Sono ufficialmente i casting della seconda edizione di The Apprentice, il talent dedicato ai manager del futuro (scelti personalmente da Flavio Briatore), che andrà in onda su Sky nella primavera del 2014 (e non in autunno come ipotizzato in precedenza). Da questa mattina, grazie a una lunga intervista rilasciata dal Boss del programma a Il giornale, abbiamo qualche indicazione in più sul candidato ideale.
Dato che le selezioni non termineranno con la tappa milanese, ma continueranno il 2, il 3 e il 4 luglio a Roma, credo sia quanto mai fondamentale per tutti noi conoscere il profilo del concorrente ideale. Andiamo con ordine e cerchiamo di capire, qualora ci presentassimo ai casting, quali sarebbero i nostri ipotetici avversari alle selezioni:
Ci sono laureati-masterizzati che sanno quattro lingue, e persone con il diploma di scuola superiore che hanno iniziato a lavorare prestissimo. C’è la specialista di marketing online che ha messo su un’azienda in proprio, l’agente monomandatario nel ramo acciaio che cerca opportunità, perfino il manager nel settore informatica che si dice disposto a mettersi in aspettativa per partecipare al reality che potrebbe cambiargli la vita.
Dunque. Alle selezioni c’è di tutto, dal diplomato al laureato, dal disoccupato all’occupato che cerca altro. Per “altro” si intende un lavoro più gratificante professionalmente/economicamente, ma anche solo i classici “Quindici minuti di celebrità”. Briatore assicura che la categoria “morti di fama” vengono scartati subito:
Lo scopo di The Apprentice è proprio questo, non siamo a XFactor o all’Isola dei famosi. È un colloquio di lavoro che dura tre mesi. Se non vali vieni buttato fuori subito. Cerco qualcuno che lavori con noi davvero. Buona parte del mio successo è dovuto all’aver saputo scegliere le persone che lavorano con me.
Dunque. Alle selezioni c’è di tutto, ma non dobbiamo preoccuparci perché quelli che cercano un po’ di fama vengono eliminati subito. Ci portiamo dietro il curriculum e… è perfettamente inutile, perché non ci si basa su ciò che c’è scritto su un foglio di carta per selezionare il candidato ma …
Senti l’odore. Lo vedi. Ho assunto centinaia di persone. I curriculum io non li guardo neanche. Sono tutti fantastici, ma se sono così fantastici allora perché chi li presenta non ha già un lavoro?
Dunque. Alle selezioni partecipa chiunque. I morti di fama vanno subito a casa. I rimanenti sono valutati in base ad una intuizione. Tutto qui? Non proprio. Il virgolettato degli autori/cacciatori di teste riportato da Il Giornale è esplicativo:
E’ una sgobbona, è una noiosa, è una rompiscatole. La prendiamo.
Dunque. Per essere selezionati non bisogna avere un curriculum interessante; non bisogna sembrare degli esibizionisti alla ricerca di quindici minuti di gloria davanti alle telecamere; bisogna far colpo sul boss; bisogna avere degli atteggiamenti scomodi che caratterizzino la propria persona (tradotto: essere dei personaggi). Tutto chiaro?