Montalbano sono (e Montalbano resto): la fiction non cambia, è un bene?
Il Commissario Montalbano si conferma per l’ottimo cast e la regia: nulla cambia per la fiction di Raiuno, consapevole di avere un prodotto che piace.
Montalbano, si sa, è integerrimo. Non cambia, ama le buone abitudini, siano esse un pranzo di fronte al mare di Vigata o una serata a cena con Livia. Guai a cambiare la sua routine, guai a guastare le sue certezze. E Raiuno obbedisce: “Il Commissario Montalbano”, dopo quattordici anni di messa in onda l’unico cambiamento che la fiction si concede è Livia, interpretata ora da Lina Perned.
Ci troviamo di fronte ad un esempio di come la fiction, per migliorare, non debba per forza inventarsi qualcosa di nuovo: immaginare Montalbano alle prese con nuovi colleghi, nuovi amici, una nuova città (sacrilegio) sarebbe come pensare ai libri di Andrea Camilleri scritti, però, da un altro autore.
Montalbano ha saputo in questi anni consolidare la propria autorevolezza e simpatia senza snaturarsi, riuscendo a conquistare il pubblico con le sue brevi ma intense apparizioni. Capire il segreto del successo della fiction potrebbe portare a tre diverse valutazioni.
Le storie
I casi su cui indaga il protagonista lo portano ad avere a che fare con diversi personaggi, gli unici che cambiano nel corso degli anni. Le guest star danno ad “Il Commissario Montalbano” un senso di cambiamento che, altrimenti, porterebbe la serie a sembrare sempre uguale a sè stessa. Fedeli ai romanzi, le sceneggiature rispecchiano la pacatezza dei luoghi descritti da Camilleri: il rischio di diventare noiosette è in agguato, ma a rimediare ci pensa il cast.
Il cast
Pensi a Montalbano ed immagini Luca Zingaretti. L’attore è riuscito a crearsi una carriera parallela al personaggio che gli ha regalato la popolarità, restando grato al Commissario tornando a vestire i suoi panni non appena le sceneggiature vengono sfornate. Il resto del cast non è da meno: da Mimì (Cesare Bocci) a Fazio (Peppino Mazzotta), passando per Catarella (Angelo Russo), sarebbe impensabile sostituire uno di loro con un nuovo ingresso. C’è solo un modo per immaginare un cast diverso, ed è stato realizzato ne “Il giovane Montalbano”.
La Sicilia
I paesaggi splendidi che fanno da sfondo alle vicende non restano semplicemente a margine delle storie, ma s’inseriscono silenziosamente fino a rubare la scena ai personaggi in certe occasioni. Chi vive da quelle parti ha un motivo di orgoglio, chi si trova lontano prova invidia e spera di potersi sedere su quegli stessi tavoli dove Montalbano pranza e si fa disturbare dal lavoro che incombe.
Montalbano deve cambiare?
Alla luce di queste analisi, verrebbe da dire che “Il Commissario Montalbano” non necessita di aggiustamenti. Ma se sommate tra di loro, il rischio che si ottenga un effetto di già visto potrebbe serpeggiare anche laddove la qualità, innegabilmente, si vede, sia nel cast che nella regia. Nel panorama delle fiction cerchiamo spesso un’idea che cambi il modo di pensare le serie tv nostrane, mentre “Montalbano” non ci pensa proprio a cambiare, restando perfetto nella sua immutabilità. Sarà così?