Home Reality Show I talent sui tuffi sono pericolosi? Pare di no. Allora perché guardarli?

I talent sui tuffi sono pericolosi? Pare di no. Allora perché guardarli?

Il pubblico americano segue i diving show, perché inconsciamente aspetta che capiti qualcosa di tragico. Sarà così anche in Italia?

pubblicato 4 Maggio 2013 aggiornato 3 Settembre 2020 18:39

Mentre in Italia si sta partorendo il cast di Stasera mi tuffo (secondo ASCA la presenza di Jimmy Di Stolfo / Big Jimmy non sarebbe così certa), dall’altra parte dell’oceano i media si interrogano sulla pericolosità di Splash, il diving show americano funestato da incidenti. Il magazine People, per capirne di più, ha deciso di interpellare uno dei coach del talent, l’ex atleta olimpico Greg Louganis, e il pluricampione Hongping Li.

I tuffi – gli allenatori

Premesso che per diventare esperti di tuffi bisogna avere numerose qualità, Greg Louganis assicura che non viene chiesto al vip di fare più di quanto possa fare:

Per diventare esperti di tutti bisogna avere molte abilità. E’ una sfida enorme … gli allenatori che addestrano i vip sono rispettabilissimi, certificati e non chiederebbero mai a qualcuno, che non è in grado, di tentare qualcosa di difficile solo per il bene degli ascolti televisivi. Gli allenatori si impegnano a formare adeguatamente i propri atleti e prendono tutte le precauzioni del caso per garantirne la sicurezza.

Gli allenamenti

La formazione dei vip inizia fuori dall’acqua: gli aspiranti tuffatori fanno pratica saltando dal trampolino con una imbracatura e ricevono lezioni sul come bisogna tuffarsi . Spiega sempre Louganis:

Prima si fanno i boot camp per capire le qualità che hanno i vip e per decidere una linea da seguire. Il vip viene informato del percorso di formazione che affronterà.

Gli infortuni

Come in ogni sport, anche nella disciplina dei tuffi si può rischiare di farsi male. Secondo Louganis l’infortunio non è prevedibile, ma con l’allenamento si può cercare di prevenire. Gli fa eco Li:

Penso che i tuffi siano molto meno pericolosi di tanti altri sport. Se si impara a farli correttamente, si possono evitare gli infortuni. Sicuramente i tuffi, come qualsiasi altro sport ha degli elementi di rischio. Ma invece di concentrarsi su quante volte nessuno si sia fatto male in tutti questi anni, si dà attenzione a quando qualcuno rimane ferito, a quando qualcuno picchia il bordo o pure peggio, che sono cose che capitano una volta su migliaia di tuffi.

I tuffi dei vip sono difficili?

Assolutamente no. Dice Li:

A mio avviso sono particolarmente facili. Alcuni di loro fanno un po’ di capriole e ciò che impressiona è il fatto che riescano a farle in relazione alla quantità di tempo che hanno avuto per allenarsi. E’ l’aspetto più incredibile. Direi che i tuffi che fanno, dato il poco tempo che hanno avuto per allenarsi, sono impressionanti. Per noi, però, è un livello davvero da principianti.

Perché si guarda un programma come Splash?

Le ipotesi fatte da Li sono due. La prima è quella più scontata: il pubblico è inconsciamente attirato dalla possibilità di assistere a situazioni di pericolo:

I pericoli che ci possono creare durante i tuffi e/o i conseguenti infortuni è ciò che il pubblico televisivo vuole vedere. Credo che siano gli aspetti che interessano di più al pubblico. Alla gente piace vedere la gente che si fa male, vedere le persone in pericolo.

C’è poi il lato sportivo, che è il motivo per cui lo stesso Li guarda il programma:

E’ bello vedere in televisione a scadenza regolare i tuffi. L’unica volta che il pubblico televisivo può gustarsi i tuffi è durante i Giochi Olimpici, perché non c’è spazio per i tuffi. Spero che la tv riesca a canalizzare l’attenzione degli spettatori sugli aspetti positivi del nostro sport.

Conclusioni

Dall’indagine di People si evince che: con l’adeguata preparazione i tuffi che devono fare i vip durante il programma non sono affatto difficili (se in trasmissione dicono il contrario diffidate); nessuno vuole immolare un vip al Dio share (gli incidenti sono imprevisti e non frutto di allenatori che chiedono al proprio atleta di fare più di quanto sia nelle sue possibilità); la televisione tende ad esasperare il pericolo, anche quando non c’è, perché è ciò che cerca/si aspetta il pubblico (tranne quello affascinato dalla disciplina).