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Calcio, Sky assolta da Antitrust: “Non c’è abuso di posizione dominante”

L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato aveva avviato un’istruttoria nel novembre del 2010, dopo l’esposto di Mediaset.

pubblicato 10 Maggio 2013 aggiornato 3 Settembre 2020 18:28

“Non sussistono le condizioni per contestare a Sky un abuso di posizione dominante relativamente all’acquisizione dei diritti Tv per gli incontri del torneo calcistico UEFA Champions League, nelle stagioni dal 2012 al 2015, e per la trasmissione dei Mondiali di calcio 2010 e 2014″. A scriverlo è l’Antitrust che così ha chiuso l’istruttoria avviata nei confronti della pay tv nel novembre 2010 dopo l’esposto presentato da Mediaset. L’istruttoria inizialmente riguardava solo i mondiali, ma nel 2011 fu estesa anche alla competizione europea per club.

L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato riguardo alla Champions League ha spiegato che “è emerso che l’acquisizione in esclusiva per tutte le piattaforme trasmissive dei relativi diritti per le stagioni 2012-2015 è derivata da un confronto competitivo tra gli operatori televisivi interessati, nell’ambito di una procedura che prevedeva l’assegnazione secondo un approccio a piattaforma neutrale, ossia con pacchetti di diritti trasmissivi esercitabili su tutte le piattaforme televisive”.
L’Antitrust ha anche raccontato che “successivamente all’ampliamento dell’istruttoria”, Sky ha “sub-licenziato i diritti audiovisivi relativi alla UEFA Champions League” a Mediaset per due delle tre stagioni da essa detenute (2012-13 e 2013-14), dove infatti vanno in onda le gare (il mercoledì sera in chiaro il miglior match). Nel comunicato si legge:

Non c’è inoltre ragione di escludere la possibilità che i due operatori giungano ad un accordo per la sub-licenza dei diritti di trasmissione anche in relazione alla terza stagione.

In riferimento ai mondiali di calcio 2010 e 2014 non ci sono sufficienti elementi per “dimostrare che la detenzione in esclusiva da parte di Sky dei diritti di trasmissione tv sia idonea a rappresentare un ostacolo effettivo alla concorrenza di altri operatori nell’offerta di servizi televisivi a pagamento e che sia parte di un disegno di esclusione dal mercato dei concorrenti”. In conclusione, a tal proposito, si fa notare che, sebbene si tratti di una competizione con “contenuto particolarmente attrattivo”, “l’analisi delle serie storiche mensili del numero degli abbonati ai diversi pacchetti offerti da Sky ha peraltro mostrato che la disponibilità dei Mondiali di calcio in capo all’operatore satellitare non ha generato un aumento significativo di abbonamenti”.

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