Che Tempo Che Fa è un marchettificio: Renato Brunetta contro Fazio, Serra e Gramellini
L’ex ministro attacca Fabio Fazio e la sua squadra dalle colonne de Il Foglio, mandando ‘vaffanbicchiere’ a Michele Serra e definendo Gramellini “un campione (…) delle marchette democratiche”.
Nepotismo bulgaro, violazione delle più elementari regole dell’etica, il tutto condito da autori che fanno i moralisti coi soldi del canone, ospiti fissi che disprezzano il conflitto di interessi di Berlusconi e poi cedono alle “marchette democratiche” e un cast di ospiti “omogeneizzato a sinistra”: tutto questo è Che Tempo che Fa per l’onorevole Renato Brunetta, almeno stando all’articolo comparso questa mattina a sua firma sulle colonne de Il Foglio di Giuliano Ferrara e alla sua ultima interrogazione alla Vigilanza Rai.
L’ex Ministro della Pubblica Amministrazione si è ‘incaricato’ di fare il cane da guardia al Servizio Pubblico RadioTv e dopo aver combattuto perché venissero resi pubblici e trasparenti i compensi e i contratti di Viale Mazzini (battaglia che tuttora continua), negli ultimi tempi non manca di sorvegliare il rispetto del pluralismo nelle trasmissioni di Mamma Rai, con un occhio di riguardo per Rai 3.
La scorsa settimana – per la precisione martedì 18 giugno – era toccato a Lucia Annunziata essere oggetto di un’interrogazione al (neo) presidente della Commissione di Vigilanza Roberto Fico del M5S per via ella sua lista ospiti, che – stando ai conti di Brunetta – che nell’arco di 29 puntate aveva invitato 14 esponenti Pd e come unico esponente del Pdl Angelino Alfano (per due volte).
Ieri gli strali di Brunetta si sono concentrati su Che Tempo che Fa:
“La trasmissione, che fa della legalità la sua bandiera e del moralismo la sua cifra programmatica, ha disatteso clamorosamente le norme che impongono alle reti televisive di “servizio pubblico” la salvaguardia del pluralismo e il rispetto dell’equilibrio dei punti di vista”
ha scritto Brunetta, elencando i rappresentanti del PD e del PDL ospitati nel programma tra il 30 settembre 2012 e il 26 maggio 2013:
“Su 60 puntate la trasmissione ha ospitato ben 20 esponenti appartenenti al Partito Democratico o comunque riconducibili alla coalizione di centrosinistra”
con quattro volte Renzi ospite, tre volte Pierluigi Bersani, due volte Veltroni e Vendola e poi Giusi Nicolini, Susanna Camusso, Massimo D’Alema, Laura Boldrini, Rosario Crocetta, Maurizio Landini, Enrico Letta, Josefa Idem, Giuliano Amato) a fronte delle due presenze di Maroni e a quelle di Bondi e Alfano. Ovviamente ci fidiamo della parola di Brunetta: abbiamo troppo da fare per verificare circostanze, occasioni, situazioni, minutaggi, contenuti, domande ed elenchi, per cui non possiamo che rimetterci alle somme tirate dall’ex ministro, che ha anche contato in base a ‘destra e sinistra’ anche i rappresentanti delle categorie scrittori e giornalisti e anche musicisti (Guccini e Mannoia sì e Povia no, per dire, eh…). Tra gli scrittori più presenti spicca Roberto Saviano, e non a caso vista la collaborazione tv con Fazio (che forse a qualcuno è sfuggita). Ma non possiamo non riportare una chicca presente sulle slides che corredano ‘l’inchiestina’ pubblicata da Il Foglio:
“E’ vero che Saviano scrive libri molto molto grossi, ma chiamarlo sei volte richiama pratiche sovietiche da culto della personalità”.
Magari quattro, per fare un tanto a pagina, ci stava pure…
Fatto sta che per la seconda settimana consecutiva chiede ai vertici Rai
“di giustificare formalmente al Parlamento le motivazioni del mancato controllo e quali iniziative tempestive intendano prendere per garantire il diritto alla completa e obiettiva informazione del cittadino e rispetto del pluralismo nell’informazione all’interno dei programmi di approfondimento politico del servizio pubblico radiotelevisivo”.
Vabbè, forse Che Tempo Che Fa non rientra proprio nel novero dei “programmi di approfondimento politico”, eh…
In ogni caso Brunetta non demorde, anzi. Visto che i vertici Rai sembrano ‘sordi’ alle sue sollecitazioni (nessuna risposta sulla questione Annunziata e replica all’interrogazione parlamentare sulla trasparenza dei compensi Rai giudicata dal capogruppo Pdl “inconsistente”), Brunetta rilancia dalle colonne de Il Foglio in maniera decisamente più diretta e ‘colorita’. Non proprio in punta di fioretto, insomma. Evidentemente cerca la reazione di Fazio, Serra e Gramellini, i principali obiettivi delle sue “riflessioni morali”.
“La prima (…) Meno par condicio di così è impossibile. Va benissimo che il conduttore, gli autori e il cast al completo (da Luciana Littizzetto a Neri Marcorè a Massimo Gramellini) siano perfettamente omogeneizzati come un vasetto al Plasmon “de sinistra”, ce ne facciamo una ragione. Ma che anche gli ospiti siano al 90 per cento circa parenti stretti di lor conduttori e autori, attori e cantautori, non si era mai visto neanche in Bulgaria”.
La Bulgaria ritorna…
Notevole anche la stima che l’ex ministro ha per Michele Serra definito “un grandioso campione nello sport di battere i pugni sul petto degli altri”:
“Ci piace notare come Michele Serra, che si qualifica volentieri come moralista, qui sia un fenomenale interprete della violazione del minimo etico di una tivù del servizio pubblico. Piace qui ricordare questo suo aforisma: “Mi descrivo così: sono un giornalista dalla raffinata vena ironica. Sono anche autore televisivo di trasmissioni di successo. Un esempio? ‘Che tempo che fa’”. La raffinata vena ironica c’è senz’altro, e siccome se l’è presa tutta lui, noi ci accontentiamo di un prosaico e santoriano vaffanbicchiere. Comodo fare lo spiritoso con il canone di quelli che poi prendi per i fondelli con i tuoi moraleggiamenti del birignao”.
Insomma, come Santoro fece con Mazza, Brunetta manda Serra a vaffanbicchiere.
In chiusura spazio a Massimo Gramellini, “un altro campione della compagnia di Fazio”:
“Il suo ritornello preferito è attaccare Berlusconi per il conflitto di interesse – scrive Brunetta – (ma) è nel cast di una trasmissione dove il medesimo Fazio l’ha omaggiato di una pubblicità con un’intervista adorante che ha lanciato il suo romanzo (5 marzo 2012). Forse non è conflitto di interesse, ma senz’altro marchetta democratica”.
Eh, tra manifestazioni di piazza, processi, politica e tv ci sembra di capire che le marchette in Italia siano ormai un immancabile must… non si smette mai di parlarne.
Slide estratte dal dossier su http://www.renatobrunetta.it