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Processo Mediaset, confermata la condanna per Silvio Berlusconi

Berlusconi condannato per frode fiscale.

pubblicato 8 Maggio 2013 aggiornato 3 Settembre 2020 18:31

E’ stata confermata anche in Appello, la condanna a 4 anni di reclusione per Silvio Berlusconi, per il reato di frode fiscale, per quanto riguarda il processo Mediaset. Silvio Berlusconi, inoltre, è stato condannato a 5 anni di interdizione dai pubblici uffici, e a 3 anni di interdizione dal dirigere società e contrattare con la pubblica amministrazione.

Berlusconi è stato anche condannato al pagamento di 10 milioni di euro all’Agenzia delle Entrate. L’indulto, che fu votato in Parlamento nel 2006, riduce la condanna ad un solo anno ma non ha effetto sull’interdizione ai pubblici uffici. Se questa sentenza dovesse definitiva in Cassazione, quindi, Silvio Berlusconi perderebbe il suo seggio parlamentare.

Tornando alla condanna, il reato di frode fiscale da 7 milioni di euro è stato compiuto nel biennio 2002-03. Il presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri, e i manager Daniele Lorenzano e Gabriella Galetto, invece, sono stati assolti.

Questo è stato il commento a caldo dell’avvocato e deputato de Il Popolo della Libertà, Niccolò Ghedini:

La forza della prevenzione è andata al di là della forza dei fatti. Avevamo la consapevolezza che sarebbe andata così: è una sentenza al di fuori di ogni logica, in nessun altro tribunale avremmo avuto questo verdetto.

I commenti da parte di altri esponenti del partito di centrodestra seguono, ovviamente, la via della persecuzione giudiziaria ai danni di Silvio Berlusconi.

Questo è il commento di Renato Schifani:

Continua la persecuzione giudiziaria nei confronti del presidente Berlusconi, leader politico che ha il consenso di dieci milioni di elettori. Evidentemente, per una certa magistratura la stagione della pacificazione è ancora lontana, e forse non arriverà mai. Soprattutto quando si nega con tanta ostinazione la verità dei fatti e ancor di più il buon senso.

Renato Brunetta, capogruppo del PdL alla Camera:

Accanimento disgustoso. La sentenza contro Silvio Berlusconi è politica, anzi antipolitica, perché colpendo lui si favoriscono i disegni disgregatori del nostro Paese. L’ingiustizia è così ripetuta e palese che per fortuna la grande maggioranza dei cittadini capisce benissimo che una parte della magistratura non ha nessuna credibilità. La condanna non colpisce Berlusconi ma chi l’ha pronunciata.

Maurizio Gasparri, vicepresidente del Senato:

Contro Berlusconi una sentenza frutto di pregiudizi, priva di ragioni, lesiva della verità e della vita democratica. Nessuno si illuda di alterare a colpi di sentenze politiche la realtà dell’Italia. E’ una vicenda folle e inaccettabile, che non fermerà l’azione di Silvio Berlusconi, al quale ora come sempre daremo convinto e totale sostegno insieme a milioni di italiani che non possono accettare l’uso politico della giustizia.

Da parte del Movimento Cinque Stelle, invece, c’è soddisfazione, non tanto per la condanna ma per l’interdizione dai pubblici uffici. Se la sentenza venisse confermata in Cassazione, infatti, Berlusconi perderebbe il seggio parlamentare.

Questa è la dichiarazioni di Vito Crimi, capogruppo dei grillini al Senato:

L’interdizione dai pubblici uffici per Berlusconi è forse la notizia più importante.

Scelta Civica per Monti, nella fattispecie il senatore Tito di Maggio, invece, ha stigmatizzato le reazioni del PdL:

L’unica cosa di scandaloso che trovo sono le dichiarazioni dei parlamentari del PdL e degli avvocati di Silvio Berlusconi. Le sentenze si appellano di fronte ai giudici naturali non scappando dai processi, come suggerisce l’onorevole e avvocato Niccolò Ghedini.

Massimo D’Alema, Partito Democratico, invece, ha preferito non commentare.

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