Paolo Bonolis: “Tv dei bambini? Troppi cartoni e nessun adulto a fare da filtro”
Paolo Bonolis boccia l’attuale tv dei bambini nella quale predominano i cartoni animati a discapito delle spiegazioni che gli adulti devono fornire.
Dalla sua parte non ha solo l’esperienza professionale a Bim Bum Bam, ma anche quella personale da padre di famiglia, di Silvia (10 anni), Davide (8) e Adele (5). Paolo Bonolis a La Repubblica ha rilasciato un’intervista tutta incentrata sulla tv dei bambini. Il giudizio del conduttore di Avanti un altro, e a breve giurato di Stasera mi tuffo, è innegabilmente netto:
Ci sono 10, 15 canali di cartoni… Questo mondo cartonato per me non fa bene. I bambini vengono abbandonati in un universo di fantasia, senza un filtro per leggere la realtà. A Bim Bum Bam il rapporto con loro era quello di un fratello maggiore, in più c’era il pupazzo Uan. Avevo il mio modo di pormi, anche ironico, ma li portavo per mano. Serve una presenza.
Secondo il presentatore romano, insomma, in tv serve qualcuno che spieghi ai bambini che lo squalo non è cattivo di natura ma che lo diventa nei confronti degli umani perché “abita nel mare, la sua casa, e siamo noi a invadere il suo territorio”. Bonolis si è lanciato anche in un’analisi quasi di natura sociologica, evidenziando come le nuove generazioni ormai comunichino via internet o via sms e definendo Twitter un “dramma sociale”:
Viviamo nel mondo tranchant di Twitter, che è un dramma sociale, un mondo chiuso in una sintesi che esclude il sentimento. Mi piacerebbero programmi per i ragazzi che non impedissero di vivere la loro contemporaneità, apprezzando un mondo più slow.
Infine, la spiegazione tecnica del perché non si fa più la tv dei bambini:
Perché mettere in piedi uno studio costa, i prodotti per bambini sono stati risucchiati dal mondo tematico, non si investe. Per assurdo non ci sono adulti che parlano ai più piccoli, ma un mare di bambini che si rivolge ai grandi.