VIA VENETO E VIA DEL PUTTARELLO, TV NEL CINEMA
Il titolo può sembrare criptico. Lo è volutamente. Poi con “tv nel cinema” si può comprendere meglio. “Via Veneto Set” è il film che ho dedicato alla strada della Dolce Vita e a Federico Fellini. Via del Puttarello è la piccola strada, vicinissima alla Fontana di Trevi, la celebre fontana in cui Anita Ekberg e
Il titolo può sembrare criptico. Lo è volutamente. Poi con “tv nel cinema” si può comprendere meglio.
“Via Veneto Set” è il film che ho dedicato alla strada della Dolce Vita e a Federico Fellini.
Via del Puttarello è la piccola strada, vicinissima alla Fontana di Trevi, la celebre fontana in cui Anita Ekberg e Marcello Mastroianni hanno recitato l’indimenticabile scena proprio nella Dolce.
Via e Fontana ci portano dalla tv al cinema.
Il 18 marzo alle 21.30 per il Bari Film Festival, diretto da Felici Laudadio, viene proiettato “Via Veneto Set”, Cinema Galleria, Corso d’Italia: è un’occasione per vedere o rivedere un film che, nato a RaiSatCinema, è stato ripetutamente replicato, sempre con grande successo, ha girato l’Italia e il mondo, e ora passa a Bari dove viene ricordato Fellini a dieci anni dalla morte, 1993.
E’ un affresco spettacolare, di taglio storico e di costume, che racconta le scene e i retroscena del celebre film, ma non solo. Diventa, come i critici e gli spettatori hanno percepito, una ricostruzione di un periodo che è stato visto alla luce della leggenda felliniana, suggestiva, divertente, amara, in molto sfaccettature, sempre con l’intento di scoprire.
Scoprire che cosa? La evoluzione del cinema durante e dopo la Hollywood sul Tevere, mentre incalzava la televisione. Un confronto tra invenzione e cronaca, tra avventura e sceneggiati o varietà, tra creatività e cautele, spesso censure.
Il 16 aprile avviene un fatto che mi pare interessante, da indicare ai giovani che amano il cinema e che amerebbero fare anche televisione immettendo in essa il piacere del racconto e delle tematiche il cinema riesce a rendere più stimolanti, forse oggi sempre un pò meno, rispetto alla agressività televisiva ormai vincente sul piano della trasmissione e meno, spesso molto meno, della qualità artistica.
Al Cinema Trevi, via del Puttarello, dal 16 al 19 aprile verranno proiettati ventuno film realizzati dagli Sperimentali Tv negli anni Settanta.
Film di debuttanti diventati famosi come Gianni Amelio, autore del suo primo e bellissimo (uno dei suoi più belli) intitolato “La fine del gioco”; o come Giuseppe Bertolucci (“Andare e venire”) o Maurizio Ponti
(“Stefano Junior”), e tanti altri.
Film di registi illustri come Jack Luc Godard, Marco Ferreri, Glauber Rocha che trovavano l’occasione di fare ciò che il cinema o le tv di allora non consentivano a loro nè ad altri.
Una doppia ricerca che riscosse attenzione, successo, animò discussioni, e che presto troverà in un libro di Francesco Netto, studioso dell’Università di Padova, una narrazione non solo saggistica: una esplorazione documentata dei risultati della ricerca, verificandone la validità, come ha potuto fare lo stesso Netto, rivedendo i film con grande scrupolo.
Agli Sperimentali Tv, così si chiamavano, dedicai per cinque anni il mio lavoro di ideatore e produttore della iniziativa.
Una esperienza unica, difficile, molto appassionante. Di cui gli autori meno noti hanno raccolto i frutti; e di cui si sono giovati gli autori noti in cerca di libertà.
Le proiezioni avranno luogo ogni giorno dal 16 al 19, ore 17 e ore 21.
Non si tratta di celebrare ma di parlare di come , e se è possibile, creare un rapporto fra cinema e tv, e viceversa, sul piano della inventiva e ,ripeto, della libertà.
Gli Sperimentali Tv furono, mi permetto di dirlo, una occasione unica, piacquero ai festival a cui parteciparono i film dei giovani e meno giovani autori, e al pubblico della seconda rete Rai su cui vennero trasmesse.
La sera della prima giornata, il 16 alle 21, ci sarà la proiezione di “Lapsus- storie di poeti e di viandanti”, ma ne parlerò un’altra volta. Tanta musica, tanti personggi, tanti poeti e una ragazza.Un protagonista assoluto: Andrea Zanzotto, il grande poeta italiano da poco scomparso.
Italo Moscati