Home Notizie 2) 16-19 aprile Cineteca Nazionale- C’erano una volta gli Sperimentali Rai

2) 16-19 aprile Cineteca Nazionale- C’erano una volta gli Sperimentali Rai

Un “magnifica stagione” di cinema realizzato in e per la tv, così stata definita la rassegna degli Sperimentali Rai…

24 Marzo 2013 16:18

Un “magnifica stagione” di cinema realizzato in e per la tv, così stata definita la rassegna degli Sperimentali Rai…

Ventuno film presentati in una prima serie sugli oltre quaranta girati e trasmessi. Il primo film degli Sperimentali, ricorda Italo Moscati, responsabile delle scelte e della realizzazioni compiute in sei anni di attività circa, tra gli anni Sessanta e Settanta, “era di Gianni Amelio e si chiama ‘La fine del gioco’, uno dei suoi lavori più belli, storia di un ragazzo chiuso in un istituto di rieducazione che ottiene il permesso di una breve vacanza. Un altro dei primi film, a basso, bassissimo costo, fu ‘Stefano Junior” di Maurizio Ponzi, che aveva esordito con una pellicola passata pressochè inosservata, ‘I visionari’, titolo espressivo di quegli anni post Sessantotto. Toccò poi ad Alessandro Cane, di recente purtroppo scomparso, che veniva dal teatro d’avanguardia, il più estremista e solitario come uso del linguaggio filmico- era il periodo di Carmelo Bene, del Living Theatre, di Jerzy Grotowski, e di altri teatranti d’avanguardia. C’era Peter Del Monte, appena uscito dal Centro Sperimentale, che cercava l’occasione per il debutto. A poco a poco si unirono a loro altri aspiranti registi, talenti curiosi e appartati, che in Viale Mazzini non venivano fatti entrare dalla porta principale perchè arrivavano con i capelli lunghi e accompagnati da ragazze in minigonna (!)…Ai giovani si aggiunsero registi desiderosi di avere uno spazio nuovo: Marco Ferreri con ‘Perchè pagare per essere felici” sui raduni giovanili, sui concerti rock in America; Jean-Luc Godard con ‘Lotte in Italia’; Glauber Rocha con ‘Cancer’ sulla contestazione a Rio de Janeiro e con ‘Tatu Bola’, una favola ambientata nella foresta brasiliana; Liliana Cavani con ‘L’ospite’. Fu una esperienza entusiasmante in una Roma che viveva una grande vivacità artistica, culturale…” (2- segue)