Porta a Porta tutta “rifatta” – Antonella Boralevi contro la Parietti, difesa da Laura Chiatti
Da Bruno Vespa ogni tanto ci scappa la puntata sulla chirurgia estetica
Porta a Porta deve dedicare almeno una puntata a stagione (nel senso di autunno, inverno e primavera, non tv) alla chirurgia estetica. Perché, se Bruno Vespa non ci mostra un bel capezzolo turgido femmineo in seconda serata, con l’alibi della lezione edificante da Consorzio Nettuno, non è contento (e così “non gli si ammoscia il programma”).
Ma, soprattutto, possono mancare in una puntata “rifatta” le dichiarazioni di Alba Parietti? No, come sempre sono le sue esternazioni schiettissime il piatto forte del dibattito:
“Io in faccia ho fatto la bocca. Niente lifting, punto. Se ne avrò bisogno lo farò. Com’è successo per il seno, io avevo allattato, da una taglia zero sono finito alla sesta. Il seno non era più quello di prima. Faccio un lavoro per cui mi dava fastidio apparire sotto i riflettori con un seno sceso. Forse all’Alba di oggi invece di farmi una terza sinceramente mi farei risistemare dallo stesso chirurgo il seno, in modo da avere il mio seno con una personalità androgina che è simile a quello che sono ora. Mi assomiglio di meno con una terza che con il mio seno, però certo avrei voluto correggerlo”.
A questo punto, però, interviene la scrittrice Antonella Boralevi, già nemica giurata del bisturi nei programmi della D’Urso. Peccato che oggi si sia scagliata contro la stessa Alba, scatenando una vera e propria querelle tra signore:
“Quello che è drammatico secondo me è che la stessa Parietti ha appena detto ‘mi farei’. Questa mentalità del negozio a me sembra terribile”.
Alba ha subito rilanciato:
“Non capisco dov’è il problema, se una donna ha un’esigenza che è diversa dalla tua. Tu ti senti benissimo nella tua pelle”.
Peccato che la signora Boralevi ne abbia fatta una questione di principio linguistico:
“Chiunque ha il diritto di fare del suo corpo quello che vuole sotto ogni profilo, perché siamo una società libera e laica. Quello che intendevo da scrittore è che mi ha colpito questa frase, ‘io mi farei’. Le persone vanno dal chirurgo come un supermercato”.
E qui la Parietti, con tanto di faccette derisorie, ha fatto il verso alle critiche dell’interlocutrice:
“Che termine avrei dovuto usare per essere gradita al tuo essere di scrittrice? Mi sottoporrei un domani a un intervento di chirurgia estetica, qualora ritenessi necessario farlo, perché magari mi vedo particolarmente invecchiata, ho voglia di sentirmi più allegra? Non mi sembra grave tutto questo. Sono parole a cui non sono avvezza, mandatemele nei sottotitoli, così la prossima volta capisco meglio”.
La Boralevi ha proseguito con la sua solita staffilata perbenista:
“E’ l’atteggiamento di considerare il suo corpo come un assemblaggio di pezzi che contesto. Secondo me una donna non lo è. E le parole sono dei bisturi”.
A questo punto, il colpo di teatro che non ti aspetti. Al fianco di un Alessandro Preziosi in imbarazzo, perché etichettato come sex symbol da Bruno Vespa (?!?), c’è una Laura Chiatti che dà improvviso senso al suo esistere schierandosi con la Coscialunga nazionale:
“In questo ambiente non è facile trovare donne sincere. Preferisco Alba Parietti. Molte donne, invece, dicono l’opposto e dopo dieci, cinque anni, le trovi stravolte”.
A ricomporre il bisticcio di parole, diventato un caso politico per la Boralevi, il Dr. Roy De Vita:
“La Parietti ha usato un termine che si usa comunemente in chirurgia plastica. Sono due punti rispettabilissimi, posso comprendere l’una, ma comprendo bene anche l’altra”.
D’altronde, solo un chirurgo plastico può zittire delle primedonne.
Porta a Porta: la puntata sulla chirurgia estetica di martedì 21 maggio