The Following finirà dopo tre stagioni?
Secondo un’indiscrezione, pare che The Following sia stata pensata per durare tre stagioni, e permettere a Kevin Bacon di tornare a lavorare per il grande schermo.
Se vi siete innamorati di “The Following” e sperate che la Fox faccia diventare questa serie una delle colonne portanti del suo palinsesto nelle prossime stagioni, non sperateci tanto: pare, infatti, che lo show di Kevin Williamson sia stato concepito per durare almeno tre stagioni. Dopo di che, il sipario sulla caccia di Ryan Hardy (Kevin Bacon) al serial killer Joe Carrol (James Purefoy) potrebbe calare.
A dare l’indiscrezione (che pare provenire da ambienti molto alti) è la newsletter di “QuiMediaset”, che rivela così la presunta durata breve di una delle serie più viste di inizio 2013, in onda su Premium Crime e su SkyUno. Il condizionale è d’obbligo, dal momento che nel mondo dei telefilm tutto è possibile, ma se facciamo un paio di considerazioni la notizia non sembra così assurda.
Innanzitutto, Kevin Bacon ha accettato di lavorare alla serie tv ad una condizione: che ogni stagione dello show fosse composta al massimo da quindici episodi, per permettersi così di continuare a lavorare per il cinema e non essere relegato esclusivamente ai set televisivi (nonchè, aggiungiamo noi, per avere una via di fuga pronta nel caso “The Following” non avesse ottenuto i buoni ascolti che poi, invece, ha ricevuto).
Non pare improbabile, quindi, che l’attore abbia chiarito fin da subito da farà parte della serie non oltre un certo numero di stagioni, forzando così Williamson a lavorare su una trama “ristretta” e che potesse concludersi in breve tempo. “The Following” sarebbe stato realizzato come un gioco di scatole cinesi, con un finale della prima stagione pronto a dare il là alle nuove vicende della seconda, già rinnovata, e preparare la strada ad una terza e (pare) ultima stagione.
C’è poi la questione ascolti: in tempi in cui il pubblico davanti alla tv non raggiunge più, se non in casi eccezionali, numeri da record, anche “The Following” nelle ultime settimane ha avuto a che fare con una flessione del suo pubblico, passando dai 10,4 milioni della premiere ai 6,3 milioni della puntata andata in onda la scorsa settimana.
E’ anche vero che per quanto riguarda le registrazioni Dvr, lo show si regge su numeri molto più alti, facendogli superare sempre i dieci milioni di telespettatori. Sono dati, però, che non possono dare ulteriore forza al successo di un programma, essendo cifre che non interessano (o se interessano, lo fanno relativamente) gli inserzionisti pubblicitari.
Onde evitare un crollo fisiologico ma anche dovuto ad un eccessivo allungamento della storia pur di soddisfare le esigenze della rete, ecco quindi la decisione (ripetiamo, non confermata ufficialmente) di chiudere prima che a deciderlo sia il pubblico. In un panorama dove si cerca di far durare di più le serie tv che funzionano (non a caso “Glee” è stato appena rinnovato per una quinta e sesta stagione), scegliere di finire anticipatamente non è solo un gesto di strategia nei confronti della storia, ma anche un segno di rispetto verso il pubblico.