovo celebrity-show sui tuffi). La puntata di Avanti un altro andata in onda stasera è stata l’ultima stagionale.
Una stagione molto fortunata per il game show del preserale della rete ammiraglia del Biscione, che in più di un’occasione ha superato, dati alla mano, gli ascolti de L’Eredità, quiz classico di Rai1, spingendo – pare – Viale Mazzini a correre ai ripari in vista di settembre prossimo, con il possibile addio di Carlo Conti.
Il successo di Avanti un altro, in crescita rispetto all’anno scorso, è dovuto a due fattori: Paolo Bonolis, mattatore assoluto di quello che è sempre più un one man show. Certo, il conduttore romano è sempre uguale a se stesso, alcune battute sono ripetute da anni, la sua ironia spesso s’appoggia a facili doppisensi e a burle costruite a tavolino, sebbene spacciate per gag improvvisate. Ma, al di là dei gusti personali, è innegabile che Bonolis sappia fare il suo mestiere e sia probabilmente il più bravo della tv italiana a interagire con il pubblico in studio.
Avanti un altro, la seconda stagione all’epilogo
Il secondo fattore è rappresentato dal mini-mondo, il cast di stravaganti comparse scelto da Endemol e dalla redazione del programma S.d.l., che contribuiscono in modo determinante alla riuscita del game-show (stasera si sono invertiti i ruoli come si nota dalla fotogallery). E’ chiaro, senza la regia abilissima di Bonolis, tutto parrebbe insensato e talvolta banalotto, e invece così non è, o, quantomeno, lo è raramente.
Se l’alieno già lo scorso anno era diventato un cult, quest’anno altrettanto ha fatto lo iettatore. Alcuni personaggi hanno funzionato, altri decisamente no (il quotista Snai, interpretato da Adam Grapes, per esempio – rispetto a inizio stagione ne sono stati introdotti altri come il duo novembre e l’atleta olimpionico) ma il circo messo in scena da Bonolis è decisamente piacevole. Resta da comprendere quanto gli autori saranno in grado di innovare questo teatrino che nel ripetersi potrebbe rischiare di non far sorridere più. Sì, perché il vero pregio di Avanti un altro è che fa divertire, come pochissimi programmi sanno fare, senza ospiti super pagati, senza attori di primo piano e con frequenza quotidiana. Bastano una toccatina sulle chiappe fortunate del conduttore, una domandina sul kasamutra e gli ostentati problemi dialettici di Laurenti. Scritto così potrebbe apparire deprimente e invece no, grazie al clima di leggerezza che Bonolis e i suoi sono riusciti a costruire e ad alimentare.
Avanti un altro funziona perché è un programma molto scritto e che dimostra di essere innovativo. Non a caso Fattore C, il game che riportò Bonolis a Mediaset dopo Affari tuoi e Sanremo, fu un flop clamoroso. Eppure il Bonolis di allora era lo stesso di oggi. Laurenti pure.
Evidentemente mancava qualcosa, un elemento di novità, che oggi con Avanti un altro è stato recuperato.