Barabba, un action hero per la fiction. Leone scettico su Twitter?
Barabba, la fiction di Raiuno, si concentra su un personaggio cattivo, dando un ritmo diverso alla storia.
I personaggi cattivi sono sempre quelli che danno maggiori soddisfazioni: lo dimostra anche “Barabba”, la fiction di Raiuno, che pone al centro del racconto il ladro scelto dal popolo per essere salvato dalla crocifissione il giorno di Pasqua, condannando così Gesù. Ponendo l’attenzione sul personaggio interpretato da Billy Zane, infatti, cambiano tutte le dinamiche con le quali avevamo conosciuto fino ad oggi le fiction bibliche.
In “Barabba” c’è poco spazio per i buoni sentimenti espliciti: il protagonista è perso nel vizio, è convinto che l’unico modo di sopravvivere sia commettendo piccolo reati, ed anche quando ha a che fare con personaggi che professano la fede in Dio, lui, inflessibile, taglia corto.
E’ un Barabba, quello della fiction co-prodotto con ReelChannel, che ama l’azione e poco la riflessione. Nel giro della prima mezz’ora gli succede di tutto: rischia di morire, viene catturato, ma riesce anche ad innamorarsi di Esther (Cristiana Capotondi), che però non riesce a convertirlo e viene messa da parte per proseguire nella battaglia contro i Romani. Insomma, un Barabba così più che per una fiction religiosa Rai sembrerebbe adatto per un provino ad una versione riveduta e corretta di “Die Hard”.
Chi si aspettava la classica fiction ricca di buoni valori fin dal primo minuto sarà rimasto deluso da questo “Barabba”; gli altri, invece, avranno trovato una curiosa rivisitazione del romanzo di Pär Lagerkvist, che vuole un protagonista pronto davvero a compiere un percorso introspettivo non solo a parole, ma anche con le azioni.
Avevano ragione gli americani quando sostenevano che “Barabba” ritrae un protagonista umano, con debolezze e dubbi propri dell’umanità, capace addirittura di sentirsi geloso di fronte all’eccessiva ammirazione che la compagna nutre nei confronti di Gesù (Marco Foschi). E’ la scrittura di questo personaggio la vera sorpresa di questa fiction, che riesce ad incuriosire ed a far perdonare i limiti dei dialoghi e di una storia che ha nella sua ennesima rivisitazione le difficoltà di fare appassionare.
Di fronte a certe scene, come quella dei gladiatori che tanto ha ricordato (seppur non raggiungendone gli stessi livelli) una scena di lotta qualsiasi tra i gladiatori di “Spartacus”, Twitter si è scatenato, lanciando commenti più o meno ironici sulla fiction. E’ curioso, però, che tra questi tweet ci sia anche quello di Giancarlo Leone, direttore di Raiuno, che nel dibattito se sia meglio ironizzare sulla fiction chiamandola #Baurabba o #Barabbau, dice la sua:
@lasoncini @paolajacobbi @k_altan @vaux_hall @giochiniTv. Non dovrei dirlo io, ma #barabbau è più logico. Ma non l’ho detto io.
— Giancarlo Leone (@giankaleone) 01 aprile 2013
“Tv. Non dovrei dirlo io, ma #Barabbau mi sembra più logico. Ma non l’ho detto io”.
Si tratta di una semplice presa di posizione autoironica o della sorprendente ammissione che la fiction Rai è da cani?